IERI SERA IN SCENA NELLA SUGGESTIVA ROCA NUOVA UN CONCERTO DI MUSICA CLASSICA PIENO…DI MISTERO. PER NEGLIGENZA? OPPURE, ERA TUTTO CALCOLATO?!?
di Raffaele Polo______
È bello assistere ai concerti nelle serate d’estate. Io sono capitato a Roca Nuova, proprio ieri sera, perchè sul programma di ‘Blufestival’ c’era un appuntamento con ‘gli archi del Conservatorio di Lecce’.
Sono arrivato nella insolita sede (Roca Nuova è splendida, la sera, quando le luci soffuse illuminano la Torre, sotto la quale è posto il palco) e c’era un numeroso pubblico, abbiamo atteso con impazienza l’esibizione.
Verso le 21,30 sono saliti sul palco numerosi maestri, in nero gli uomini, in rosso e in verde le donne, hanno accordato gli strumenti e hanno iniziato a suonare. Abbiamo ascoltato una decina di brani, cercando di capire chi fossero gli autori delle piacevoili armonie. Ma niente: nessuna presentazione, nessun accenno ad illustrare quello che veniva suonato. Solo alla fine, il primo violino (crediamo che lo fosse) ha bisbigliato, rivolto al pubblico, che avrebbero concluso con l’intermezzo dalla Cavalleria… No, niente microfono. Poi, è salita sul palco un’assessore che, sempre senza microfono, ha ringraziato e ha invitato per i prossimi concerti… Sono andati tutti via e si è aperto una sorta di dibattito tra il pubblico presente:
‘Mai vista una cosa simile’ ha borbottato un anziano signore con baffi e barba. Si vedeva che era realmente contrariato.
‘Non hanno detto chi era l’autore dei brani eseguiti….’ continuava a ripetere.
‘Ma dai, che importanza ha? Erano dei brani molto belli, sono piaciuti… Adesso andiamo a leggere sul manifesto quale era il programma…’ gli ha detto, con tono conciliante, la signora al suo fianco, infagottata in un giubbino di quattro misure più grande (c’era molto umido).
‘Non c’è nessun manifesto’ ha sintetizzato amaramente un giovinotto allampanato, con occhiali ed aria ascetica.
‘Per me, erano brani di Mendelsson’ gli ha fatto eco una ragazza lentigginosa che rabbrividiva nella sua minigonna spiegazzata.
‘Macchè, erano sicuramente italiani. Si sentiva tutto il romanticismo tipico di Verdi, di Bellini…’ ha pontificato una anziana dama con vistosa catenella agli occhiali da miope.
‘Grieg, è certo. L’ho riconosciuto subito’ ha cinguettato una bambina con le trecce, dall’apparente età di dieci, undici anni. Ma come faceva a conoscere Grieg, quella bambina?
Era la serata delle sorprese: ‘Pare che fossero delle composizioni ad hoc, volute come esercizio per gli archi’ ha ipotizzato un giovanotto grassottello con l’abito nero ma le scarpe da ginnastica.
‘Insomma, almeno da chi era composta questa orchestra, si può sapere?’ ha chiesto un turista vestito da turista che aveva assistito al concerto in piedi, assieme a molti altri (le sedie erano, come al solito, limitate).
Siamo stati in silenzio. Io ricordavo la brochure di ‘Blufestival’ e ho suggerito: ‘Allievi del Conservatorio. Credo.’
Ma non ho saputo aggiungere altro.
Ce ne siamo andati, un po’ delusi anche se questo nuovo modo di (non) fare spettacolo, alla fine ci ha interessato. ‘Lo hanno fatto per destare interesse, sicuramente. Per mettere alla prova la nostra conoscenza della musica’ ha affermato, con ottimismo, mia moglie.
‘Però, che umidità’ ha aggiunto.
Siamo tornati a casa e, a tutt’oggi, a chi ci chiede come era il concerto della sera prima, rispondiamo evasivamente che è stato bello… Ma cambiamo subito discorso, se ci chiedono cosa abbiamo ascoltato, cosa dobbiamo rispondere?______
LA RICERCA – e le risposte agli interrogativi degli spettatori – nel nostro articolo del 19 giugno
Category: Cultura