TAP, AGGIORNAMENTI / POST, BUGIE E VIDEOTAPE
(g.p.)______Vediamo che cosa è successo di nuovo nelle ultime ore, dalla fine del pesantissimo fine settimana, a questa mattina di lunedì, sul fronte caldo del gasdotto Tap.
L’ unica vera notizia è però il fatto che i lavori in mare, propedeutici all’ installazione del tubo sottomarino, non sono iniziati, contrariamente alla tabella di marcia fissata da Tap: le due navi incaricate di eseguirli al largo di San Foca, la Adhémar de Saint-Venant, e la Sara T, non si sono potute muovere, rispettivamente da Brindisi e da Otranto, a causa delle avverse condizioni meteo.
Da ieri infatti – lo diciamo per i lettori di leccecronaca.it che ci seguono lontani solo geograficamente – su tutto il Salento butta tempesta, con piogge insistite, che si alternano a brevi schiarite, ma soprattutto con un vento di scirocco forte, che agita e ingrossa il mare, specie sul versante adriatico. Il bello, o il brutto, fate voi, è che le previsioni per i prossimi giorni confermano questa situazione, anzi anticipano un ulteriore peggioramento.
Poi, ci sono solo polemiche, ormai diventate sterili. Da registrare, le reazioni, chiamiamole così, del presidente del consiglio, e del ministro per il Sud.
Giuseppe Conte, con un post sul suo diario Facebook, ha indirizzato una lunga LETTERA APERTA AI CITTADINI DEL COMUNE DI MELENDUGNO, che per dovere giornalistico riportiamo qui di seguito integralmente, ma che poi, siccome facciamo i giornalisti, non i passacarte o i copiaincollisti, sia pur in sintesi estrema, sentiamo per ugual dovere di commentare______
“Cari cittadini,
venerdì scorso Vi ho comunicato una notizia che in alcuni di Voi ha provocato delusione e forse anche rabbia.
A seguito delle ultime verifiche effettuate dal Ministro dell’ambiente Costa, abbiamo dovuto prendere atto che non sono emersi profili di illegittimità tali da giustificare l’interruzione della realizzazione del progetto Tap.
All’inizio dell’estate ho incontrato il Sindaco di Melendugno, insieme a una delegazione della comunità locale, e ho incontrato anche una folta delegazione di Parlamentari pugliesi, che da subito mi avevano rappresentato l’impegno assunto con gli elettori, nel corso della campagna elettorale, ad attivarsi per impedire la realizzazione del progetto.
È stata la prima volta che una delegazione delle comunità locali è stata ricevuta a Palazzo Chigi e ha potuto esporre le ragioni dell’opposizione all’opera. In tale occasione sono stato molto franco e trasparente: ho rappresentato che si tratta di un’opera infrastrutturale deliberata dai governi precedenti, che ormai risultava in fase avanzata di realizzazione. Mi sono impegnato a far riesaminare tutti i procedimenti autorizzativi e le varie deliberazioni sin qui adottate, in modo da far risaltare eventuali profili di illegittimità.
Avendo studiato subito nei dettagli il progetto, infatti, ho compreso da subito che questa era l’unica strada percorribile per impedire la realizzazione del progetto. Diversamente, lo Stato italiano si sarebbe ritrovato nella impossibilità di porre in discussione la realizzazione di una infrastruttura che lo avrebbe esposto a pretese risarcitorie insostenibili per il pubblico erario.
Il complesso delle verifiche effettuate non ci offre alcuna possibilità di impedire la realizzazione del progetto Tap: allo stato, non sono emerse illegittimità o irregolarità dell’iter procedurale.
Gli accertamenti compiuti e gli impegni già assunti ci precludono persino una più compiuta valutazione dei costi/benefici che il progetto Tap trae con sé. Non ha senso, infatti, elencare e approfondire i benefici che l’opera apporterebbe quando i costi della sua interruzione risultano insostenibili.
Su quest’ultimo punto sarò chiaro: chi sostiene che lo Stato italiano non sopporterebbe alcun costo o costi modesti non dimostra di possedere le più elementari cognizioni giuridiche.
Occorre considerare che Tap è un gasdotto lungo 878 km che costituisce il tratto finale del Corridoio Sud del gas lungo circa 3.500 km.
Questa parte finale è stata progettata in base a un accordo che ha coinvolto tutti i Paesi attraversati dal gasdotto: Grecia, Albania e Italia.
Il Progetto Tap è frutto di un Accordo intergovernativo sottoscritto da tutti e tre questi Paesi il 13 febbraio 2013. Questo Accordo è stato ratificato dall’Italia con la legge n. 153 del 19 dicembre 2013.
L’Italia, in virtù di questo Accordo, ha assunto la veste di “soggetto investitore”, ai sensi dell’allora Trattato sulla Carta dell’Energia (ECT).
Il Progetto Tap gode, inoltre, della qualifica di “Progetto di interesse comune” e per questo ricade nell’ambito delle previsioni di cui all’allegato VII del Regolamento europeo n. 1391/2013, che riconosce una corsia preferenziale a questi progetti imponendo agli Stati Membri di adoperarsi per consentirne una più celere realizzazione.
Si aggiunga che il decreto legge n. 133 del 12 dicembre 2014 ha riconosciuto al Progetto Tap la natura di “progetto strategico” e quindi opera da realizzare con urgenza ai sensi del d.P.R. n. 327 dell’8 giugno 2001.
