LA STORIA / QUESTA NOSTRA INCREDIBILE ITALIA, DOVE SUCCEDE SEMPRE DI TUTTO, ANCHE L’IMPOSSIBILE. I SOLITI IGNOTI, MITICI: COLPO GOBBO A MILANO
di Giuseppe Puppo______
Il clan, di specialisti. Beh, va beh, ogni tanto qualche piccolo intoppo, qualche contrattempo, ogni tanto capita. Infortuni sul lavoro.
Ma loro, son professionisti. Ma prima di tutt so milanesi cent pe cent…
‘I soliti ignoti’ di Monicelli, fanno un baffo, anzi, un piede di porco, a loro.
Loro, si ispirano ai fratelli Vanzina, sono cresciuti guardando quei film, da dove sembrano usciti, trapiantati nel grande hinterland, notti e nebbie sui navigli.
A Ferragosto, loro ‘lavorano’. Anzi, non c’è giorno migliore, per lavorare. Fanno pure gli straordinari. Ma ‘stavolta hanno sbagliato a farli, non dovevano proprio…
La banda, all’ alba di Ferragosto, si era mossa puntuale.
Informazioni precise da loro ‘palo’: quello stabile anonimo, zona Giambellino, lasciato pressoché disabitato, per le ferie. Tutti i Cerutti, Gino per primo, partiti per qualche giorno di ferie.
Silenzio, strade vuote, saracinesche abbassate, tutta loro la città, almeno quel quartiere della zona sud – ovest, almeno quello stabile.
Un deserto urbano. Anche a fare casino per sbaglio, nessuno avrebbe sentito mai niente.
Erano arrivati puntuali e professionali. Neanche caldo, così i giubbotti anti eventuali telecamere ci stavano pure bene.
Gli attrezzi del mestiere docili e utili.
Entrare, salire all’ ultimo piano, penetrare nell’ appartamento, era stato un gioco da ragazzi, per loro.
Con calma, pure un brindisi, finita la razzia di gioielli, argenteria buona, un po’ di soldi, qualche ricordino.
Il fatto era che era ancora presto.
C’ era tempo e modo per un altro colpo, al piano di sotto.
Ma sì, per quanto il boss fosse contrario: “Vöia de laurà saltum adoss”…
–El gh’ha el dun de Dio de capì nagott – l’ uno all’ altro dei due complici – Dove la troviamo un’ altra giornata come questa?
–Alura? – disse solo l’ altro.
Allora il boss diede il via libera: – Va beh, dai, veloci, che poi voglio andare a riposarmi, da questa levataccia…
Scendere di sotto, una passeggiata. E dentro, ancora più facile.
Però, l’ esperienza suggerì ai mitici professionisti di cercare la cassaforte, che doveva esserci, là, visto l’ ambiente e quanto (non) c’era in giro.
Si misero al lavoro. La trovarono poco dopo, murata.
Difficile aprirla, pure per loro: troppa fatica, senza far casino; troppo tempo…Per quanto non ci fosse nessuno, non si sa mai…
Meglio scardinarla dalla parete, a costo di fare qualche rumore di troppo, e svignarsela seduta stante prima che qualcuno potesse andare a vedere cos’ era stato.
Detto fatto.
La parete cedette docile, come un torrone morbido penetrato da un capace coltello.
Via, con il bottino.
Per le scale, nessuno.
Per le strade, nessuno.
L’ auto era vicina.
Dentro, col tutta la refurtiva nel portabagagli.
Avanti adagio.
Con calma.
Quando arrivarono al covo, non resistettero alla voglia di capire quanto avvano realizzato, in quella mattinata di duro lavoro…
Lo specialista, con tutte le strumentazioni adatte, un poco faticò, ma lui era meglio di Totò, non c’era cassaforte che potesse resistergli, con un po’ di tempo, e con tanta pazienza a disposizione.
Alla fine, spalancò la porta anche di quella.
I loro occhi lampeggiarono. Soldi, gioielli, qualche carta da dividere e da verificare.
Ad un trattò però gli occhi del boss, posatisi su qualcuno di quegli incartamenti, sembrarono cadere per terra.
“Cristoddio…Abbiamo fatto una cazzata…“- riuscì a balbettare, mentre sembrò collassare – “Ve l’ avevo detto io di smetterla col primo, uno e basta…E voi, no, testine! Ecco, tra poco avremo dietro tutta la Polizia d’ Italia…
– Per un furtarello in un appartamento? Dai, da quando gli sbirri si muovono per i topi d’ alloggio?
– Te se propri un pirla…Guarda qua…
– Logia…
– Sono i coniugi Salvini…
– Eh, Salvini, Galli, Fumagalli, Colombo, che differenza fa?
– Va a fas dì in gesa…
– Ciaparatt…
– We, terun! Và a dà via i ciap! Abbiamo rubato a casa dei coniugi Salvini, capisci?…Cristosanto! Il papà e la mamma di Matteo Salvini…Abbiamo rubato a casa del ministro dell’ Interno, quello che comanda tutti i prefetti, tutti i questori, tutta la madama e tutti i carabinieri della penisola…
Poi, non dissero più nulla. Raccolsero le loro cose senza più entusiasmo, bestemmiando senza voce. Nascosero tutto, mentre ognuno pensava a quanta più distanza mettere nel più breve tempo possibile fra sè e la città di Milano.
Andare all’ estero?
Sembrava una così bella giornata…Bel ferragosto di merda.
Category: Cronaca