LUCA ANZALONE, IL MISTER WOLF DEL M5S
di Giuseppe Puppo______
Cinico e misterioso, quanto diligente e metodico, nel celeberrimo film cult “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, c’è un uomo che agisce all’ ombra del capo Marcellus Wallace e dei suoi sottoposti Jules e Vincent. Non si sa da dove venga, né chi sia, ma si sa bene che cosa faccia, ogni volta che ce n’è bisogno, a favore dell’ organizzazione.
Ad un certo punto, di fronte a un cadavere di cui sbarazzarsi in tutta fretta, lo chiamano implorando il suo aiuto. E lui arriva dopo pochi minuti, bussa e si presenta: “Sono il signor Wolf, risolvo problemi”.
Fra gli arrestati di ieri nell’ ambito dell’ indagine della magistratura sulla prevista costruzione del nuovo stadio di calcio a Roma c’è Luca Anzalone, 48 anni, avvocato, di Genova, con studi anche Londra, New York e Miami, tanto per capire la caratura del pesonaggio. Lo chiamavano, di soprannome, Mister Wolf e lo chiamavano appunto per risolvere problemi i vertici occulti e palesi del Movimento 5 Stelle.
Per ricompensarlo, per la precisione: “Abbiamo deciso di premiarlo“, di sicuro gli avevano dato la presidenza dell’ Acea, la più importante e la più grande azienda municipalizzata multiservizi d’ Italia, mica robetta.
Dico subito che non ho la possibilità di parlare dell’ inchiesta della magistratura: non ho potuto leggere le carte giudiziarie.
Dico solo al riguardo che forse è successo di nuovo quello che non doveva succedere, nella così detta ‘Terza Repubblica’, dopo gli scandali infiniti di “Italia 90”, ai tempi della Prima, che arricchirono manager, politici, portaborse e faccendieri vari ed eventuali.
Dico ancora che non so, non ho potuto fare le necessarie verifiche, come, quando e perché Luca Anzalone sia assurto al servizio dei vertici occulti e palesi del M5S, da chi sia stato introdotto nel ‘cerchio magico’, dove abbia operato, e in che termini.
Una sola cosa so, verificata, e di questo solo voglio parlare.
Per quanto mi riguarda, a proposito di Luca Anzalone, basta e avanza.
Fra Natale e Capodanno, il M5S aveva un cadavere di cui liberarsi, quello del Movimento autentico delle origini, per trasformarsi nel partito unico totalitario di Luigi Di Maio e della Casaleggio e associati.
Oltre a cambiare su tanto dei programmi e delle idee, ma sopratutto su tutto dei metodi e della natura stessa, bisognava farlo sparire e sostituirlo con un nuovo statuto. Quello che nessuno lesse, quello che tutti, o quasi, sottoscrissero al buio, quello che diede pratica attuazione alla deriva democristiana e assolutistica. Quello che permise l’ epurazione senza spiegazioni di migliaia e migliaia di attivisti in tutta Italia che avrebbero potuto essere scomodi, o comunque non organici, al nuovo corso.
Ora almeno, sei mesi dopo, sappiamo chi dobbiamo ringraziare.
Ancora una volta, Mister Wolf risolse egregiamente il problema.______
LA RICERCA nel nostro articolo di ieri