L’autorizzazione “unica” per la realizzazione del Tap è stata concessa dal Ministro dello Sviluppo Economico il 20 maggio 2015.
Se il Governo italiano decidesse adesso, in via arbitraria e unilaterale, di venire meno agli impegni sin qui assunti anche in base a provvedimenti legislativi e regolamentari, rimarrebbe senz’altro esposto alle pretese risarcitorie dei vari soggetti coinvolti nella realizzazione dell’opera e che hanno fatto affidamento su di essa.
Possiamo prefigurare che lo Stato italiano rimarrebbe sicuramente esposto alle seguenti pretese risarcitorie:
a) del consorzio Tap e dei suoi azionisti (Socar, BP, Snam, Fluxys, Enagas, Axpo) per i costi di costruzione e di mancata attuazione dei relativi contratti e per il mancato guadagno da commisurare all’intera durata della concessione (25 anni);
b) delle società importatrici del gas (tra cui: Edison, Shell, Eon e altri ancora) che hanno già comprato il gas a prezzi scontati e che mirerebbero a trasferire allo Stato italiano i maggiori costi di approvvigionamento per i prossimi 25 anni;
c) degli shipper di gas che si ritroverebbero a perdere margini per vendite in Turchia anziché in Italia.
Le variabili per poter quantificare l’esatto ammontare dei danni sono molteplici e alcuni dati essenziali sono nella esclusiva sfera di controllo delle società coinvolte nel progetto.
È certo però che, interrompendo il progetto Tap, lo Stato italiano verrebbe coinvolto in un contenzioso lungo e perdente, i cui costi potrebbero aggirarsi, in base a una stima prudenziale, in uno spettro compreso tra i 20 e i 35 miliardi di euro.
È per questo che nel messaggio di venerdì ho anticipato che si tratta di una esposizione che risulterebbe disastrosa, non sostenibile per le casse dello Stato, e ho ragionato di numeri che si avvicinano o addirittura superano quelli di una intera manovra economica.
Abbiamo fatto tutto il possibile per venire incontro alle Vostre istanze e alle pressanti richieste dei Parlamentari e dei consiglieri regionali pugliesi che hanno condiviso l’impegno di fermare i lavori del progetto Tap.
Ho detto l’altro giorno che adesso è arrivato il momento di “metterci la faccia” e lo sto facendo io personalmente, a nome del Governo. Mi dispiace, peraltro, che i Parlamentari pugliesi siano stati criticati e contestati. Sono reazioni che mi sembrano a dir poco ingenerose. Sono stato personalmente testimone dell’appassionato e infaticabile impegno che hanno profuso, in tutti questi mesi, al fine di mantenere la parola assunta con i propri elettori.
Se “colpa” deve essere, attribuitela a me. Quando ho assunto questo incarico ero consapevole che la responsabilità di guidare la politica generale del Governo avrebbe comportato anche l’adozione di scelte difficili.
Comprendo che per tutti coloro che osteggiano la realizzazione del progetto il fatto che questa scelta sia da imputare a decisioni assunte dai Governi precedenti e che risulti “obbligata” non siano elementi di conforto.
Ma la “politica” comporta anche assumersi in proprio le responsabilità di governo.
Ho concluso il messaggio di venerdì promettendo “un’attenzione speciale” e “tutto il sostegno” del Governo per la comunità locale.
Ci tengo a mantenere la parola”______
Beh, mica tanto. Se ci tenesse davvero a mantenere la parola, dovrebbe cominciare dal venire personalmente a Melendugno e a dire queste o altre cose che vorrà fisicamente, in piazza, o nella sede del Comune. Lo aveva promesso solennemente in almeno due occasioni pubbliche, e ora se lo è dimenticato.
Poi, è inutile che avochi a sé, responsabilità che certo ha, ci mancherebbe, ma che ricadono in primo luogo sui vertici del Movimento 5 Stelle, e sui parlamentari eletti nel Salento, dal momento che a lui non lo ha votato nessuno, ed è stato scelto non dal popolo, ma dalla Casaleggio & Associati.
E’ inutile che continui con le sue omissioni, con le sue bugie,con i suoi alibi inconsistenti, con i suoi francamente insopportabili presunti contentini, di fronte a verità vere e incontestabili, ineccepibili che più volte – e sono oramai patrimonio comune- anche qui su leccecronaca.it abbiamo più volte evidenziato, a proposito di inutilità e dannosità del gasdotto, di sedicenti penali, e soprattutto a proposito di ragioni di interesse superiore di salvaguardia del territorio e di salvaguardia della salute dei cittadini, che consentirebbero di fermare l’ opera subito, soprattutto la smetta di parlare di Tap in termini legali, burocratici e giudiziari, in luogo dell’ unico aspetto che conta, che è quello politico, del primato della politica, un concetto che egli evidentemente nemmeno conosce.
Infine, c’è da registrare un video – che chi vuole può guardare sul suo diario Facebook – del ministro per il Sud Barbara Lezzi. Dura più di sedici minuti, che in televisione, nei video, per delle immagini, non sono più nemmeno una durata eccessiva, sono tout court un’ eternità.
Di contenuti effettivi non c’è niente, per questo sono un’altra delusione.
