MICHELE EMILIANO E BARBARA LEZZI RECITANO A SOGGETTO, IN SCENA A BARI IL TEATRINO DELLA POLITICA. GENERE: DISGUSTING
(g.p.)______
C’ era una volta, tempo fa, il teatrino della politica. Adesso c’è ancora.
Faceva spettacolo, audience televisiva. Adesso fa disinformazione, casino organizzato.
Adesso siamo al teatro dell’ assurdo, altro che sceneggiata, altro che avanspettacolo.
Oggi, in un incontro pubblico nella sede della Regione a Bari, peraltro convocato per altri motivi, i collegamenti per l’ aeroporto del Salento di Brindisi, Michele Emiliano e Barbara Lezzi hnno recitato a soggetto, due personaggi in cerca d’ autore, ma su copione scritto non da Luigi Pirandello, bensì da Eugene Ionesco (nella foto, una scena di “La lezione”, interpretata da Fabio Galadini e Veronique Vergari).
Il primo ha fatto quello che gli riesce meglio, ormai, la sola cosa che gli riesce bene: mettere scigghiu, si direbbe alla leccese, con espressione felicissima.
Fa confusione su tutto, su tutto ha detto tutto e il contrario di tutto, dalle Trivelle, con i suoi ricorsi farsa, all’ Ilva, alla Tap, ora con le sue improbabili e improponibili proposte di riconversione a gas, giusto per fare casino organizzato, appunto, quano si tratta non di cambiare approdo, da San Foca a qualche altra parte, ma di negarlo in Italia, e basta.
In più, da un po’ ad ogni incontro pubblico gli piace fare il mattatore, il conduttore televisivo, opera in cui – senza ironia – è diventato maestro, con la sua ansia di tirare le fila dei presenti, di commentare, di fare confronti, di arrivare a sintesi espositive.
Quando il Consiglio Superiore lo caccerà dalla magistratura, e quando gli elettori lo metternno in congedo pure dalla politica, ha un grande futuro davanti a sè, quale erede di Michele Santoro, con il quale del resto condivide trascorsi politici, nello stesso partito.
La seconda ha fatto l’ indignata e l’ offesa, prima, per le sparate social del presidnte, poi la responsabile e la saggia, richiamando ancora i vincoli internazionali che a suo dire ostacolerebbero il nuovo esecutivo nel fermare il gasdotto, finendo quindi con il mentire e con il negare anche l’ evidenza, asserendo cioè che il governo, a suo dire, starebbe lavorando in tal senso, mentre tutto prova esattamente il contrario.
Ed hanno continuato a scambiarsi accuse di maleducazione istituzionale, tirando in ballo via via in crescendo Alessandro Di Battista, Giuseppe Conte e Sergio Mattarella.
Poi, via ai video sui social e spettacolo di post.
Così, mentre questi trovano modo di autoaccreditarsi, ognuno nel suo ruolo, Tap va avanti, e la verità svanisce, si allontana, evapora addirittura, in un crescendo di equivoci, e di nefandezza, in cui persino chi l’ opera progettò e mise in cantiere, e ha sempre sostenuto, adesso si sente in diritto di accusare ora l’ uno, ora l’ altro, pur di gettare ingiustificatissime opa sull’ elettorato cinquestelle in libera uscita senza ritorno.
Tutti si dimenticano della verità nuda e cruda, molto semplice, in realtà.
Tap l’ hanno voluta e la vogliono quelli di centro sinistra e di centro destra, da Massimo D’ Alema e compagni vecchi e nuovi, a Silvio Berlusconi e soci vecchi e nuovi.
Michele Emiliano in tre anni, se davvero avesse voluto, avrebbe potuto bloccare l’ opera, e non l’ ha fatto, salvo far finta di litigare con quelli del suo partito, così come oggi per fare spettacolo ha litigato con il nuovo ministro.
Barbara Lezzi, insieme a quelli del suo partito, partito, non più Movimento, è in estrema difficltà, perché hanno promesso – bloccare subito la costruzione del gasdotto, almeno in Italia – quello che adesso che potrebbero non sanno e non vogliono più realizzare.
Annozero di Michele Santoro era comunque un programma televisivo interesante.
La commedia dell’ arte era un genere nobilissimo, e faceva almeno ridere.
La sceneggiata napoletana era una rappresentazione autentica e popolare, che commuoveva.
Aspettando Godot di Samuel Beckett come ogni altra messa in scena dell’ assurdo affascinava.
Il penoso teatrino della poltica interpretato oggi a Bari da Michele Emiliano e da Barbara Lezzi, in cui è difficile dire chi sia andato peggio, invece provoca solamente disgusto.
Anche oggi ci riaggiorniamo domani: fumata nera per un Ministro ed un presidente di Regione che si sono incontrati per discutere di questioni importanti per la Puglia e di cui i cittadini aspettano risposte concrete ma che hanno ben pensato di buttarla in caciara, litigando ed insultandosi a vicenda, uno dei due addirittura lasciando la conferenza stampa. Senza dubbio un siparietto non all’altezza dei ruoli e delle cariche che entrambi rivestono.
Sulla vicenda Tap, come sul resto delle tematiche sensibili per la Puglia, si continua a procedere per slogan, ma la campagna elettorale è finita e per fortuna questo i cittadini lo sanno.
Il ministro Lezzi ormai ha perso la pazienza, dopo la delusione per la contestazione dell’altro giorno è arrivato il litigio di oggi.
Quello che è accaduto con il Governatore Emiliano è uno spettacolo indegno, un teatrino che ha messo in scena la peggior faccia della politica. Un litigio tra due persone che a caccia di consensi continuano a raccontare bugie. Dov’era Emiliano quando si decideva l’approdo e continuavano i lavori di Tap a San Foca? E ancora, la Lezzi ha ripetuto di voler bloccare l’opera e che queste non sono cose da risolvere con un post su FB: che faccia tosta. Proprio i grillini parlano? Proprio loro che hanno costruito il loro consenso sui social con una continua campagna denigratoria nei confronti degli avversari.
Emiliano ha chiesto le dimissioni della Lezzi, suggerirei a entrambi di dimettersi, insieme, per dare spazio a persone capaci con le idee chiare.
La sceneggiata della ministra Lezzi è inaccettabile. Le istituzioni non possono e non devono trasformarsi in un ring dove vince chi urla, chi sbatte la porta e chi la spara più grossa. Le istituzioni devono risolvere i problemi dei cittadini, soprattutto se a parlare è un ministro della Repubblica Italiana.
Allora cara ministra, la prossima volta gradiremmo ascoltare da lei programmi e impegni reali per la Puglia e per tutto il Sud. La campagna elettorale è finita da un pezzo. Più che alle proteste personali pensi alle proposte generali!