“Un pasto al giorno” ANCHE A LECCE NEL FINE SETTIMANA
di Paolo Paladini______
Un sottile, ma persistente imbarazzo si impadronisce della mia mano, mentre provo a scrivere questi pensieri.
Il direttore mi passa per competenza, per le mie eventuali valutazioni di merito al riguardo, come fa per tutti i redattori, ognuno libero di decidere e sovrano nello scrivere nel suo settore, un comunicato riguardo a un’ iniziativa nel sociale, che viene dal mondo del volontariato.
Da ateo convinto e da persona fortemente anticlericale qual io sono, devo così occuparmi oggi dell’ evento denominato “Un pasto al giorno”, nel corso del quale alcuni volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII saranno presenti questo fine settimana nelle piazze di Lecce, Brindisi e Bari per raccogliere fondi.
A livello inconscio sopravanzano nella mia mente tutti quei valori che mi hanno da sempre spinto verso una sorta di profonda avversione nei riguardi di tutto ciò che concerne la Chiesa e le religioni in generale.
Allora penso ai dogmi; alla insinuante azione di una presunta morale non solo nei confronti dei battezzati ma, addirittura, di tutto il genere umano; al giudizio grossolano dato sulla sessualità e sulla vita delle persone per finire, poi, alla stessa figura di Dio, un qualcosa che l’uomo ha inventato da sé stesso per sé stesso fin dalla notte dei tempi.
Sto quasi per abbandonare “l’impresa”.
Di colpo, però, silenzio.
Mi accorgo che con tante congetture mentali sto facendo confusione.
Ho bisogno di fermarmi.
Non posso permettere ad alcuni giudizi d’insieme di avere la meglio su me.
Continuo dunque di informarmi meglio e scopro che sabato 22 e domenica 23 settembre prossimi, in cambio di un’offerta libera, chiunque avrà voluto prestare il suo contributo potrà ottenere in cambio il secondo volume di un libro (#iosprecozero) sulla sostenibilità quotidiana di alcuni comportamenti nell gestione del cibo e le risorse naturali.
Ecco quindi la prima scossa tellurica alla quale vengono sottoposte tutte le mie certezze: la natura non è forse un elemento capace di andare oltre tutti i confini e le appartenenze singole?
Il sole che mi scalda in Italia è esattamente lo stesso che splende a in Giappone o in Australia come pure il cibo che sazia un credente è perfettamente identico a quello che sazia un ateo.
Allora perché tutti questi miei pregiudizi?
Come se non bastasse, mi accorgo che, grazie alle donazioni raccolte nel corso dell’evento, la comunità Papa Giovanni XXIII potrà garantire sette milioni e mezzo di pasti all’anno per cinquemila persone in tutto il mondo.
Ho ancora un terremoto dentro.
Chi sono io per non dare risalto ad una simile notizia?
La fame è fame da qualsiasi angolazione la si osservi. E non conosce bandierine, e non conosce etichette.
Benedetta sia, perciò, (nel senso letterale del termine) la mano capace di placarla, almeno per un momento.
D’altronde lo sottolinea anche la Costituzione italiana, il mio Vangelo laico: “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Non ho motivo di oppormi oltre.
Scrivo!
Con la speranza, però, (ma questo ormai lo dico con la mente sgombra da ogni sorta di retropensiero) che quel gesto di dar da mangiare a chi ha bisogno possa avvenire comunque nella massima discrezione possibile.
Perché va bene scoprirsi fortunatamente generosi…Ma ammettere di essere indigenti può fare davvero molto male.
Chi fosse interessato all’ iniziativa, può chiamare il numero telefonico dell’ ufficio stampa di “Un pasto al Giorno”: 339 1466432.