I discorsi del ministro sono, nel succo che se ne può ricavare, tutti incentrati sul fatto che il gasdotto l’hanno progettato altri, ma non era questo in discussione, ora. Ora, se è vero come è vero che gli altri partiti l’hanno voluto, il Movimento 5 Stelle doveva fermarlo, punto. Non c’è bisogno di aggiungere altro: punto e basta.
A parte le polemiche ingenerose quanto pretestuose contro il sindaco Marco Potì, o contro chi fa informazione non pilotata da Rocco Casalino, che sono altre perle del videomessaggio ministeriale.
Però chi fa un video comunica non con le parole, ma con l’ immagine che dà di sé: l’ immagine che traspare da questo filmato è di un politico in evidente difficoltà, di arroganza di potere, di mancanza di umiltà e di un minimo di autocritica, e di sconfortante livore mal indirizzato. Punto anche qui, ché non ci piace infierire.______
LA RICERCA nell’ultimo nostro articolo sulla questione, di ieri sera
Il ministro Barbara Lezzi è in stato confusionale e dovrebbe ascoltare un consiglio da un “teppistello”.
Eviti come ministro del Sud di seguire tutte le decisioni che le impone il ministro Salvini, vero capo politico di questo governo. Non le conviene troppo, nè a lei nè temo al nostro Sud.
La ministra Lezzi è in evidente stato confusionale e palesemente in difficoltà. Mi preme rinfrescarle un po’ la memoria. Non ho mai chiesto le sue dimissioni nè quelle dei suoi colleghi. Facesse lei da sola i conti con la propria coscienza.
Risposta alla Lettera di Conte sul Tap.
Noi da 10 anni ci battiamo contro il Tap ed il primo che dice che non abbiamo fatto nulla,dico abbiamo fatto andare in galera Clini,un processo a Lecce e varie cause per cancro da emissioni metano.Chi ha avuto i voti per annullare il Tap ed ora tradisce è un coniglio che si fa condizionare dalla nota spese di Cioffi suggerita da amici azeri.
Contestiamo la risposta di Conte poco documentata data l’esclusiva azera, che oggi non esiste piu’ per gas russo nel Tanap, e poi Conte si dimentica ed è grave, che le emissioni metano hanno il precursore ozono-cancro.
Il Presidente Conte venerdì scorso Vi ha comunicato una ferale notizia che in tutti gli italiani ha provocato delusione e forse anche rabbia perchè la lobby fossile blocca l’Italia per rendite di 2.000 miliardi in 30 anni,bloccando di fatto il 100% rinnovabili nel 2035 che garantisce 400 miliardi di PIL additivo,un rapporto debito PIL verso 80 invece che 135 dato che abbiamo 2400 su 3.000 mlr.
A seguito delle ultime verifiche effettuate dal Ministro dell’ambiente Costa, Conte ha erroneamente dovuto prendere atto che non sono emersi profili di illegittimità tali da giustificare l’interruzione della realizzazione del progetto Tap.Ma Costa ha fatto verificare le carte TAP da Dirigenti che avevano fatto gia’ carte false aggirando la Seveso,la somma dei combustibili fossili,le distanze da esplosioni e violando ben 4 Convenzioni Europee e quella mondiale sullla salicornia dove in tutto il mondo è vietato costruire gasdotti sopra e sotto la posidonia e il microtunnel non è ammesso ed è un progetto mortale per le piante marine che non sono alghe come scritto nella VIA.Poi sono stati cambiati i siti come è stato rilevato.
Il complesso delle verifiche effettuate offre possibilità di impedire la realizzazione del progetto Tap in base alla Costituzione,all’aggiramento della Seveso,alle distanze mal calcolate,al non rispetto di 4 convenzioni europee.
L’autorizzazione “unica” per la realizzazione del Tap è stata concessa dal Ministro dello Sviluppo Economico il 20 maggio 2015 ma solo per gas azero.Ora essendoci gas russo decade..Il Governo italiano puo’ decidere adesso, in via arbitraria e unilaterale, di venire meno agli impegni sin qui assunti anche in base a provvedimenti legislativi e regolamentari,per ragioni sanitarie cancro e per violazione dell’Accordo iniziale solo gas russo e esposto alle pretese risarcitorie dei vari soggetti coinvolti nella realizzazione dell’opera e che hanno fatto affidamento su di essa solo sul gas azero,si va in Tribunale dicendo che nel Tanap confluisce gas russo per cui si aggira il precedente Accordo esclusivo per il gas azero.
Non è vero che possiamo prefigurare che lo Stato italiano rimarrebbe sicuramente esposto alle seguenti pretese risarcitorie da calcoli di Cioffi,legato agli Amici azeri.
Secondo i calcoli riferiti dal sindaco di Melendugno dopo la riunione al ministero dello scorso 15 ottobre, i costi ammonterebbero a 1,7-1,9 miliardi, tra riprogettazione e ritardi di 2-3 anni per l’entrata in esercizio del gasdotto.Se l’Italia nega il Tap per salute possono passare da Croazia-Slovenia con pochi Km.in Montenegro.
5.Perchè il TAP,Eni,SNAM,BP,SOCAR hanno sempre negato la relazione emissioni metano precursore ozono cancro evidenziato da scienziati americani?
