AFFAIRE XYLELLA / IL GOVERNO LATITA ANCORA. MICHELE EMILIANO, DANDONE PER ACQUISITO IL CONSENSO, CONVOCA ‘LA CONFERENZA DI PACE’ UNILATERALE, LODA I CINQUE STELLE E INSULTA IL POPOLO DEGLI ULIVI
(g.p.)______Alle 10.30, ora prefissata per l’ inizio, ci sono un centinaio di persone sparse e perse nella grandissima aula del complesso Ecotecne di Monteroni di Lecce. Centinaio, Gian Marco, no. Invitato, variamente evocato e preannunciato nei giorni scorsi, a questo convegno, il nuovo ministro dell’ Agricoltura ha avuto cose evidentemente che gli stanno più a cuore da sbrigare, a Roma, a Milano e a Pavia. Eppure, cosa c’è ora di più urgente per un ministro dell’ Agricoltura di occuparsi della questione della Xylella? Soprattutto subito, perchè adesso è grande l’ attesa di conoscere se il governo del cambiamento cambierà qualcosa, rispetto a quelli precedenti, o se hanno ragione gli esponenti locali del suo partito, il senatore Roberto Marti, e il consigliere regionale Andrea Caroppo che niente hanno affermato in senso opposto, anzi, hanno marciato in direzione uguale e favorevole, amplificandola.
Vedremo, se si ricorderà, Centinaio, di quando il suo caro leader Matteo Salvini tuonava contro la “Maledetta Unione Sovietica Europea!” che “ordina di abbattere gli ulivi in Puglia”.
Certo, è questo, quello del nuovo governo, l’ anello mancante, al piano perfetto, al cerchio che si chiude, al serpente che si morde la coda, al bingo dell’ affaire Xylella.
La magistatura lo fermò nel dicembre del 2015, ipotizzando pesantissime ipotesi di reato. L’ inchiesta però non è stata mai conclusa.
Poi, ha continuato ad indagare a latere sull’ impiego di prodotti chimici in agricoltura. A leccecronaca.it risulta che le indagini della Procura della Repubblica di Lecce in tal senso siano ancora in corso. Vedremo. Intanto qualcuno degli indagati oggi era ancora qua, eh già, a questo convegno, a dare man forte alla politica, che apparentemente si subordina alla Scienza, che a sua volta cammina con le gambe dei ‘tecnici’.
La politica l’ ha fatta Michele Emiliano.
“Ci penso io”, aveva detto. Come su tutto. E come su niente, non ha risolto nulla, con paurosi ondeggiamenti, su e giù, aggrappato alla ricerca del consenso personale, con incredibili atteggiamenti altalenanti, di volta in volta mirati a fare il gioco delle tre carte nei confronti di tutti, e il gioco delle parti con il suo partito, con cui apparentemente non è d’ accordo su niente, ma in cui continua a stare, perché vuol diventarne lo sceriffo nazionale, dopo esserne diventato da tempo lo sceriffo pugliese, in quel che ne è rimasto e in quello che si appresta a diventare.
A proposito di governo. Allora, la notizia, per il povero cronista, povero perché costretto di nuovo a considerare questioni burocratiche, tecniche e da addetti ai lavori, è una sulle altre. Poi vi dirò anche le altre che ho colto io. I lavori sono ancora in corso, anzi si protrarranno fino alla tarda serata, con le esposizioni dei ricercatori e i lavori delle commissioni. Dopo di che, nei prossimi giorni, il tempo necessario per lo studio, gli esperti di leccecronaca.it ne faranno un sunto, un commento ed un’ organica trattazione di merito.
Per ora espongo quel po’ che ho capito io da un punto di vista giornalistico, diciamo così, in generale, dopo una mattinata intera passata all’ Ecotecne.
Allora, la notizia è che senza far altro, senza cioè entrare nel merito di vecchi e nuovi provvedimenti, il governo può bloccare le eradicazioni degli ulivi previsti dal decreto Martina, il decreto dei veleni, di questo febbraio.
Se ne è lamentata, dal suo punto di vista, la dirigente dell’ Osservatorio Fito Sanitario Anna Percoco, rivendicando la necessità di cambiare le norme per favorire gli abbattimenti: “Non riusciamo ad essere tempetivi nelle eradicazioni, perché spesso ci troviamo di fronte a vincoli paesaggistici e altre ragioni in deroga di competenza del ministero per l’ Ambiente e del ministero per l’ Agricoltura”, i quali, non rilasciando le necessarie autorizzazioni, possono impedire l’ abbattimento degli ulivi.
Secondo, mi è emersa in tutta evidenza l’ enorme quantità di denaro pubblico che, per tanti scopi, in molteplici direzioni, la Regione Puglia ha già movimentato, speso, o stanziato e, soprattutto, si appresta ad elargire nel futuro prossimo e pure più lontano
Adesso, non voglio fare somme e specifiche, ma, in generale, parliamo di decine e decine di milioni di euro, che ruotano intorno all’ affaire Xylella.
