AI TRE PARLAMENTARI DEL M5S CHE OGGI HANNO PRESENTATO UN ESPOSTO ALLA MAGISTRATURA BISOGNA RICORDARE CHE SONO LORO AL GOVERNO. INTANTO LA MULTINAZIONALE DEL MAFIODOTTO LANCIA UN AVVERTIMENTO PREVENTIVO: “Non esiste un piano B”

| 24 Settembre 2018 | 1 Comment

di Giuseppe Puppo______

Il senatore Lello Ciampolillo, 46 anni, di Bari, al suo secondo mandato, l’ on. Sara Cunial, 39 anni, di Bassano del Grappa, e il senatore Saverio De Bonis, 54 anni, di Irsina, neo eletti, tutti del Movimento 5 Stelle, hanno diffuso la seguente nota:

“Sulla base della mancata ottemperanza di varie prescrizioni poste a base dei relativi decreti attuativi, questa mattina, assistiti dall’avvocato Gaetano Filograno, abbiamo presentato alla Procura di Lecce una richiesta di sequestro del gasdotto Tap e in particolare dell’area interessata alla realizzazione del micro tunnel, sottolineando al contempo la scarsa chiarezza della procedura amministrativa.

L’urgenza dell’iniziativa è legata all’imminente ripresa dei lavori, come comunicato con nota del 21 settembre dalla stessa Tap. Alla luce di tutto ciò abbiamo deciso di procedere con un’azione legale. Essere a conoscenza di questi fatti e rimanere inermi avrebbe significato, infatti, non solo tradire il nostro mandato elettorale, ma disattendere totalmente al nostro dovere di parlamentari della Repubblica Italiana”.

Ben vengano iniziative come questa, è il commento di leccecronaca.it, del resto non nuove e, sempre del resto, che solo insiste, in quanto all’ attenzione della Procura della Repubblica di Lecce ci sono già altri esposti, e indagini in corso.

Quello che colpisce, di questa prima notizia di giornata, sul fronte caldo dell’ autunno caldissimo del gasdotto Tap, nelle doverose riflessioni serali sono due ordini di ragionamenti.

Perché non è firmata dai parlamentari salentini, di cui risparmiamo il lungo elenco, fra vecchi e nuovi?

Si tratta di un’iniziativa estemporanea, per non dire propagandistica, e basta?

Che bisogno c’era – e ripetiamo: comunque sia la benvenuta, se non altro perché tiene viva l’attenzione – di farla firmare da esponenti pentastellati del Veneto, della terra di Bari e della provincia di Matera?
E i “nostri”?

Ma poi, e soprattutto: quello che abbiamo sentito più volte dire dai magistrati in questi anni è che la faccenda del gasdotto è una questione politica, non una questione giudiziaria.

La politica non può delegare alla magistratura di risolvere quello che le compete.

I magistrati fanno il loro mestiere, su questo, come su tutto, ma questa è una faccenda POLITICA e non giudiziaria, non tecnica-amministrativa.

Il M5S – toh, hanno bisogno che glielo si ricordi – è al governo, cioè può decidere: hanno la presidenza del consiglio dei ministri, la vicepresidenza del consiglio dei ministri e il ministero allo sviluppo economico, il ministero all’ ambiente e il ministero alla salute.

Insomma, il gasdotto avrebbero potuto – e tuttora possono, ove lo volessero davvero, invece di perdersi su inutili tavoli di valutazione costi-benefici di cui non si ha riscontro, né degli oggetti di valutazione, né del ‘tavolo’ stesso- bloccarlo “in quindici giorni”, come promise qualcuno, a nome di tutti, in campagna elettorale e per cui fecero il botto di voti…

 

E veniamo alla seconda riflessione di serata sulla seconda notizia di giornata.

