UN RICORDO SIGNIFICATIVO DI AARON SWARTZ, ANTESIGNANO DELLA LIBERTA’ SU INTERNET
di Roberto Molle______
Aaron Swartz era un ragazzo che morì suicida a 27 anni nel gennaio del 2013.
A grandi linee, avevo conosciuto la sua storia attraverso una puntata di Radiotre scienza, poi l’ho voluta approfondire, perché la sua storia mi sembra particolarmente significativa.
Aaron è stato un bambino prodigio, a 13 anni vinse un premio dedicato ai creatori di siti web; a 14 anni iniziò a collaborare con esperti di network diventando coautore della specifica RSS 1.0; ancora giovanissimo, partecipò alla progettazione del codice sorgente delle licenze Creative Commons e alla loro diffusione.
Più in là nel tempo fu tra i principali protagonisti di iniziative volte ad esercitare pressioni sul Congresso degli Stati Uniti per la tutela della libertà d’espressione online e su temi analoghi.
La sua idea era che l’esistenza di enormi banche dati in possesso di compagnie che si facevano pagare per l’accesso a determinati documenti, fosse ingiusta. Questo atteggiamento, ad esempio, penalizzava nello studio chi non poteva permettersi di accedere (pagando anche cifre notevoli) a determinate pubblicazioni scientifiche acquisite dai gestori di quegli archivi.
Il 6 gennaio 2011, fu arrestato (e subito rilasciato su cauzione) per aver scaricato e messo a disposizione di tutti, buona parte del database (4,8 milioni) di articoli accademici JSTOR tramite la rete open access dell’MIT.
Partì subito un’indagine da parte dell’FBI sulla base delle accuse di JSTOR, motivate dal fatto che, in quel momento, l’accesso a quegli articoli era a pagamento.
Solo in seguito (e grazie ad Aaron), per successiva decisione di JSTOR, gli stessi documenti divennero di pubblico dominio. Fatto è, che la giustizia degli Stati Uniti decise che il caso di Aaron Swartz dovesse essere d’esempio per tutte le azioni future di hackeraggio, così operò una vera e propria persecuzione legale nei suoi confronti mettendolo sotto inchiesta (Aaron rischiava fino a 35 anni di carcere) e causandogli una pressione psicologica a cui non resse.
Aaron Swartz fu trovato privo di vita appeso a una corda nel suo appartamento di Brooklyn l’11 gennaio del 2013.
Dopo la sua morte la famiglia ha aperto un sito in sua memoria rilasciando la seguente dichiarazione: «Ha usato le sue prodigiose abilità di programmatore e tecnologo non per arricchire se stesso, ma per rendere internet e il mondo un posto più giusto e migliore».
Nel 2014, è uscito il film-documentario “The Internet’s Own Boy: The Story of Aaron Swartz” del regista Brian Kneppenberger dove viene raccontata la sua vita. Il film è facilmente rintracciabile (e guardabile legalmente) in rete.
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