LA PROPOSTA / UN PARCO LETTERARIO NEL SALENTO?

| 22 Ottobre 2018 | 1 Comment

di Raffaele Polo______

Proseguendo in un discorso che riguarda poeti e prosatori salentini, quasi tutti poco conosciuti e meritevoli di essere maggiormente apprezzati proprio dalla nostra gente, mi viene rivolto l’invito, tutto intellettuale e ricco di sollecitazioni, di stimolare l’interesse verso la creazione di un ‘parco letterario’ salentino.

Ora, dopo l’intuibile entusiasmo iniziale, è giocoforza considerare alcuni aspetti molto importanti che giocano contro una facile realizzazione dell’idea.

 

Anzitutto bisogna chiedersi cosa sia un ‘parco letterario’. E gli esempi che abbiamo sotto gli occhi, a conferma di quanto voluto dall’ideatore Stanislao Nievo (ricordate come ci appassionò il suo ‘Il prato in fondo al mare’?) ci parlano di un territorio ben identificato, caratterizzato da diverse combinazioni di elementi naturali e umani che illustrano l’evoluzione delle comunità locali attraverso la letteratura.

Detto in parole povere, noi salentini potremmo realizzare un parco letterario solo…. nella fantasia. Qualcosa potrebbe nascere attorno a Casa Comi, a Lucugnano, magari comprendendo gli opifici che fecero fallire miseramente il Barone e, perché no, allargando il discorso al Castello di Casamassella. Ci aggiungerei Papa Galeazzo, arciprete dello stesso paese e personaggio di indubbio spessore per la sua popolarità. Ma, in realtà, proprio Casa Comi è stata acquisita dalla Provincia e ora è praticamente abbandonata, mentre nel Castello di Casamassella l’estate si celebra Gianni Brera…. Insomma, nessuna evoluzione delle comunità locali attraverso la letteratura…

 

Verrebbe da invocare la creazione di un parco letterario nelle Marine di Melendugno: partendo da Rina Durante, dai versi e dalle immagini dedicate a Malandrino e alla Poesia, arriveremmo ai resti di Roca, scontrandoci poi con la TAP… Se è questa l’evoluzione che ci siamo meritati, poveri noi.

 

Bodini parla e descrive Lecce, Cocumola, Brindisi, ha la tomba nel Cimitero di Lecce e il verso che gli hanno scolpito sopra contiene anche un errore: giusto per far notare come gli elementi umani di questo territorio riescano a travisare e ignorare anche i simboli più semplici.

Potremmo, peraltro, affidarci ad un parco che comprenda le mura di Lecce e l’Arco di Porta Napoli. Ma sarebbe ben misera cosa, crediamo, rispetto al ‘natio borgo selvaggio’ di Recanati o al castello della Contessa Morra.

Carmelo Bene, certo. Attendiamo che qualcosa ci dimostri come i salentini possano amichevolmente ammettere di aver compito una seria evoluzione culturale grazie alle opere e all’esempio del Maestro, di cui si ricorda soltanto, presso la gente comune, l’esibizione sulle torri di Bologna e l’infinita serie di gossip che sono, questi si, a disposizione per un ‘parco della estrosità più marcata’ di più facile istituzione.

 

Una locazione perfetta ci sarebbe, in realtà. Ed è il faro della Palacia, ad Otranto. Che sarebbe perfetto per lanciare il suo bagliore proprio verso quell’Oriente da cui è sempre giunto il nemico, da sconfiggere solo con la cultura e la letteratura. Ma, pur assemblando nel faro tutte le testimonianze del fertile ingegno salentino, siamo sicuri che, dopo un breve entusiasmo iniziale, non assisteremmo all’esito similare della Casa Comi, abbandonata a se stessa coi suoi libri, i suoi quadri e la sua atmosfera pregna di poesia e ricordi?

 

Facciamo così, allora: consideriamo che il Salento è, in realtà, un grande parco letterario, che tocca tre mari e non ha confini ben definibili. Ma la sua gente è, sicuramente, evoluta e cresciuta grazie a tutte le forme di arte.

Solo che, purtroppo, non se n’è ancora resa conto.

 

 

Category: Cultura

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Comments (1)

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  1. Graziella Belloli ha detto:

    Lucidissima riflessione, come sempre. Tuttavia io non demorderei.Perche’ non pensare a un parco della “letteratura orale” ,ovvero quella della Grecia salentina ? Forse avrebbe tutti i requisiti richiesti!

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