Conte e Costa sul Tap non si sono ricordati che le emissioni metano provocano il precursore ozono che si puo’ trasformare in cancro.L’ozono è un composto altamente ossidante formatosi nella bassa atmosfera dai gas (originati in larga misura da fonti antropogeniche) mediante fotochimica guidata dalla radiazione solare. A causa delle sue proprietà chimiche altamente reattive, l’ozono è dannoso per la vegetazione, i materiali e la salute umana. Nella troposfera, l’ozono è anche un efficiente gas serra. Questo rapporto riassume i risultati di un’analisi multidisciplinare che mira a valutare gli effetti dell’ozono sulla salute. L’analisi indica che l’inquinamento da ozono colpisce la salute della maggior parte delle popolazioni europee, portando a una vasta gamma di problemi di salute. Gli effetti includono circa 21000 decessi prematuri ogni giorno-anno in 25 paesi dell’Unione Europea durante e dopo giorni con livelli elevati di ozono.
Tap: l’opera va bloccata perché viola la Costituzione
Le argomentazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri sui costi che l’Italia sarebbe costretta a pagare a titolo di risarcimento del danno, qualora impedisse la realizzazione del Tap, sono da ritenere prive di fondamento giuridico, se sono esatte le notizie finora fornite dalla stampa.
Se si parla di leggi, evidentemente si fa riferimento allo sblocca Italia e alla legge di ratifica dell’accordo tra Italia, Grecia e Albania, le quali sono entrambe incostituzionali, perché contrarie al principio di utilità sociale sancito dagli articoli 41 e 42 della Costituzione.
In particolare viene in evidenza anche il fatto che la pericolosità del gasdotto contrasta con la seconda parte del comma 2 dell’articolo 41, secondo il quale l’attività economica “non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Nessuno, infatti, può garantire la sicurezza dell’opera e nessuno può negare che la libertà e la dignità umana sono gravemente offese dalla patente violazione dei diritti all’ambiente e della salute dei cittadini. Tali leggi dovrebbero essere portate in via incidentale davanti alla Corte Costituzionale per il loro annullamento.
Se poi si fa riferimento a eventuali contratti tra il Governo italiano e la compagnia straniera interessata, è oltremodo evidente che si tratta di un contratto nullo, ai sensi dell’articolo 1418 del Codice Civile, in quanto esso viola “le norme imperative” di cui ai citati articoli 41 e 42 della Costituzone.
In ogni caso i responsabili del danno non possono essere i cittadini italiani ma i singoli soggetti dell’esecutivo che, legge a parte, hanno svolto un’attività amministrativa contraria all’interesse pubblico dell’Italia.
Profesor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
Ministra Lezzi si dimetta, io la sfido!
È in evidente difficoltà la ministra Barbara Lezzi che in modo confuso cambia le carte in tavola, prova ad offendere, esce fuori dalle righe e risponde a vanvera in modo nervoso e confusionario.
Cara signora Lezzi andiamo per gradi: lei, dopo aver detto che non deve rispondere ha però risposto, e già qui si nota un certo affanno tra pensiero e azione, poi mi ha definito un berlusconino di turno della televisione locale.
Mi fermo un attimo su questo concetto, lei pensa di offendermi? Lo sa che per me è un complimento grandissimo essere paragonato al Presidente Berlusconi?
Non è degna proprio di nominarlo perché se lei riuscisse a fare nella sua vita un milionesimo di quello che ha fatto Berlusconi forse potrebbe dire di aver prodotto qualcosa e invece è una miracolata della politica e senza nessuna preparazione si ritrova a rovinare il Paese e purtroppo principalmente il Sud.
Poi le voglio rispondere su un particolare molto importante, siccome non è brava a leggere le carte, le consiglio di andare a vedere la posizione di Forza Italia su TAP, ha detto sì ma non a San Foca, può andare a trovare i documenti del dicembre 2013 ad esempio, io mi sono informato anche se non ero ancora entrato in Forza Italia, dove arrivai nel 2015, ma combattevo le battaglie con il mio Movimento Regione Salento, così come nel 2009 quando fu trasferita da Lindinuso a San Foca non ci fu nessun consiglio regionale o commissione dove si discusse o si votò per questo approdo.
Vada a trovare i documenti e dimostri il contrario; coerentemente il Presidente Berlusconi lo ha ribadito in campagna elettorale, perché noi non abbiamo bisogno di mezzucci per racimolare voti, noi facciamo politica in maniera seria.
Infine, potrei stare qui per ore a spiegarle tante cose, mi soffermo però soltanto un attimo per ricordarle dov’era la televisione locale quando lei ancora non sapeva cosa fare da grande.
TeleRama era,è, e sarà sempre al fianco dei salentini come televisione militante, sentinella del territorio.
Facciamo del pluralismo il nostro cavallo di battaglia da 30 anni e per un periodo abbiamo offerto anche gratis al suo movimento uno spazio televisivo per mandare in onda un vostro TG.
Proprio per questo modo liberale di lavorare siamo stati attaccati da tutti i potenti di turno da Vendola a Fitto.
Ha mai sentito parlare delle dieci battaglie di TeleRama lanciate nel 2007? Si sorprenderà nel trovarci anche il rischio gasdotti nel Salento.
Si informi e prima di nominare TeleRama e qualsiasi giornalista provi a fare un buon esame di coscienza.
Per quanto mi riguarda non ho mai usato la mia televisione per fini personali, abbia rispetto, sono un esponente politico che ha spazio su tutti gli organi di informazione, guardi la mia rassegna stampa, e un po’ di meno anche nella mia televisione fatta di giornalisti liberi e con la schiena dritta.
