‘STASERA REPLICA ALLE CESINE / ATTUALITA’ DEI CLASSICI: E’ ANDATO IN SCENA A SAN CESARIO L’ ARLECCHINO DI GOLDONI ATTUALIZZATO DA GIANPIERO BORGIA, METAFORA DEL LAVORATORE PRECARIO SENZA DIGNITA’, COME HA SPIEGATO A leccecronaca.it L’ ATTRICE ELENA COTUGNO
di Eugenio Limburgo______
Il Teatro dei Borgia ha deliziato il pubblico presente l’ altra sera al magnifico Palazzo Ducale di San Cesario, con lo “Studio su Arlecchino servitore di due padroni” da Carlo Goldoni, per la regia di Gianpiero Borgia e la recitazione di Elena Cotugno (nella foto).
Il tema è: è plausibile ritrovare nei testi classici delle chiavi di lettura di fe’ andato in scena enomeni contemporanei o che contengano essi stessi dei semi della contemporaneità.
“Il metodo di ricerca” – ha spiegato a leccecronaca.it Elena Cotugno – “consiste nel partire da un tema, appunto, in questo caso il lavoro precarizzato, per poi cercare l’autore e il testo più adatti ad approfondire il fenomeno.
Goldoni, specie con questo Arlecchino, è stato un innovatore del Teatro, passando gradualmente dal Teatro comico della Commedia dell’Arte, ad un teatro più aderente alla realtà; eliminò gradualmente l’uso della maschera, sostituì il canovaccio con un copione, non abbandonando, tuttavia l’uso dell’improvviso, dell’improvvisazione, attribuì grande importanza ai ruoli femminili, prima spesso sviliti.
“La ricerca su temi sociali” – prosegue Elena – “inizia con la “Medea in strada”, progetto di ‘Arte Civile’, che riguarda lo sfruttamento a scopo sessuale delle donne attraverso la rilettura di un mito classico”.
La nuova ricerca è quindi rivolta al lavoro precario, generalmente risolto come fosse una piaga biblica, un ineluttabile fenomeno naturale! Elena Cotugno convince nei panni di Arlecchino quando si barcamena tra i casi quotidiani per andare avanti e poter, forse, mangiare; e ci fa pena quando è umiliato e bastonato impunemente, metafora fin troppo viva dell’oggi e delle nostre vite, di nuovo, nella Storia.
La regia di Gianpiero Borgia appare leggera e giocosa, crediamo anche nel solco del Teatro di Brecht: il Teatro deve prima di tutto divertire per portare, poi, lo spettatore a riflettere.
Per il regista non si può, ragionevolmente, ipotizzare in questo lavoro di Goldoni un intento di denuncia sociale delle condizioni delle classi subalterne; certamente, i padroni sono messi alla berlina nella loro dabbenaggine e la nostra simpatia è rivolta tutta al servo arruffone e astuto.
Per rispondere alla tesi iniziale, ci dice Gianpiero Borgia, i classici sono incredibilmente attuali già con molti elementi di modernità. L’obiettivo è, comunque, chiude Gianpiero la nostra breve conversazione, è di fare, di questo spettacolo ancora in nuce, un lavoro autonomo da Goldoni togliendo la parola “Studio” dal titolo.
Questo spettacolo fa parte del progetto “Alchimie” con fulcro la Distilleria De Giorgi di San Cesario, curato da Atràgali Teatro, diretto da Fabio Tolledi, insieme ad altri partners.
Alchimie è inoltre parte del più ampio progetto “Taotor” (che richiama l’unico dio messapico di cui abbiamo notizia), e che coinvolge diversi luoghi, fra i quali Castro, il Parco Archeologico di Rudiae e altri.
L’Arlecchino del Teatro de Borgia è ancora in scena sabato 4 agosto nella Masseria dell’Oasi delle Cesine di Vernole. Buon divertimento.