L’ EMOZIONE DI UN SOGNO A SAN FOCA FINALMENTE RESO POSSIBILE. PER TUTTI / Io e il mare
di Paolo Paladini______
Emozione pura quella messa in cantiere a San Foca.
“Navig-Abile 2018”: ricordiamolo, questo nome.
Un’iniziativa voluta dalla sezione locale della Lega Navale Italiana, dagli Assessorati alle Politiche Sociali e dal Comune di Melendugno.
Un appuntamento rinnovatosi per la nona volta, al quale è giusto che si dedichi spazio.
Perché la gente sappia! Perché la gente possa dire che lì, a San Foca, nella mattinata di domenica 16 settembre, il mare è tornato ad essere di tutti.
Un mare alto, profondo. Proprio come alte e profonde sono tutte quelle persone che, con spontaneità, hanno deciso di mettere a disposizione le loro imbarcazioni per consentire, a chiunque ne avvertisse il desiderio, di effettuare delle piccole escursioni in loro compagnia.
Senza barriere.
D’altronde, cosa c’è di più libero del mare?
Un’enorme distesa blu che lascia planare piano lo sguardo verso l’orizzonte.
E poi, il vento che ti accarezza la pelle raccontandoti di sponde lontane, la salsedine che sale su per le narici e le onde che ti cullano.
Immagini e sensazioni che da uomo e da disabile, qual io sono, ho sempre costruito nella mente come un mosaico. Fino a ieri, infatti, ero convinto che certe cose si potessero soltanto sognare.
E allora, mi perdevo in quell’enorme macchia salata immaginando come sarebbe stato…se…
Se fossi riuscito a navigare, per esempio.
Io non sapevo! Non sapevo che lì, a Fan Foca, il mare, un giorno, sarebbe diventato di tutti.
Davvero.
Eccolo, l’incanto! Ecco la magia di una comunità che si muove in simultanea, stretta dallo stesso amore per l’acqua e per la natura. Un sentimento che si apre come un porto sicuro, solerte nel dare sollievo a chiunque lo chieda.
Uno sforzo inclusivo che, per quest’anno, è riuscito addirittura ad assicurarsi l’uso di un aggio dal nome quasi impronunciabile: il “Pequod”. Un presidio sanitario e tecnico in grado di consentire l’imbarco e lo sbarco delle persone disabili in totale sicurezza. Qualcosa di buono che resterà a disposizione durante tutto l’arco dell’anno per i soci della Lega Navale Italiana e per i loro ospiti.
Perché forse è proprio questa l’essenza dell’essere marinai: la curiosità, lo spirito avventuriero capace si solcare le onde per scoprire nuovi tragitti, il coraggio insito nel pronunciare la parola “oltre”.
Ieri con le Indie e con l’America, oggi con la disabilità.
A pensarci bene, sono proprio le antiche leggende di mare le prime ad insegnarci che non esistono frontiere se, nella mente dell’uomo, alberga la febbrile intensione di volerle superare.
Allora grazie!
Grazie a chiunque abbia contribuito a rendere concreto tutto questo.
E come direbbe De Andrè, poeta e marinaio: “…bacan d’a corda marsa d’aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta ‘nte ‘na creuza de mä”.
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