LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 17 – CESARE MONTE, IL MENESTRELLO SALENTINO
di Raffaele Polo______
Pochi pensano a lui come un poeta, magari trascurandolo perché….cantava testi orecchiabili e popolari. E invece, la sua modesta ed efficace, insistente ma mai debordante presenza nelle piazze prima e poi nelle radio e nelle televisioni, ha fatto sì che il Salento avesse una sia pur minima dignità nel settore, altrimenti nulla o sovrastata dall’impietoso strapotere delle organizzazioni baresi.
Cesare Monte (nella foto), allora, raffigura il bravo salentino che non si tira mai indietro e colpisce con la voce e con la melodia, ripescando e adattando i testi più orecchiabili e comuni della tradizione orale della nostra terra.
Si, è vero: molti brani musicati e interpretati da lui sembra di averli già sentiti, ci pare che siano nel sempiterno bagaglio che ci hanno consegnato, a volte involontariamente, i nonni e gli avi, con un pizzico di orgoglio perché quel ritmo, quei quattro semplici versi vengono da lontano, lontanissimo. E non hanno un autore ben definito: ‘O pipì-nanà-nanà’ chi ha composto la gradevole nenia che accompagna la scenetta della casalinga che si agita per la scomparsa della prediletta gallina? Oppure la eterna richiesta della coppola lasciata sul letto di Carmela, non pare come nelle gesta di Omero, una novella ricerca del Vello d’Oro?
Cesare Monte ripesca queste melodie senza tempo e le fa sue. Vi aggiunge un testo poetico spesso di sopraffina malinconia (vedi ‘Mannaggia lu rimo’) e condisce il tutto con quel pizzico di ‘saudade’ così salentino, così ‘nardiato’, cementando nella tradizione musicale della nostra realtà questi pezzi che, adesso, ci paiono irrinunciabili.
Nativo di Presicce ma neretino di adozione, morto a 80 anni nel 2005, Cesare Monte è un chiaro punto di riferimento per la musica popalare salentina e, aggiungiamo noi, per la poesia della nostra terra. Un connubio spesso poco evidente ma che ci piace riscontrare nello sguardo sincero e nella limpida voce del menestrello che ci ha donato motivi e ballate che restano nella nostra memoria…
Mannaggia lu rimu
Avi nn’ora ca sta spettu
ma pirceni tu no vieni
la sta faci pi dispiettu
ma pirceni, ma pirceni?
Rrenta rrenta alla banchina
vau vuiandu chianu chianu
ma sta varca no camina
no mi porta chiù lontanu!
Mannaggia lu rimu,
no voli ‘nci voia
stasera ti noia
me faci muriri.
Ci scazza lu vientu
mi ssoghiu la vela
mi ssettu e cuntentu,
io cantu pi tte!
Lu strumentu mia è lu cori
ca nisciunu lu ccumpagna
ogni gioia, ogni dolori,
sempre canta e mai si lagna
sulu sulu mi cunsumu
ardo comu a nnu cipponi
tutta fiamma e tuttu fumu
sontu puru sti paroli!______
17 – Continua______
LA RICERCA nei nostri precedenti articoli della rassegna (stanno nel nostro archivio, accessibile dalla home page, digitando anche semplicemente nome e cognome che interessa nel riquadro ‘CERCA’ a destra sotto la testata)
1 – ERNESTO ALVINO, 13 aprile
2 – ENRICO BOZZI, 20 aprile
3 – RINA DURANTE, 27 aprile
4 – SALVATORE BRUNO, 4 maggio
5 – CLAUDIA RUGGERI, 11 maggio
6 – ANTONIO VERRI, 18 maggio
7 – SALVATORE TOMA, 25 maggio
8 – RAFFALE PROTOPAPA, 1 giugno
9 – GIOVANNI POLO, 8 giugno
10 – FRANCESCANTONIO D’AMELIO, 15 giugno
11 – GIUSEPPE DE DOMINICIS, 22 giugno
12 – ROCCO CATALDI, 29 giugno
13 – VITTORIO PAGANO, 6 luglio
14 – GIULIO CESARE VIOLA, 13 luglio
15 – VITO DOMENICO PALUMBO, 20 luglio
16 – NICOLA G. DE DONNO, 27 luglio
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