TERREMOTO SANITA’ IN BASILICATA, TRAVOLTO IL CONSOLIDATO SISTEMA DI POTERE DEL PRESIDENTE PITTELLA. SCOSSE DI ASSISTAMENTO A BARI: “assunzioni merce di scambio con politici delle regioni vicine”
(e.l.)______Come un terremoto. Un vero e proprio scandalo si abbatte sulla Regione Basilicata. Ancora una volta, come in altre parti in passato, nella sanità, che muove da sola più dei tre quarti delle risorse a disposizione delle Regioni, e ancora una volta, come in altre parti in passato,coinvogendo direttamente i massimi vertici politici.
Son trenta le persone per cui la procura della Repubblica di Matera ha chiesto misure di custodia cautelare, eseguite dagli agenti della Guardia di Finanza. C’è anche il presidente della Regione Basilica Marcello Pittella, 56 anni, di Lauria, del Pd, finito ai domiciliari.
In carcere, invece, il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Matera, Pietro Quinto, e il direttore amministrativo Maria Benedetto.
Ai domiciliari il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Potenza, Giovanni Chiarelli, il direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, Maddalena Berardi, e un dirigente del Centro oncologico regionale della Basilicata di Rionero, Gianvito Amendola.
Nella stessa inchiesta ai domiciliari anche il direttore generale dell’Asl di Bari, Vito Montanaro, e il responsabile dell’anticorruzione della stessa Asl, l’avvocato Luigi Fruscio di Barletta.
Le accuse, a vario titolo, agli arrestati sono di aver pilotato concorsi e favorito assunzioni: in un vero e proprio sstema di “interessi privatistici e logiche clientelari“, come ha dichiarato il procuratore capo di Matera, Pietro Argentino.
“Un sistema di corruzione e di asservimento della funzione pubblica a interessi di parte di singoli malversatori, su sollecitazione di una moltitudine di questuanti espressione (…) di pubblici poteri apicali che si interfacciavano tra loro, in uno scambio reciproco di richieste illegittime e promesse o dazioni indebite”, ha scritto melle sue ordinanz il gip Rosa Nettis, per interessi politici, “la politica nella sua sempre più fraintesa accezione negativa e distorta, non più a servizio della realizzazione del bene collettivo ma a soddisfacimento dei propri bisogni di locupletazione e di sciacallaggio di potere e condizionamento sociale”; un sistema con a capo Pittella, accusato di abuso d’ufficio e concorso in falso, il “deus ex machina di questa distorsione istituzionale nella sanità lucana“, in cui le assunzioni servivano ad alimentare “il consenso elettorale” e come merce di scambio per “politici di pari schieramento che governano regioni limitrofe, come è il caso della Puglia e della Campania”.______
INTEGRAZIONE. In serata, gli otto consiglieri della Regione Puglia del M5S hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta:
Se le ipotesi di reato attribuite al direttore generale e (ironia della sorte) al Responsabile Anticorruzione dell’ASL/BA venissero confermate al termine delle indagini, ci troveremmo certamente di fronte ad un episodio gravissimo. Invitiamo l’assessore alla Sanità Michele Emiliano a fornire tutte le delucidazioni del caso sull’accaduto al Consiglio o in Commissione e congeliamo qualsiasi giudizio fino al termine delle indagini.
D’altro canto alla luce di questi episodi ricordiamo ancora una volta la necessità di intervenire per contrastare sul nascere i fenomeni che rischiano di creare degli ambienti favorevoli al dilagare di fenomeni corruttivi.
Innanzitutto le nomine dei dirigenti della sanità da parte della politica vanno abolite. Ribadiamo per l’ennesima volta la necessità di spezzare una volta per tutte il legame tra la politica e la sanità, i dirigenti sanitari devono essere scelti per meriti. Ma non solo: noi del Movimento 5 Stelle Puglia abbiamo evidenziato al governatore Emiliano numerose volte in questi anni la necessità di vigilare sul rispetto della normativa sulla rotazione dei dirigenti ASL finalizzata proprio ad evitare che si creino condizioni che favoriscano fenomeni corruttivi. Solo pochi giorni fa abbiamo denunciato una probabile mancanza di rispetto della normativa nella ASL di Foggia emersa in seguito alle nostre indagini.
La corruzione va combattuta sul nascere, in via preventiva e un assessore alla sanità che ricorda spesso nei salotti televisivi il suo passato da ex magistrato questo lo dovrebbe sapere prima di chiunque altro.______
LA RICERCA nei nostri articoli del 13 luglio 2015
Pensando alle tante porcherie e ruberie che vengono perpetrate quotidianamente nella sanità, mi è venuto quasi da sorridere quando venerdì scorso ho appreso che 22 persone erano state arrestate, altre otto costrette all’obbligo di dimora, per la ‘semplice’ raccomandazione.