Oltre alla salvaguardia del territorio, destinato a profonde modificazioni strutturali, tali da stravolgerne l’ intero assetto, e alla salute dei cittadini, per cui gli effetti dei veleni impiegati in agricoltura sarebbero direttamente letali, al di là di quanto già avviene, se le norme previste dall’ ex ministro Martina, in ossequio alle direttive europee, trovassero pratica attuazione, è il denaro su cui ruota, gira e volta l’ affaire Xylella.
Di insettici e di pesticidi ‘stamattina comunque non si è parlato.
Leonardo Gioia, 47 anni, di Foggia, commercialista, questo assessore geneticamente modificato da Michele Emliano, dal centro destra al centro sinistra, arriva con mezz’ora di ritardo; il presidente, in inedita tenuta informale, maglietta blu da tecnico – ispettore (nella foto), ancora dieci minuti dopo.
Il primo farà da moderatore, senza entrare nel merito, il secondo si riserva il gran finale al termine della mattinata, quando sarà già pomeriggio inoltrato.
Si comincia con le relazioni dei responsabili regionali su monitoraggio della situazione; strategia di contrasto, cioè abbattimenti indiscriminati, e – là, si sa, vogliono andare a parare – i reimpianti.
Dopo ore di inutili slide e un’ orgia di cifre, finalmente prende la parola per le conclusioni politiche l’ ispiratore del convegno, il grande organizzatore Michele Emiliano.
Partito da posizioni movimentiste, poi piano piano piegatosi alle ragioni Istituzionali, fino a mutuare in toto il lessico degli esperti – addetti – ai – lavori, si è convertito da mesi alle ragioni dell’ affaire, e degli affari. Con i soldi si risolve tutto, il leitmotiv delle sue parole di oggi. Anzi, ha battuto cassa a Bruxelles. Certo, ha assicurato chi di dovere, ormai abbiamo capito, abbiamo evidenze scientifiche (quali?) e abbiamo agito. Con l’ assicurazione che non ci saranno speculazioni e nessuno si fregherà le mani, come gli speculatori sul terremoto dell’ Aquila che ridevano al telefono.
Nessuna parola sulle cause scatenanti della Xylella, niente di niente sugli enormi interessi in gioco. Nessun dubbio brechtiano, nessuna ipotesi di fallibilità einsteiniana. La scienza, quella che conviene, è scienza, quella che non conviene non lo è. La pima ha le evidenze, anche se non le ha, la seconda non le ha, anche se le ha. Così ragiona il sistema del pensiero unico.
Sui veleni – a fare per hhhobby l’ assessore alla sanità qualcosa ha imparato – ha poi detto che pure le medicine hanno effetti collaterali: curano magari una cosa e ne provocano un’ altra. Rassicurante.
Chi fa un convegno, lo fa per qualche ragione. Questo organizzato oggi a Lecce da Michele Emiliano era fatto per proclamare la pacificazione. Ha usato lo stesso termine usato dai Cinque Stelle, dopo la loro incredibile inversione a U delle ultime settimane sulla questione..
Non a caso, si è dilungato nel lodare la svolta dei ‘suoi’ otto consiglieri regionali del M5S, portati a esempio a chi si ostina a non fermarsi alle pseudo spiegazioni e ad andare oltre il pensiero unico totalitario che stanno finendo di imporre.
“Questa è la conferenza di pace“, ha esordito solennemente, come se le aule dell’ Ecotecne di Monteroni fossero i saloni di Versailles di Parigi.
Ma qui i vincitori non hanno ancora vinto, anche se sentono già il profumo dei soldi. E non ci sono vinti, qui non si è arreso nessuno, anzi: c’è un intero popolo degli Ulivi che continua a marciare in direzione ostinata e contraria.
Insultati da Michele Emiliano. Il presidente infatti, con una serie di figure retoriche all’ acqua di ciclamino, e una serie di metafore abortite, si è scusato urbi et orbi di averli ascoltati. Infatti, qua e là li ha pure sentiti, ma mai ascoltati. Non ha mai seriamente preso in considerazioni le evidenze logiche e le argomentazioni alla luce di dati di fatto che essi hanno ampiamente e ripetutamente prodotto, l’ ultima di recente di fronte agli inviati dell’ Unione Europea. Ha chiesto scusa agli altri, se li ha sentiti: “In democrazia bisogna ascotare tutti, pure gli stupidi”.
E uno stupido è arrivato, poco dopo, sbeffeggiato dal relatore: “Questo lo abbiamo invitato noi, per dimostrare che esistono”, lo ha dileggiato, arzillo, mentre il contestatore solitario, o quasi, c’erano solamente due persone con lui, che chissà come avevano fatto ad eludere la sorveglianza delle Forze dell’ Ordine, si era messo di lato a metà della scalinata e aveva tirato fuori un cartellone bianco, con la scritta rossa “STOP ALLA FRODE XYLELLA”, che ha mostrato per un bel po’, fiero e solenne.
Un contestatore solitario, ma non isolato, anche se applaudito solamente da cinque persone, sulle circa duecento presenti in quel momento, tanto per dire l’ aria che tirava in loco.
Ma grazie a lui, il segnale, altettanto fiero e solenne come il portatore del messaggio.
La conferenza di pace è fallita, la guerra continua.______
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