Cara signora Lezzi, io lavoro da quando avevo 14 anni, in modo serio e onesto, e ho combattuto mille battaglie per questo territorio, non come lei che ha sfruttato il Salento e le sue problematiche per quella poltrona che non vuole mollare.
Cara ministra, e poi concludo, perché mi rendo conto che le sto dedicando anche troppo tempo, lei deve dimettersi non per aver autorizzato o avallato il gasdotto, no assolutamente no, io le credo quando dice di essere contraria a TAP, lei deve dimettersi perché ha fallito, perché ha promesso di bloccare l’opera in 15 giorni, perché un politico serio e onesto si deve dimettere quando non riesce a mantenere le promesse.
Lei ha tradito i salentini. E la smetta di fare la vittima, il Salento è casa sua, nessuno la minaccia ma lei ha finito di prendere voti, perché ormai le persone hanno capito il bluff che c’è dietro ad un movimento di persone messe lì a caso per sfruttare una strategia comunicativa dell’odio.
Si dimetta signora Lezzi, io non le chiedo di andare a casa ma di ricandidarsi e la sfido, sono pronto a sfidarla nel collegio uninominale, così capirà come stanno le cose; le ricordo signora Lezzi che nel 2012 quando si presentò al consiglio comunale prese 33 voti, oppure lo ha dimenticato?
Invece di rispondere adesso, con quel video dove grida senza senso, perché non mi ha riposto quando le ho posto delle questioni importanti come ministra del Sud su Quotidiano chiedendole attenzione sul riordino territoriale, sul federalismo fiscale vantaggioso per il sud, sulle infrastrutture, sull’Ilva, in quel momento ha fatto finta di nulla.
Perché se ama il Salento non è andata a combattere battaglie incatenandosi per ottenere l’alta velocità fino a Lecce tanto per fare un esempio? Di lei ricordiamo solo tante chiacchiere, come la storiella dei condizionatori, del caldo e del PIL in crescita.
Ricorda cara ministra nel 2013, a novembre, quando eravamo insieme nel teatro di Melendugno e già all’epoca parlai di festival dell’ipocrisia intorno all’argomento del gasdotto, dicendo che non si poteva fare nulla se non cambiare il punto di approdo, e lei invece gridava dalla platea che lo avrebbe fermato. E lanciai la sfida dicendo che si accettano scommesse, può andare su youtube a vedere il video di quell’intervento. Ecco cara ministra quel giorno mentre lei si battibeccava in pieno stile 5 stelle sputando sentenze con Loredana Capone e Teresa Bellanova, in quel teatro io le spiegavo cosa stava succedendo ma lei no, aveva già in mente di usare l’emotività delle persone per i suoi fini carrieristici, d’altronde non mi sembra che prima di arrivare in politica lei avesse un lavoro così prestigioso.
Concordo con lei quando dice che il M5s non ha vinto solo per TAP (nel Salento sì), forse avete vinto anche per il reddito di cittadinanza, ma visto che questo per lei non è un problema si dimetta e poi si ricandidi di nuovo, dimostri onestà.
Detto questo cara signora Lezzi le rinnovo l’invito, si dimetta, io la sfido, in modo democratico, misuriamoci in un collegio qui nel Salento!
Ormai tutti hanno capito tutto, lei è stata smascherata, e questo atteggiamento che sta avendo, attaccando tutti in quel modo, dimostra che lei è in netta difficoltà. Si dimetta, la politica è una cosa seria. Basta chiacchiere.
E’ arrivato il momento di rompere il silenzio. Lo faccio a testa alta e da No Tap tuttora convintamente contraria all’opera.
In questi giorni a San Foca le manifestazioni di rabbia sono state molto aspre. Abbiamo visto bruciare le bandiere del MoVimento, un manifesto con le nostre foto, volare brandelli di schede elettorali. Tutto questo mi ha fatto molto male.
Si chiedono le nostre dimissioni e si parla di «tradimento pianificato». Adesso è tempo di dire la nostra.
Alla domanda principale, rilanciata da un mese a questa parte anche da chi non ne avrebbe alcun diritto, rispondiamo subito: NO, non ci dimetteremo. E il motivo è semplice: non abbiamo nulla da nascondere, perché siamo certi di non aver lasciato nulla di intentato.
All’inizio dell’estate abbiamo incontrato il Premier Conte e abbiamo rappresentato l’impegno assunto con gli elettori. Il problema palesato sin da subito dal Presidente del Consiglio è stato chiaro: si tratta di un’opera infrastrutturale deliberata dai governi precedenti, ormai in fase avanzata di realizzazione. Non ci siamo dati per vinti. Sono stati riesaminati tutti i procedimenti autorizzativi e le varie deliberazioni sin qui adottate, in modo da far risaltare eventuali profili di illegittimità.
Era l’unica strada percorribile e anche su questa il MoVimento non ha risparmiato le sue energie.
Giorni e notti intere trascorse a confrontarsi, a tentare il tentabile, a cercare il cavillo burocratico a cui appigliarsi: così abbiamo tenuto fede, fino alla fine, alla nostra battaglia al vostro fianco.
Purtroppo, però, le verifiche effettuate non hanno offerto nessuna possibilità di impedire la realizzazione del progetto Tap: nessuna illegittimità o irregolarità dell’iter procedurale.
