FINALMENTE SEGNA UN GOL PURE DI MAIO E IMPONE IL DECRETO CONTRO IL PRECARIATO. SEGNALI DI CAMBIAMENTO. LA LEGA ABBOZZA, TANTO SI E’ SMARCATA DA FORZA ITALIA, MA SALVINI SE NE ERA ANDATO AL PALIO DI SIENA. PATETICHE PROTESTE DEL PD E DI CONFINDUSTRIA. SI’, ORA C’E’ UN PO’ DI DIGNITA’ IN PIU’ CONTRO LO SFRUTTAMENTO E LA PARCELLIZZAZIONE DEL LAVORO
(g.p.)______Il Consiglio dei Ministri, nella riunione della tarda serata di ieri, fra gli altri provvedimenti adottati, ha varato il decreto – legge: Misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese.
FONTE: Presidenza del Consiglio dei Ministri
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese.
Il provvedimento mira, in particolare:
a limitare l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, favorendo i rapporti a tempo indeterminato. Si riduce in tal modo il lavoro precario, riservando la contrattazione a termine ai casi di reale necessità da parte del datore di lavoro. A questo scopo, si prevede che, fatta salva la possibilità di libera stipulazione tra le parti del primo contratto a tempo determinato, di durata comunque non superiore a 12 mesi di lavoro in assenza di specifiche causali, l’eventuale rinnovo dello stesso sarà possibile esclusivamente a fronte di esigenze temporanee e limitate. In presenza di una di queste condizioni già a partire dal primo contratto sarà possibile apporre un termine comunque non superiore a 24 mesi. Al fine di indirizzare i datori di lavoro verso l’utilizzo di forme contrattuali stabili, inoltre, si prevede l’aumento dello 0,5% del contributo addizionale – attualmente pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato – in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione;
a salvaguardare i livelli occupazionali e contrastare la delocalizzazione delle aziende che abbiano ottenuto aiuti dallo Stato per impiantare, ampliare e sostenere le proprie attività economiche in Italia;
a contrastare il grave fenomeno della ludopatia, vietando la pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro;
a introdurre misure in materia di semplificazione fiscale, attraverso la revisione dell’istituto del cosiddetto “redditometro” in chiave di contrasto all’economia sommersa, il rinvio della prossima scadenza per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute (cosiddetto “spesometro”), nonché l’abolizione dello split payment per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto. Le nuove norme prevedono, innanzitutto, che il decreto ministeriale che elenca gli elementi indicativi di capacità contributiva attualmente vigente (redditometro) non ha più effetto per i controlli ancora da effettuare sull’anno di imposta 2016 e successivi. Inoltre, si prevede che il Ministero dell’economia e delle finanze possa emanare un nuovo decreto in merito dopo aver sentito l’ISTAT e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori. Con specifico riferimento alle comunicazioni dei dati di fatturazione relativi al terzo trimestre del 2018, infine, si interviene prevedendo che gli stessi possono essere trasmessi telematicamente all’Agenzia delle entrate entro il 28 febbraio 2019, anziché entro il secondo mese successivo al trimestre.
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Ecco in che cosa consiste in pratica. FONTE: agenzia Agi
Un testo diviso in 12 articoli che interviene sul lavoro, le imprese, il gioco d’azzardo. È il decreto Dignità che nell’articolo 1 e 2 modifica la disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato la cui durata sarà ora di 24 mesi (non più di 36) e i rinnovi non potranno essere più di 4 (oggi sono 5). Ogni rinnovo a partire dal secondo avrà un costo contributivo crescente dello 0,5%.
L’articolo 3 stabilisce che l’indennità per i lavoratori licenziati ingiustamente passi da massimo 24 mesi a massimo 36 mesi. Gli articoli successivi pongono limiti alle delocalizzazioni delle imprese beneficiarie di aiuti con la previsione che decadano i benefici che andranno restituiti, compresi quelli dell’iper ammortamento in caso di cessioni o delocalizzazione degli investimenti.
Causali
Per i contratti più lunghi di 12 mesi o dal primo rinnovo in poi arrivano tre categorie di causali, esigenze temporanee e oggettive, connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, o relative a picchi di attività stagionali. Le nuove regole valgono anche per i contratti a tempo determinato in somministrazione (non vengono cancellati, come previsto dalle prime bozze, quelli in somministrazione a tempo indeterminato). Salta invece il conteggio di questa ultima tipologia nei limiti del 20% previsto per contingentare le assunzioni a termine.
Multe a chi delocalizza
Alle aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine degli investimenti agevolati arriveranno sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto. Anche il beneficio andrà restituito con interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. In arrivo un meccanismo di “recapture” per l’iperammortamento in caso di delocalizzazione o cessione degli investimenti.
Addio al redditometro
L’articolo 7 è relativo all’applicazione del credito d’imposta ricerca e sviluppo ai costi di acquisto da fonti esterne dei beni immateriali. Tra le altre cose, viene disattivato il redditometro e lo split payment per i professionisti non esiste più. Infine l’articolo 8 pone divieti di pubblicità a giochi e scommesse.
