LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 11 – IL CAPITANO BLACK E IL SUO INFERNO
di Raffaele Polo______
E anche quella di Giuseppe De Dominicis (nella foto, il ritratto dedicatogli da Michele Palumbo) è una vita breve. Nasce nel 1869, l’11 settembre, a Cavallino. E là muore il 15 maggio 1905, all’età di 36 anni. Eppure, riesce a comporre e a pubblicare quelli che vengono, unanimemente, considerati i più importanti testi in dialetto leccese, ovvero i Canti de l’autra vita con il più conosciuto ‘Lu nfiernu’ che vede la luce nel 1893.
L’anno prima la Tipografia Lazzaretti e figli aveva pubblicato ‘Scrasce e gesurmini’, testo molto apprezzato e tenuto in grande considerazione da tutti gli amanti della poesia in vernacolo.
Splendide poesie, affreschi della vita e della campagna salentina, una padronanza incredibile del dialetto e una sensibilità ricca di orgoglio e di umanità sono le caratteristiche più evidenti della poesia del Capitano Black che non manca, peraltro, nella sua vita terrena, di sposare gli ideali della opposizione e rendendosi protagonista, nella realtà di Cavallino, anche con la fondazione della Società Agricola Operaia di Mutuo Soccorso. Ma immergersi nei suoi versi e percorrere gli itinerari che la sua innata, signorile introspezione riesce a suscitare nell’animo del lettore più disincantato, significa lasciarsi affascinare da quella ‘salentinità’ che pochissimi poeti hanno saputo far emergere…
Una vera e propria storia fantastica, con agganci alla realtà contemporanea, è narrata ne ‘Lu nfiernu’ dove si narra del protagonista, Pietro Lao, che inizia la sua avventura nell’Aldilà, condannato ad un ‘inferno’ molto simile alla Lecce del tempo, con le sue gerarchie, i suoi padroncini e le sue consuetudini…. Anche con le occasioni di innamorarsi: come capita alla Farfarina, figlia del capodiavolo, che s’innamora a prima vista di Pietro Lao e lo fa suo, con le intuibili conseguenze…
Nei cinque canti (quattrocento quarantotto versi endecasillabi disposti in centododici quartine con rime alternate) si sublima l’arte poetica del Capitano Black che finisce per far fuggire le anime condannate, grazie all’astuzia dell’eroico Pietro Lao…
Ma non poteva rimanere sola, questa composizione, dato l’unanime successo che riscossero i volumetti pubblicati al costo di 25 centesimi. E così, seguirono Purgatoriu, Paraisu, Uerra a Mparaisu, tiempu doppu.
Assieme a numerosi, accorati altri componimenti che, ancora oggi, sono considerati tra le massime espressioni degli scritti in vernacolo salentino.
Da segnalare l’ottima edizione di Congedo, a cura di Donato Valli, nella collana ‘Biblioteca di cultura pugliese’, da poco in libreria, che raccoglie questi scritti sempre freschi e vivaci.
Eroe-simbolo di Cavallino e della sua cultura, De Dominicis ci affascina con la sua tersa poesia e non manchiamo di ricordare, scolpito nella nostra memoria, l’incipit de ‘Lu nfiernu’:
Quando foi ca murìu lu Pietru Lau/ era matina prestu de sciuedia,/ e fenca a ttantu nu sse utau sputau/ rriau dha lu diaulu quasi a menzadia./ Doppu ca lu purtune ibbe tuzzatu,/ lu purtararu te lu nfiernu esìu/ e nni disse: “Lu capu stae ssettatu/ a ntàula e tocca spietti, figghiu miu”.______
11 – Continua______
LA RICERCA nei nostri precedenti articoli della rassegna (stanno nel nostro archivio, accessibile dalla home page, digitando anche semplicemente nome e cognome che interessa nel riquadro ‘CERCA’ a destra sotto la testata)
1 – ERNESTO ALVINO, 13 aprile
2 – ENRICO BOZZI, 20 aprile
3 – RINA DURANTE, 27 aprile
4 – SALVATORE BRUNO, 4 maggio
5 – CLAUDIA RUGGERI, 11 maggio
6 – ANTONIO VERRI, 18 maggio
7 – SALVATORE TOMA, 25 maggio
8 – RAFFALE PROTOPAPA, 1 giugno
9 – GIOVANNI POLO, 8 giugno
10 – FRANCESCANTONIO D’AMELIO, 15 giugno