Siamo delusi dai noi stessi? No, siamo amareggiati. Siamo rammaricati, affranti, arrabbiati con chi questa gabbia l’ha costruita e adesso lascia a noi l’onere di pagarne le spese.
Avremmo voluto portare indietro la macchina del tempo, esattamente nel 2013, 5 anni fa. Quell’accordo intergovernativo tra Italia, Albania e Grecia, che oggi sancisce il destino di questa popolazione, con noi al Governo non sarebbe mai stato siglato.
Adesso non possiamo che guardare avanti, con un’attenzione particolare verso un territorio ferito. Come lo stesso Premier ha rimarcato, il Governo offrirà tutto il suo sostegno alla comunità locale.
Ce l’abbiamo messa tutta, questa ferita ce la porteremo dietro. Qualcuno più di altri. Il martirio della mia terra, del mio Salento, ha nomi e cognomi ma non sono i nostri.
CARI SCIACALLI DEL TAP, TACETE!
Ho preferito prendermi qualche giorno di tempo per riflettere, per ragionare a mente fredda o quasi. Adesso è il momento di chiarire un po’ di cose: lo devo a me stesso, ai salentini, ai nostri elettori, e anche agli “Sciacalli del TAP” , a quelli che ci hanno legato mani e piedi e ora cavalcano la giusta rabbia dei cittadini di #Melendugno, solo per salvare la faccia e provare a far dimenticare le loro malefatte.
Chiariamo innanzi tutto una cosa. Sarò sincero: non sento di dover chiedere scusa.
Per cosa dovrei scusarmi?
Per aver cercato fino all’ultimo insieme ai miei colleghi l’appiglio giusto per bloccare l’opera? Per aver sempre creduto che fosse possibile bloccare l’opera? Per aver manifestato in questi anni accanto ai cittadini contro TAP? Per aver difeso la gente dalle manganellate? Sì, le manganellate, quelle che hanno preso molti colleghi portavoce insieme ai cittadini di Melendugno. Io non dimentico, qualcuno forse lo ha fatto e anche in fretta. Qualcuno finge di ignorare che l’unica forza politica al fianco di Melendugno e del #Salento è stata ed è tuttora il MoVimento 5 Stelle.
Ho visto uno pseudo attivista del MoVimento 5 stelle, che con il MoVimento non ha mai avuto nulla a che fare, bruciare la nostra bandiera: un atto vergognoso e che richiama periodi storici bui. Per non parlare di quegli altri che hanno bruciato un manifesto con il mio volto e quello dei colleghi…
Non ho mai visto un attivista o un portavoce del MoVimento bruciare una bandiera, un fantoccio o un manifesto; ho visto cittadini protestare pacificamente, giustamente, esprimendo rabbia e sgomento, ma sempre nel rispetto delle persone, dei simboli, delle identità.
Domenica invece ho visto delle immagini che mi hanno fatto stare male e che mi hanno segnato : l’odio negli occhi di chi accendeva con leggerezza il fuoco che bruciava il nostro simbolo, le nostre facce, gridando “È questo quello che meritate”.
No, non ce lo meritiamo, non è accettabile in un Paese civile, non è giustificabile; la rabbia è giusta e va manifestata, ma non è questo il modo.
Trovo vergognoso che a quella scena abbiano assistito inermi il sindaco di Melendugno, che da noi ha avuto sempre sostegno e attenzione, e altri sindaci ed esponenti politici locali, gli sciacalli del TAP appunto, che hanno dimenticato le colpe e i responsabili evidentemente. Hanno dimenticato chi ha fatto di tutto per agevolare, concedere permessi e facilitare la concessione delle autorizzazioni. E non solo, hanno dimenticato chi invece oggi, dalla sua comoda poltrona di presidente della Regione Puglia, da sciacallo e ipocrita, strumentalizza il dolore, la rabbia e lo sconforto dei cittadini per aizzare l’odio nei nostri confronti. Ricordiamo a Michele #Emiliano che se non fosse stato per lui, per loro, per il #PartitoDemocratico , TAP non sarebbe mai esistito. Punto. Questa è la verità. E non venga Emiliano a farci la morale.
L’accordo su TAP è stato firmato dal governo #Monti, è diventato legge con il governo #Letta ed è stato rivendicato come uno dei risultati più rilevanti del suo esecutivo da Matteo #Renzi. Non lo dimentichiamo!
Anche Emiliano si è dichiarato sempre a favore di TAP, quindi faccia un favore a se stesso e a tutti i pugliesi, TACCIA, EMILIANO! LO FACCIA PER DECENZA.
Emiliano, pur avendone il potere, non ha fatto NULLA per fermare il gasdotto. Poteva avviare per tempo la pratica per istituire il SIC, un sito di interesse comunitario marino in quella zona. Non lo ha fatto.
Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo; non abbiamo nulla di cui rimproverarci, se non il fatto di non essere arrivati al Governo nel 2013. Allora sì che sarebbe stato tutto diverso!
Mi preme ricordare che, ad aprile, il sottoscritto insieme ai colleghi Diego De Lorenzis Portavoce e Daniela Donno, si è recato in Procura e ha presentato un esposto che ha portato al sequestro dell’area di cantiere denominata “Cluster 5”, ancora oggi sotto sequestro, e per la quale la Magistratura ha rigettato nei giorni scorsi la richiesta di dissequestro da parte di TAP.
