IL PENSIERO UNICO DI PALAZZO CARAFA SULL’ AFFAIRE XYLELLA. IL CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO ALLARGATO NON SI E’ ALLARGATO DI MOLTO, E DI STRAORDINARIO HA AVUTO SOLAMENTE DOTTI MEDICI E SAPIENTI AUTOREFERENZIALI E SENZA CONTRADDITTORIO
(g.p.)______Tre ore e mezzo di “dibattito” in consiglio comunale straordinario a Lecce, questo pomeriggio, fino a sera, sul tema dell’ uso dei prodotti chimici in agricoltura, e dunque dell’ ‘affaire’ Xylella.
Alla fine, mi rimangono sensazioni di sconcerto, delusione e amarezza.
Una lunghissima serie di interventi autoreferenziali, fra quelli dei consiglieri interni e quelli degli ospiti invitati, ma tutti a senso unico, in un clima di gara ad adeguarsi a chi si adeguava meglio.
Per poi andarsene via poco dopo aver parlato.
Gli ‘oppositori’ del Terzo Settore, degli ambientalisti, del Popolo degli Ulivi, non invitati proprio.
Un luminare come il professor Giuseppe Serravezza, della Lega Italiana Lotta contro i Tumori, non invitato. Un docente universitario con Nicola Grasso dell’ UniSalento, idem. Lo stesso per un ricercatore come Marco Scortichini. Non sia mai il coro sentito in scena oggi a Palazzo Carafa a reti unificate maggioranza/opposizioni avesse avuto qualche voce stonata.
Il coro di regime non ammette voci di dissenso, liquidate qui un’ altra volta a lungo e ripetutamente come complottisti e irresponsabili.
Sì, la desertificazione qui nel Salento c’è già: riguarda le loro intelligenze. Il disseccamento rapido è avvenuto nelle loro coscienze.
Si comincia con appena un quarto d’ora di ritardo. Ci sono una ventina di interni, e qualche assessore. Più una dozzina di ospiti: erano invitati parlamentari, consiglieri regionali, tecnici e rappesentanti di associazioni di categoria.
Alla fine, dopo tre ore e mezzo, rimangono a votare in diciassette, gli interni, e tutti gli altri invece, gli esterni, erano scomparsi: arrivavano quando era il momento, parlavano quando era il loro turno, salutavano e se ne andavano, subito, o poco dopo.
La richiesta era stata firmata da Gaetano Messuti, di Direzione Italia, più altri del centro destra: il primo firmatario sarà il solo a rimanere fino alla fine, ad aprire i lavori e a chiuderli con l’ illustrazione dell’ ordine del giorno.
Il tema era “incidenza epidemiologica tumorale e cronica riveniente sul nostro territorio in conseguenza dell’ attuazione del decreto 13.02.2018”.
Diciamo subito che di tumori, quelli vecchi, quelli nuovi, di malformzioni genetiche, di malattie degli umani, come è noto, ma forse sarebbe meglio dire come non è noto, in allarmante aumento qui nel Salento, non si è parlato affatto.
Si è parlato molto invece di impiego di prodotti chimici in agricoltura, delle misure previste dal decreto Martina, il decreto dei veleni, di eradicazioni degli ulivi e, certo, di riconversione del territorio.
Rigidamente a senso unico.
Provo a dare conto degli interventi che mi sono sembrati più significativi, che ho seguito dalla tribuna stampa (la foto è della collega Maria Teresa Carrozzo), male: soprattutto gli esterni, sono stati autoreferenziali, lutulenti di implicazioni da addetti ai lavori, inutilmnte prolissi e ondivaghi, prodighi invece di cifre e dati inutili, alcuni maldestri con l’ ausilio del microfono e qualcuno nemmeno si è presentato prima di iniziare il suo discorso. Poi, chiaramente, tutti senza contraddittorio, e senza la possibilità per il povero cronista di chiedere ragguagli in merito alle loro esternazioni, perché non era una conferenza stampa, nè un convegno, ma un consiglio itituzionale, e nemmeno in separata sede, perchè per lo più questi sono rimasti poco, sempre fra di loro, e via via che finivano di parlare se ne andavano.
A dare il conforto della scienza, a lungo, ripetutamente e da più parti invocata come arbitro e giudico unico sulla materia, i rappresentnti dell’ Osservatorio Fitosanitario Regionale e dell’ Agenzia Regionale per l’ Ambiente.
Come se la scienza fosse un prodotto divino, e non umano. Come se la scienza possa essere neutra. Come se il dubbio teorizzato da Bertold Brecht, la fallibilità ammessa da Albert Einstein, non fossero mai stati espressi.
