STELLONE FA SCACCO MATTO A LIVERANI: LECCE RIMANDATO, PALERMO ANTI-PESCARA
di Annibale Gagliani______
LA PARTITA
Nella notte d’alta quota del Via del Mare, non importa il braccio di ferro Icardi-Higuain, ma la partita a scacchi tra Stellone e Liverani. La vince in extremis il tecnico rosanero, pescando all’ottantatreesimo Pușcaș dal cilindro di massima serie. L’attaccante romeno fissa il definivo 2-1 all’ottantacinquesimo su assist di Trajkovski, altro colpo di genio a gara in corso del mister romano.
Prima frazione di gioco costellata da copovolgimenti di fronte e grande equilibrio. Squadre posizionate con moduli a specchio, 4-3-1-2, sintomo di grande rispetto dei palermitani nei confronti delle capacità tattiche dei salentini. Alla forza fisica del tridente ospite Faletti, Moreo, Nestorovski – primo marcatore con un sinistro piazzato all’angolino al suo terzo tentativo -, i padroni di casa oppongono le ottime trame del rombo di centrocampo, con Petriccione in cabina di regia che studia da Modrić, Scavone a fare legna, Tabanelli più cigno che cestista – autore del momentaneo pari con una volè di destro da fuori area che ha trafitto chirurgicamente Brignoli – e capitan Mancosu senza effetti speciali.
L’equilibrio rimane una costante anche nella ripresa: il Palermo riesce a prendere la fascia sinistra con Mazzotta, portando diversi pericoli in area leccese, dove i centrali Marino e Meccariello hanno disputato una sfida diligente fino al goal di Pușcaș. Il Lecce soffre gli inserimenti a fari spenti dei centrocampisti avversari, ma ancor di più è orfano dei suoi attaccanti. La Mantia e Palombi offrono buoni movimenti per la squadra, non riuscendo quasi mai ad affettare la coppia Bellusci-Struna ed evidenziando polveri bagnate sotto porta.
Mister Liverani ritarda colpevolmente i cambi sul fronte offensivo, non portando linfa nuova in tempo. Cosa invece riuscita perfettamente al collega Stellone, che vede adesso la propria rosa proiettarsi all’inseguimento della lepre Pescara con quattordici punti contro diciotto, ma con una partita in meno. I giallorossi perdono un’ottima chance per agganciare il secondo posto, ma l’importante qualità del gioco dimostrata a tratti e soprattutto l’unità d’intenti dell’ambiente, con più di dodici mila tifosi ad applaudire orgogliosamente a fine gara, lasciano ben sperare in una salvezza rapida (con vista play off).
PAGELLE
LECCE
Vigorito 6: Incolpevole sui goal e protagonista di uscite puntuali. In crescita.
Venuti 5,5: Soffre la verve di Mazzotta e non spinge come dovrebbe. Può crossare meglio.
Meccariello 5,5: Partita da 7 fino all’ottantacinquesimo. L’amnesia sulla palla sporca in area di Pușcaș macchia una partita piena di anticipi tempestivi e discreta precisione. Da rivedere.
Marino 6: Non fa rimpiangere Bovo, con una prestazione per larghi tratti da difensore navigato. Come per Meccariello, l’abbassamento di concentrazione negli ultimi minuti gli vale un voto più basso. Può fare di più.
Calderoni 6: Crossa molto di più e meglio di Venuti, ma non riesce a vincere la sfida contro Rispoli. Può fare meglio.
Perticcione 7: Regista di spessore e concetto. Nei movimenti ricorda colleghi croati di levatura internazionale. Sarà uno dei fari di questo Lecce. Piedi saggi.
Scavone 6: Grande lotta in mediana, ma anche qualche sbavatura. Il suo ruolo da equilibratore risulta spesso decisivo nel pressing verso i palleggiatori avversari. Boscaiolo.
Tabanelli 7,5: Mette l’abito da sera, decide di deliziare la platea con giocate sopraffine. In esplosione.
Mancosu 6: La guida della squadra oggi non determina le sorti. Il suo apporto è sempre fondamentale, ma non è serata. Imprevedibile.
La Mantia 5,5: Si mangia qualche goal e lascia il suo gomito sul volto dell’isterico Bellusci. Ha sparato a salve.
Palombi 5,5: Qualche scatto fulminante, ma fa soltanto il solletico a Brignola. Si attendono i suoi strappi.
Pettinari 6: Per poco fa 2-2 appena entrato, ma Brignoli non è l’ultimo arrivato.
Haye senza voto
Dubickas senza voto
Liverani 5: Tarantolato in panca trasmette tanta energia ai suoi, ma ritarda colpevolmente i cambi. Poco coraggio, poca resa. Dietro la lavagna.
PALERMO
Brignola 6,5: Portiere da Serie A ghettizzato inspiegabilmente in B. Grandi uscite e buone parate. Nella sua testa rimane il ricordo di Benevento-Milan.
Rispoli 6: Match senza infamia né lode, ma non si fa superare da Calderoni. Ex meno atteso.
Bellusci 6,5: Molto nervoso, ma ha il merito di annullare La Mantia. Volpone.
Struna 6: Partita con qualche defaiance, ma aver fermato la coppia d’attacco leccese lo porta ad aver ragione. Testone.
Mazzotta 6,5: Spinge tanto bloccando Venuti. Crossa con buona qualità, ma gli attaccanti non sempre lo seguono. Incompreso.
Rajkovic 6: Prestazione diligente e di concetto, ma niente di che. Ligio.
Jajalo 6: Fa legna in mezzo e quando può si inserisce. Biscia.
Murawski 6: Buoni inserimenti e visione di gioco. Polmoni fieri.
Faletti 7: La sua vivacità mette in difficoltà la difesa del Lecce. Meriterebbe anche il goal, ma non ci crede abbastanza. Talento.
Moreo 6,5: Fisico marmoreo e buoni movimenti. Tiene su la squadra.
Nestorovski 7: Gli basta toccare tre palloni per metterla dentro, un po’ come fece quando trafisse Buffon. Avvoltoio.
Trajkovski 6,5: Entra e dà la prima scossa. Giocatore sprecato in cadetteria.
Aleesami 6: Uomo funzionale in ogni categoria. Continua a tenere a bada Venuti, facendo il suo.
Pușcaș 7,5: Il man of the match. Tocca un solo pallone e lo butta dentro. Gli anni in Serie A, le giovanili all’Inter e la nazionale romena si fanno sentire. Cecchino.
Stellone 7,5: Indovina tutti i cambi e fa rinascere il Palermo con tre punti pesantissimi. Assieme a lui il Barbera può tornare a godere, puntando sul serio alla Serie A.
COME SARA’ IL DOMANI
Il Lecce può guardare con coraggio e ambizione al futuro prossimo. Oggi è quinto in classifica a soli due punti dalla promozione diretta. La cadetteria 2018-19 evidenzia un grosso livellamento e solo attraverso il gioco e la qualità dei singoli si potrà andare lontano. Il primo fattore è in costruzione, il secondo non è in discussione. Un trittico terribile attende gli uomini di Liverani: Foggia fuori, Crotone dentro, Pescara fuori. Dopo questa tempesta perfetta, capiremo se il Lecce è pronto a dare esami universitari, oppure se sarà ancora intento a superare la maturità.
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