Gli sciacalli del TAP, come #Pagliaro, come Emiliano, hanno mai fatto qualcosa del genere? No. Pertanto abbiate la decenza di tacere.
Pagliaro che predica bene ma razzola malissimo, lui che si vanta di essere nel direttivo nazionale di quel partito, #ForzaItalia , che è stato da sempre favorevole a TAP. Lui che viene a parlare a me, a noi, di dignità, di coerenza, di tradimento, di malafede. Pagliaro si dimetta dal direttivo di Forza Italia e poi ne parliamo, forse.
Il partito del condannato in via definitiva, il partito il cui presidente ha pagato fior di milioni a Cosa Nostra, che ha corrotto senatori, che nel malaffare ci ha sguazzato per anni. No caro Pagliaro, la morale tu a me non la puoi fare, abbi la decenza di stare in silenzio.
Ma torniamo a noi. Ho partecipato a manifestazioni, cortei, riunioni, dibattiti, ci sono stato da cittadino, da attivista, fermamente convinto dell’inutilità del gasdotto TAP. Oggi sono incazzato, deluso da questa sensazione di impotenza di fronte a chi ci ha legato mani e piedi, non lasciandoci alcuna possibilità di manovra.
Possiamo noi prenderci la responsabilità di esporre il Paese, i cittadini italiani, a risarcimenti miliardari ad aziende private revocando (senza appigli giuridici) permessi concessi da chi ci ha preceduto?
No, purtroppo non possiamo.
Chi mi accusa di aver tradito gli elettori e il mio territorio, e mi invita alle dimissioni, è uno sciacallo, un disonesto, un approfittatore. Sono stato eletto come tutti i miei colleghi in base a un programma che prevedeva 20 punti.
Quei 20 punti li stiamo portando a casa, piano piano: in 5 mesi stiamo facendo tanto, cose che gli altri non hanno fatto in decenni.
I problemi del Salento sono tanti e stiamo lavorando per risolverli. Io credo che anche in Salento ci siano pensionati che vivono con meno di 300 euro al mese e a loro stiamo restituendo dignità e stiamo permettendo di vivere la vecchiaia serenamente.
Nel Salento ci sono centinaia, migliaia di giovani che non trovano sbocchi lavorativi e sono costretti ad andare all’estero. A questi ragazzi stiamo dando una alternativa, con il reddito di cittadinanza, incentivando la loro formazione, agevolandoli nell’apertura di nuove aziende. Il tutto per farli rimanere qui, in Italia, in Salento, per far crescere la nostra terra e dar loro una possibilità. Stiamo mandando finalmente in pensione, superando la legge Fornero, chi ha lavorato per una vita. Abbiamo abolito i vitalizi, nessuno lo ha mai fatto, risparmiando soldi dei cittadini italiani, tagliando le pensioni d’oro, tagliando gli sprechi, restituendo dignità ai lavoratori, risarcendo i truffati dalle banche, investendo 15 miliardi in infrastrutture.
Questo e tanto altro stiamo facendo.
Scusate se in 5 mesi abbiamo fatto così poco, miglioreremo. Scusate se stiamo mantenendo le promesse, scusate…
Dunque, alla luce di quanto elencato, dov’è il tradimento? Non ho tradito nessuno e di certo non posso dimettermi, perché non sono stato eletto solo per bloccare Tap, ma per difendere gli interessi degli ultimi, per farmi portavoce dei cittadini, per portare le loro istanze all’interno di quei palazzi che fino a pochi anni fa erano inaccessibili ai semplici cittadini.
Io non abbandono il mio territorio, farò fino all’ultimo quanto possibile per trovare quei cavilli che fino ad oggi non sono emersi. E se non li troverò, attenderemo la Magistratura.
Io sono salentino, sono leccese, sono un semplice cittadino oggi prestato alla politica. Guarderò sempre tutti negli occhi, a testa alta, dirò sempre la verità e sarò la persona che sono sempre stata.
Criticatemi, offendetemi, bruciate i manifesti con le nostre facce, non importa. Io lavorerò comunque sempre nell’interesse degli italiani che ci vogliono qui per cambiare le cose!
CARI SCIACALLI DEL TAP, ARRENDETEVI: Noi siamo qua per mandarvi tutti a casa, e non ci fermeremo finché non avremo fatto pulizia e risollevato il Paese dalle ceneri in cui l’avete ridotto!
“Ho qualcosa di molto importante da dirvi su Tap” così titola il suo post su facebook, garbata ministra Lezzi, quel post dove lei sferra un attacco contro il sindaco di Melendugno Potì, contro la giornalista Colluto, contro Gianluca Maggiore portavoce del Movimento NoTap e, ovviamente, contro tutti coloro che continuano ad esprimere il proprio dissenso. Che siano suoi elettori o meno, lei si è scagliata a tutto campo. Piena di arroganza e di certezze.
Già tanti le hanno ricordato che le sue parole in campagna elettorale sono state altre, in troppi, delusi e amareggiati dal suo voltafaccia, hanno postato le sue dichiarazioni e le sue dirette accanto ai manifestanti (ops Teppisti) del Movimento NoTap, prima che diventasse ministra e che i giochi, i suoi giochi, cambiassero. A che servirebbe unirsi al pur legittimo coro?