La misura per gli insegnanti
Nel decreto Dignità c’è una misura che riguarda “tanti insegnanti diplomati magistrali”. Si tratta, ha detto Di Maio, di “una proroga di 120 giorni su quello che doveva essere il licenziamento causato dalla sentenza del Consiglio di Stato, così che abbiamo il tempo di risolvere il problema per quegli insegnanti che sono decine di migliaia”.
Pubblicità di giochi d’azzardo e scommesse
Vietata la pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro: l’obiettivo è “contrastare il grave fenomeno della ludopatia”.
Si prevede lo stop totale agli spot sul gioco d’azzardo, che dal 2019 scatterà anche per le sponsorizzazioni e «tutte le forme di comunicazione» comprese «citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli». A chi non rispetta il divieto arriverà una sanzione del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità comunque di «importo minimo di 50.000 euro». Gli incassi andranno al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Restano le sanzioni da 100 mila a 500 mila euro per chi viola il divieto durante spettacoli dedicati ai minori. Salve dallo stop le lotterie a estrazione differita, come la Lotteria Italia, e i contratti in essere.
“D’ora in poi qualunque azienda multinazionale e prende soldi pubblici, contributi finanziamenti diretti e incentivi e poi se ne va all’estero ce li deve restituire e applichiamo una sanzione pecunaria 4 volte più grande dei soldi che ha preso, sia fuori dall’Ue sia dentro l’Unione europea”. ha concluso Di Maio.
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NOSTRO COMMENTO
Quindi, qualcosa, ma poco, sul fronte della lotta al precariato. Quanto al così detto redditometro, era una norma vessatoria che già aveva fatto il suo tempo ed era diventata obsoleta.
Prendiamolo come un primo passo nella direzione giusta, sacrosanta, dell’ abolizione del jobs act renziano, se in un futuro più o meno prossimo sarà effettivamente cancellato del tutto.
Questi provvedimenti di ieri paiono men che il minimo sindacale della propaganda fatta in campagna elettorale. Ci vorrà ben altro, ma insomma, diamo tempo al tempo e prendiamoli per quello che sono: un minimo di decente cambio di rotta.
Appaiono del tutto fuori luogo nella fattispecie le proteste delle opposizioni, quel che resta del Pd, che si ostina a farsi male da solo, e quel che resta di Forza Italia, che invoca la libertà di impresa.
La libera iniziativa privata economica e imprenditoriale è sacra, è un diritto costituzionale. Ma negli ultimi decenni e soprattutto negli ultimi anni ha finito per penalizzare gravemente i giovani, senza creare posti di lavoro, ma solamente profitti per gli imprenditori, complici appunto i governi a guida Forza Italia e a guida Pd, nella logica internazionalista del just in time e delle altre nefandezze della globalizzazione selvaggia e delle speculazione finanziaria.
Quanto alle proteste di Confindustria, benissimo: se qualcosa non va bene per Confindustria, allora vuol dire che va bene per il popolo.
Prendano tutti coscienza che sfruttamento e parcellizzazione del lavoro sono opera del mostro del Mercato, contro cui è necessariom e anzi urgente organizzare finalmente una vera e propria rivolta.
E’ il Mercato ora il nemico principale.
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Pochi minuti fa, nel pomeriggio di oggi, conferenza stampa Conte – Di Maio (nella foto).
Ecco una sintesi di quello che hanno detto.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte:
“Sono particolarmente lieto come presidente di questo governo del fatto che il primo decreto approvato in materia sociale sia sul recupero della dignità dei lavoratori e delle imprese. Ovviamente questo governo non è in contrasto col mondo imprenditoriale, anzi adotteremo anche misure per favorire la crescita economica, vogliamo una sana alleanza col mondo del lavoro e imprenditoriale ma vogliamo contrastare le iniziative ingiustificate come chi se ne va dopo aver beneficiato degli aiuti pubblici”.
Il ministro Luigi Di Maio:
“Il decreto – dignità si basa su “tre concetti: diamo un colpo mortale al precariato, licenziando il Jobs Act; diamo un colpo mortale alla parte più insidiosa della burocrazia, per cui ci diranno che vogliamo favorire gli evasori quando vogliamo favorire i cittadini onesti; siamo il primo Paese in Ue che dice stop al gioco d’azzardo e diciamo no alle multinazionali che vengono qui, prendono soldi e delocalizzano.
Questo decreto non è un punto segnato al M5s, ma segnato dai cittadini già il 4 marzo e ce ne saranno tanti altri. Tutti assieme siamo impegnati a attuare il contratto. Nessuno si vuole avvantaggiare di questo o quel provvedimento.
Queste azioni ci permettono di dimostrare che manteniamo le promesse. E vorrei dire che quello che si pensava che non si potesse fare si può fare e sta avendo effetti in tutto il mondo”.
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