IL ROMANZO DI PINO DE LUCA A TORCHIAROLO SABATO 10
di Raffaele Polo______
È sicuramente un libro piacevolissimo da leggere, questo ‘Le rape di Santino’ di Pino De Luca, edito da ‘Il Raggio Verde’ nella collana ‘I racconti del Terroir’ (euro 12.00) che unisce ad una trama avvincente, l’ambientazione nel Salento e, soprattutto, la fragranza del nostro dialetto che, misto alle buone cose cucinate dal protagonista e che sembra di assaporare nel corso della lettura, fanno un tutt’uno di memorabile armonia con il vizietto di Pino che ha bisogno di rumoreggiare corporalmente con buona frequenza…
Se aggiungiamo a questa sapida caratteristica del personaggio principale l’idea portentosa di far parlare Alberto De Lazzari in stretto vernacolo salentino, si avrà un’idea di quale brillante e scoppiettante scelta letteraria abbiamo compiuto, immergendoci nel mondo variegato e ricco di profumi di cucina povera ma saporita che, con maestria, Pino de Luca sa farci gustare.
A proposito di De Lazzari: lui, caricaturista di spicco in carne ed ossa, è in realtà legato al suo idioma di lombardo italianizzato ed esibisce con orgoglio questa sua diversità lessicale, resistendo ormai da anni alle sollecitazioni delle cadenze salentine. Immaginate la sorpresa che abbiamo avuto a ritrovarlo nelle pagine di questo libro, perfettamente schematizzato e rivestito di un’anima meridionale e nostrana, a finire per essere un fortunato protagonista della vicenda che si dipana sotto gli occhi del Maresciallo….
Detto di De Lazzari, va ricordato che la narrazione è intrisa di nomi di persone realmente presenti nella nostra realtà, che servono a dare una veridicità alla storia e ad ambientarla ancor più strettamente nei nostri giorni dove, ad esempio, le canzoni di Mino De Santis fanno da spontanea e originale colonna sonora. E le frasi in dialetto, in un curioso brindisino universalizzato, sono tradotte in corsivo a piè di pagina, lasciando ben poco all’immaginazione del lettore che, ad esempio, davanti ad un intercalare che recita: ‘Uno come quello le fimmine se le deve scotulare di sopra’ trova la traduzione in ‘Quello è un playboy’. Oppure, la traduzione di ‘Li muerti tua! Beddu mia ha vinutu pi mei?’ in ‘Che sorpresa! Sei venuto per me?’
Insomma, le poco più di cento pagine, scandite in ventidue capitoli, assicurano un divertimento ed una piacevolissima partecipazione alle vicende di Santino, che non mancherà di diventarci amico, nonostante il suo carattere burbero e quel piccolissimo vizio che lo tiene lontano dai luoghi chiusi e affollati.
Ma le rape, le rape di Santino hanno una fragranza, culinaria e letteraria, che difficilmente può essere dimenticata…______