No, garbata Barbara Lezzi, a noi interessa che lei abbia contezza di chi sono coloro che lei ha definito genericamente “teppistelli”. Siamo un’accozzaglia, un gruppo eterogeneo di individui.
Alcuni di noi sono insegnanti, altri studenti, o pensionati, precari, disoccupati, baristi, avvocati, archeologi, operai e ristoratori. Alcuni sono lavoratori agricoli, altri autisti, piastrellisti, docenti universitari, sociologici, madri, padri. Siamo l’accozzaglia di cui sopra, siamo Movimento. Litighiamo perché non siamo uguali né per formazione né per cultura. Non proveniamo da esperienze comuni.
Siamo (in) Movimento! Stiamo insieme e ci organizziamo, ci confrontiamo con le nostre diversità e le troviamo bellissime. Siamo tanti e tante e tutti diversi. E’ una sensazione bellissima far parte di un insieme mantenendo la propria libertà e la propria coerenza: l’ha mai provato?
Siamo proprio noi, ancora noi, gli stessi che abbracciava stringendoglisi accanto quando la polizia caricava perché cercavamo di impedire l’eradicazione degli ulivi, o il passaggio dei mezzi della multinazionale. Quelli che, legittimamente, cercavano di rallentare la devastazione di quel territorio patrimonio di tutti, anche suo. Chi respira, conosce e ama questo lembo di terra (diventato improvvisamente e strumentalmente famoso) sa di che cosa stiamo parlando. E, soprattutto, sa chi siamo veramente.
Rispondere con una diretta facebook di quel tenore alle giuste proteste di quanti si sono sentiti gabbati da promesse elettorali roboanti fasulle è da piccola e meschina politicante. E’ sbagliato a prescindere deridere chi manifesta la propria contrarietà ad un’opera che lei stessa, pochi mesi addietro, avversava con spirito da leonessa, o da micetta. Per noi accozzaglia fa poca differenza. Perché a noi le differenze piacciono. Smetta ora di dividere il mondo tra buoni e cattivi, smetta di accampare scuse puerili sventolando risarcimenti non quantificati, smetta di tirare in ballo persone decedute (non fa onore a nessuno prendersela con chi non c’è più) e addossare ogni colpa alla vecchia compagine governativa, non perché non siano -anche loro- responsabili di questa e mille altre nefandezze, ma perché ora il governo del Paese è nelle vostre mani e di sentirsi sempre rispondere: “E allora il PD?” non se ne può più.
La nostra esortazione a smetterla non ha carattere intimidatorio, siamo “teppisti” sì, ma educati, e neppure vogliamo indurla ad un ragionamento più ampio per il nostro tornaconto personale dandole un ulteriore apertura di credito, no, garbata ministra Lezzi, noi glielo chiediamo perché lei ha fatto davvero una figuraccia. Al di là dei commenti delle sue truppe cammellate sul web, lei in questa diretta ha rivelato solo grettezza.
Ma noi “Teppisti del Movimento”, forse saremo gli unici, vogliamo testimoniarle la nostra gratitudine, lei ha reso gli affanni quotidiani che ci troviamo tutte e tutti a dover fronteggiare, portare e prendere i figli da scuola, fare la spesa, lavorare, studiare, far quadrare il bilancio familiare e, soprattutto e con nuovo vigore, lottare contro quest’opera, una priorità nelle nostre vite. Ascoltare il suo livore verso sindaco, giornalista e portavoce del Movimento ci ha ricompattato, ci ha fatto sentire migliori. Ancora più uniti, solidali, determinati.
Si è consolidata in noi, se mai ce ne fosse stato bisogno, che questa idea di futuro e di diritti che noi portiamo avanti è una lotta giusta. Il Movimento è in marcia da San Foca su verso la Val Susa, attraversando, proprio come fa questo inutile gasdotto, tutta l’Italia. Un’Italia che ha scelto di posizionarsi da una parte precisa, quella che tutela i diritti delle comunità, che avversa le disuguaglianze e la protervia del potere. Quella parte di mondo che riuscite solo ad additare ma non ad ascoltare. Desiderare di far crescere le future generazioni all’insegna del “Cambiamento”, quello vero, è l’obiettivo del nostro impegno quotidiano, nessuno attraverso meschini raggiri, riuscirà a convincerci che la nostra visione debba essere sacrificata dall’avvelenamento delle relazioni tra ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, tra chi ha pancia e chi ha testa, tra chi ha un colore e chi un altro.
Noi siamo Movimento e ci muoveremo, nel mondo: Disomogenei eppure Uguali.
Senza alcuna stima, garbata ministra Lezzi, arrivederci a presto!
Dichiarazioni rilasciate questa mattina dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: “La questione Tap l’hanno capita tutti, soprattutto l’hanno capita i militanti del Movimento 5 Stelle e i deputati del M5s. Ci hanno presi in giro, hanno preso in giro anche me. Noi eravamo convinti, con il nuovo governo, di avere finalmente un interlocutore non soggetto alle lobby.
Invece questi, in poche settimane, si sono fatti mangiare dalle lobby del Tap esattamente come si era fatto mangiare Renzi, come si era fatto mangiare Calenda.
Evidentemente Roma è un posto dove come arrivano le persone che vengono elette dai cittadini, si fanno mangiare dagli interessi privati.
Questa cosa è una vergogna”.