Oggi il managing director di Tap AG, Luca Schieppati, parlando a Milano nel corso dell’energy summit organizzato da 24 Ore eventi, ha dichiarato:

“Non credo che esistano piani B, il Tap è stato progettato secondo rigorosi criteri di autorizzazione che hanno certificato che il nostro approdo minimizza e annulla gli impatti economici e ambientali, riteniamo che questa sia la soluzione.

Siamo all’80% del progetto complessivo in Grecia, Albania e Italia. In particolare, in Grecia e Albania siamo al 99% della pista. In Italia abbiamo sterrato il pozzo di spinta e abbiamo messo a dimora 650 ulivi che saranno reimpiantati esattamente dov’erano.

Abbiamo fatto la pausa estiva volontaria per non dare impatti sul turismo e siamo pronti a realizzare il micro tunnel, un’opera molto semplice. La nostra volontà, nel pieno rispetto del dialogo, è di proseguire”.

In codice, è la risposta della multinazionale alle voci che continuano a circolare, senza aver trovato nessuna verifica attendibile, non sappiamo da chi e perché messe in giro, secondo cui l’ elefante del  famoso tavolo di valutazione alla fine partorirebbe il topolino di chiedere, gentilmente, ci mancherebbe altro, alla Tap, di spostare solo l’ approdo di San Foca (nella foto), in cambio del beneplacito a finire l’ opera.

L’ altro elefante oggi ha…che verso fanno gli elefanti? Ah, barrire. Ecco, oggi dall’ Azerbaigian, a Milano, fino a Roma e al Salento, l’ altro elefante della Tap ha mandato un barrito potentissimo, che assomiglia a un diktat.______

LA RICERCA nella nostra vignetta del 14 agosto scorso

SI’ TAP… NO TAP… ORA SERVE UNA TOPPA – la vignetta di Melcore

 

Category: Cronaca, Politica

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  1. Comitato No Tap - tramite Facebook ha detto:

    ++PER IL GASDOTTO NESSUN PIANO B, È UN’OPERA CHE VA FERMATA!+++
    —E intanto gli uffici negano l’esistenza di un comitato di conciliazione—

    Di proclami e slogan inconsistenti ne abbiamo sentiti tanti, non ultimo quello del managing director di Tap, Luca Schieppati. Slogan che si basano sulla demagogia, non su dati e documenti reali, che invece ci dicono che l’opera VA FERMATA.

    L’ultimo documento, in ordine cronologico, è la risposta all’ennesima richiesta di accesso civico agli atti: l’ufficio di programma del governo ci ha risposto dicendoci che “questo ufficio non è in possesso di alcun documento o informazione sul Comitato di Conciliazione”!
    In base al contratto di governo, la questione “grandi opere”, quando non direttamente disciplinata dal Governo, deve costituire oggetto di un fantomatico “comitato di conciliazione” che ad oggi non esiste!

    Questo dato, unito agli accessi agli atti dei singoli ministeri che non hanno dato alcuna risposta, ci fa capire che il tema Tap non viene affrontato nelle stanze di governo!

    Questa è un’ulteriore prova di come un’opera privata si stia insinuando in un governo nazionale senza il minimo controllo.

    Ma non bastano soltanto le noncuranze di un governo che si sta dimostrando inconsistente.
    Non devono essere la magistratura (indagini aperte e sequestri e, non ultima, la denuncia di tre parlamentari, forse in disaccordo con i loro stessi vertici), i problemi tecnici (che tap sta cercando di mettere a tacere) o gli interessi della stessa multinazionale a fermare il TAP, ma la sua INUTILITÀ, certificata da studi internazionali e analisi sui dati!
    Tap è inutile per TUTTI, tranne che a quei pochi che speculano sull’opera!

    In un Paese che vive di false promesse e di “comitati di conciliazione” inesistenti, il gasdotto TAP, come tante opere inutili, va BLOCCATO.

    Noi diciamo basta agli accordi con il malaffare, basta a una politica che abdica al suo ruolo, basta a infrastrutture pensate come mangiatoie sulla testa delle popolazioni, di tutte le popolazioni.

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