LECCECRONACHE / IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
di Raffaele Polo______
Andavamo, tenuti per mani, col grembiulino fresco di stiratura e la cartella vuota (era il primo giorno di scuola), solo l’astuccio con i pastelli ‘FILA’ ancora nella scatola, con la figurina della maschera ancora da scoprire (in ogni confezione da sei pastelli, c’era un segnalibro con l’effigie di una maschera. Ricercatissima quella di ‘Arlecchino’, molto comuni Stenterello, Colombina e Peppe Nappa…) e un poco di timore per quelle interminabili ore che avremmo trascorso lontano dall’ambiente familiare dove c’erano i nostri giochi, i genitori, i fratelli, insomma il nostro Universo.
La mano della mamma stretta forte, lo sguardo a scrutare gli altri grembiulini, qualcuno già visto, altri ancora da frequentare e conoscere.
Era il 1° ottobre, in tutta Italia si iniziava la scuola, apprensione ed emozione già dalla mattina quando ci guardavamo nello specchio, con quella curiosa pettinatura che si ostinavano a farci, i capelli bagnati tutti all’indietro e guai a toccarli…
Poi, l’incontro con la maestra, ce n’erano tre o quattro che chiacchieravano, mentalmente sceglievamo la nostra preferita, poi venivamo distratti dagli altri bambini che si mettevano d’accordo per il posto da occupare. Qualcuno già piangeva, la mano della mamma ci ha bonariamente affidati alla maestra, no, non era quella che ci piaceva, chissà come sarà questa che un poco assomiglia alla nonna….
Un giorno indimenticabile, la prima, vera prova da affrontare e superare. Negli anni successivi, si sarebbe ripetuta tante altre volte, con altre scuole, nella vita militare, negli uffici. Ma quella del primo giorno di scuola è indelebile e piena di malinconia. Soprattutto per quel mal di stomaco che ci accompagnava per tutta la mattinata, sentivamo poi il nostro cognome chiamato assieme agli altri, rispondevamo ‘presente’ e cominciava la routine….
Oggi…Oggi guardiamo con tenerezza e nostalgia quei frugoletti che, con zainetti improbabili e un’aria spavalda, ma che nasconde il medesimo magone che cercavamo di nascondere, si avviano verso il portone aperto di una Scuola che, soprattutto nei primi tempi, è ancora come la ricordiamo noi. Certo, non c’è l’inchiostro e non ci sono i pennini, anche il grembiulino a volte è scomparso e i pastelli…. No, c’è ancora la marca ‘FILA’ con il nome del colore bene in evidenza sul legno del pastello. Ma non c’è più la sorpresa del segnalibro con la maschera, sarà finalmente Arlecchino?
Nel nostro immaginario è sempre il suo vestito multicolore che si mescola all’aria del Primo ottobre, a quell’odore tipico delle classi elementari, che ha qualcosa di unico, a quel languore che ci ha presi quando la mano della mamma ha lasciato la nostra.
No, stavolta non è proprio cambiato nulla, osserviamo pensosi mentre, là in fondo, un bambino con i capelli bagnati e tirati tutti indietro, sta piangendo in silenzio, spaventato dalla Vita.
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