Non che il fatto occorso in sé non sia grave, per carità, ma è scolpito nell’immaginario collettivo il dogma che se vuoi una spintarella per un lavoro oppure vuoi fare carriera a danno degli altri tuoi colleghi devi ingraziarti la politica che a sua volta darà indicazioni alla pletora di nominati nella dirigenza amministrativa. Anche a me è capitato che qualcuno mi chiedesse una raccomandazione, ma a tutti loro ho detto che io combatto questo sistema e per continuare ad essere libero di denunciare ciò che ritengo scorretto e ingiusto non potevo sedermi alla tavola delle spartizioni. Diverso quando mi vengono rappresentati diritti negati, storture e richieste di informazioni su quel concorso o su quella graduatoria.
Vi siete mai chiesti come si diventa primario, facente funzione, alta professionalità, amministratore di una società in house o partecipata, direttore generale, OIV, etc…? La meritocrazia non esiste e tutto, o quasi, è riconducibile a precise scelte politiche decise a tavolino. Se fai parte di un sistema di potere passi da una poltrona ad un’altra senza sudare e da un incarico ad una consulenza in cambio di fedeltà, anche se talvolta sarai costretto ad ingoiare rospi. Se non appartieni al cerchio magico, invece, vieni mobbizzato o relegato a funzioni di second’ordine all’insegna della frustrazione e della rassegnazione. Se assumi il personale amico dei potenti di turno o li sostieni durante le campagne elettorali, con la complicità insindacabile garantita da commissioni di gara cooptate e con le aberrazioni amministrative della formula inversamente proporzionale, il sotto soglia e il sopra soglia, l’appalto ti viene garantito con sconti irrisori, alla faccia della libera concorrenza e del contenimento della spesa.
In sanità i soldi si rubano o si sprecano legalmente con le gare centralizzate che smantellando le PMI, in barba ai dettami del decreto legislativo 50/2016, creano oligopoli facendo raddoppiare o triplicare i prezzi. Basterebbe fare un semplice controllo di gestione per dimostrare come a fronte di una riduzione dei servizi sanitari e non sanitari i costi lievitino esponenzialmente.
Ho denunciato all’assessore Emiliano la gara da 26 milioni di euro per gli ausilii ai pazienti tracheostomizzati dove l’unica cosa che si è contratta è la quantità di materiale per curare organismi defedati. Ho chiesto di annullare la gara sullo smaltimento dei rifiuti sanitari ospedalieri prospettando un risparmio di 10 milioni di euro all’anno con il passaggio ad altra tecnologia on-site in uso al Panico di Tricase.
Ho scritto ad Anac, Corte dei Conti, InnovaPuglia, Dipartimento di Salute e ASL Bari per chiedere il ritiro in autotutela della gara a lotto unico da 187 milioni di euro sul Lavanolo (lavaggio e noleggio di biancheria) per palesi errori e prospettando soluzioni atte a risparmiare 90 milioni di euro. Ho presentato esposto alla Corte dei Conti per chiedere di punire i responsabili per i danni erariali milionari causati alla collettività per la costruzione di piscine riabilitative che non hanno mai visto l’acqua.
Ho presentato esposto alla Guardia di Finanza per la gestione commissariale, quantomeno allegra, dell’ASP di Manfredonia per la svendita del patrimonio milionario e le illegittime proroghe degli incarichi.
Ho denunciato alla Procura della Repubblica l’iniqua distribuzione, operata nei lustri passati per accontentare baroni e cliniche private, delle Emodinamiche che giornalmente fa rischiare la vita ai cittadini/figliastri del sud e del nord barese.
L’elenco sarebbe ancora molto lungo, visto che la gestione privatistica e clientelare è la regola e non l’eccezione nella pubblica amministrazione, per questo alla notizia mi sono rammaricato perché, quanto occorso, equivarrebbe per un cittadino all’essere arrestati per aver buttato dal finestrino una cicca o un mozzicone di sigaretta.
L’auspicio è che gli organi inquirenti accendano veramente i fari e vengano messi nelle condizioni di poter indagare senza la necessità di dover far quadrare i conti preventivamente in nome di un pareggio di bilancio che è padre putativo del degrado morale e della deriva privatistica, progressiva ed inesorabile, della pubblica amministrazione.