NOTE D’ ARTE / I MESSAGGI DEI LUOGHI NELLA NUOVA ‘PERSONALE’ DI LEONARDO VIOLA A LECCE DA DOMENICA 2
di Raffaele Polo______
È ormai un appuntamento consueto quello fra Leonardo Viola e la città di Lecce.
Ogni anno, preferibilmente nella calda estate salentina, l’artista dedica una sua mostra alla nostra città, inspessendo e confermando quel legame particolare che lo porta verso il capoluogo.
‘Non so spiegarlo neppure io. Fatto sta che l’idea di venire ad esporre a Lecce è una sorta di imperativo che devo soddisfare, anno dopo anno. È che mi sento leccese un poco anch’io e non posso più fare a meno delle atmosfere incantate di questa città e dei suoi dintorni, che sto imparando ad apprezzare, anno dopo anno, in sempre nuovi e meravigliosi angoli dove non si espone solamente, ma si vive e si respira un’aria veramente particolare‘, afferma Viola.
Che, tra l’altro, fissa il luogo delle proprie esposizioni con una singolare alternanza, privilegiando il centro storico, ma non disdegnando altri luoghi, meno tradizionali e conosciuti, per esporre la sua Arte.
Questa volta, ad esempio, è la chiesetta Santa Maria di Pozzuolo, nel Parco Balsamo del Quartiere San Pio a Lecce, ad ospitarlo e a rinnovare i fasti delle mostre di Leonardo Viola, sempre interessanti e testimoni di quel fil rouge che lega la Puglia di San Giovanni Rotondo (luogo di nascita dell’Artista) con le pianure e le nebbie della Lombardia (luogo della sua residenza ) fino alle estreme propaggini della penisola, in quel Salento che Viola ritrova nella luce delle sue composizioni che, da qualche tempo, privilegiano anche il blu del mare e delle notti salentine, a discapito dei teneri verdi delle pianure padane…
Perché il fare pittorico di Viola è un chiaro riferimento alla Natura che viene scandita e filtrata dall’estro del Pittore, attento alla delicata armonia delle luminosità e al nascosto messaggio che i luoghi, più che le persone, vogliono suggerirci.
Questo spiega i consensi unanimi che le tele di Viola riscuotono, pur non trattando figure o immagini ben definite; ma parlando con i loro cromatismi direttamente alla sensibile anima degli osservatori… Le composizioni di Viola, infatti, non vanno semplicemente ‘guardate’, ma sono verosimilmente da osservare, da varie prospettive e angolature, per recepirne a pieno il messaggio.
Questo spiega, a nostro avviso, perchè il pittore aduso a verificare le più disparate località del mondo finisca poi per ritrovarsi a proprio agio, immerso in quella ‘salentinità’ che gli è amica e con la quale ama confrontarsi, almeno una volta all’anno.
La mostra del Maestro a Lecce occupa la prima decade di settembre e viene inaugurata il 2 settembre, all’ imbrunire, quando il crepuscolo fa balenare ombre e sfumature inafferrabili e ricche di fascino. Proprio come le tele di Viola che rispecchiano e trasmettono queste piacevolissime sensazioni, alternandole a degli esprit veri e propri che divertono l’Artista e mettono in discussione tutto ciò che, fino ad ora, si è detto e si è scritto di lui… Sono i voli della fantasia, che raggiungono la Luna, discendono per l’interpretazione simbolica e drammatica delle vicende nostre contemporanee e finiscono per adagiarsi, ritornando alla tavolozza tradizionale del maestro di San Giovanni Rotondo, adottato dal cielo della Lombardia…
Un momento di particolare interesse e di orgoglio, per la comunità culturale salentina, è la costante presenza di Leonardo Viola nella nostra realtà: a lui il nostro saluto e i complimenti per aver saputo tradurre, in memorabili e verificabili spunti di colore, la nostra soffusa, rarefatta, impalpabile atmosfera leccese.