Sì, a proposito di spiegazioni scientifiche: l’ Arpa, quella che nel recente passato ha prodotto gli studi per cui le emissioni dell’ Ilva a Taranto sono costituite da vapore acqueo, e l’ inquinamento nella zona di Cerano dipende dal fatto che nelle case i paesani tengono accessi troppo a lungo il focolare.
Oggi da questi tecnici, da questi scienziati abbiamo sentito dotte discettazioni sull’ uso sostenibile dei così detti fitofarmaci, sulla lode per nuovi prodotti quali l’ olio d’arancio dolce, sulle rassicurazioni tipo ‘tanto si usano già’, i fitofarmaci, come se io fumo già venti sigarette al giorno, allora me ne posso fumare pure sessanta, e di marche diverse, tanto è uguale, e così via. Concetto guida: il rapporto fra pericolo, rischio e benefici, e mi scuso se non so nè riportare, nè tanto meno spiegare quali sarebbero i benefici, e perchè, se c’è pericolo, si debba accettare il rischio, o tentare di ridurlo, come se fosse una condanna biblica, un ineluttabile fardello dei Salentini.
Come se la magistratura lecese non stia tuttora indagando sull’ uso dei veleni in agricoltura: quella che fermò il famigerato piano Silletti, che oggi invece in quest’ aula disertificata ed essiccata è stato più volte rimpianto.
Non ci sono complotti, non ci sono manovre, non ci sono speculazioni, tutto è chiaro e limpido.
Ha parlato pure il dottor Donato De Giorgi, presidente dell’ ordine dei Medici di Lecce, che, rispetto al documento diffuso il 9 maggio scorso dalla sua commissione ambiente, sostanzialmente critico, ha enunciato una nuova linea, sostanzialmente possibilista, tutta incentrata sulla sapienza di saper fare i dosaggi, e calibrare i rischi, rischio che bisogna accettare, a suo dire, da cui non ci si può sottrarre.
Cosa abbiano pensato e cosa pensino, cosa abbiano fatto e cosa facciano i vari Coldiretti, Cia, Confcommercio e quant’altri portatori di interessi del settore, lo sappiamo già, e oggi non hanno perso occasione di ribadirlo con enfasi in sede istituzionale.
Fra i politici intervenuti il senatore della Lega Roberto Marti e il consigliere regionale del M5S Cristian Casili. Le ruote di scorta del sistema, le nuove ruote su cui adesso viaggia il potere di governo, anche per l’ affaire Xylella, in Direzione Europa. Certo, non c’erano i leader maximi, gli europarlamentari Roberto Fitto, di Direzione Italia, e Paolo De Castro, del Pd, ma, come santoni venerabili, sono stati ogni tanto citati, ossequiati e venerati dai loro consiglieri comunali di riferimento.
Roberto Marti è riuscito nell’ invidiabile impresa di parlare una decina di minuti, senza dire niente. Ha esordito dicendo che il decreto Martina “è superato“. Uno capisce che verrà abrogato, sostituito, modificato, integrato, chesso io. Ma no, tranquilli: è superato perché “ora c’è un nuovo ministro“, questa la spiegazione che ha fornito.
E che farà il nuovo ministro, il leghista nordista Gian Marco Centinaio? Non si sa. Beh, però verrà presto nel Salento. E per il resto bisogna fidarsi della scienza, ‘ntorna, e bisogna fidarsi delle Istituzioni, per capire “cosa mettere nel territorio”, attuando le “riconversioni”. Certo.
Cristian Casili ha parlato verso la fine della seduta e qualcosa almeno l’ha detta. Perfettamente in linea con la “rivoluzione copernicana”, l’ inversione a U, teorizzata e adottata al riguardo dal M5S da un paio di mesi: quindi niente contrapposizioni politiche, pacificazione generale, patto fra le Istituzioni, riconversioni senza speculazioni, possibilità per il territorio di ripartire. Sì: in Direzione Italia, sotto le direttive dell’ Unione Europea.
Fra i consiglieri comunali intervenuti nel “dibattito” – particolarmente acidi e virulenti qulli del Pd – quache timido cenno di distinguo, qualche fugace perplessità, solamente da parte di Gabriele Molendini, di Lecce Città Pubblica, e di Massimo Fragola, di Andare Oltre. Entrambi della maggioranza che sostiene il sindaco Carlo Salvemini. A proposito, in chiusura ha parlato pur lui, per ribadire le proprie decisioni, di non emettere ordinanze contro i veleni, come altri suoi collghi, e di fidarsi invece delle Istituzioni, rappresentate nella fattispecie dal compagno Maurizio Martina, oltre che di fidarsi ciecamente della scienza, quella di dotti, medici e sapienti di cui sappiamo.
Nell’ aula di Palazzo Carafa, intanto prosciugata di presenze, alla fine si è votato su un documento politico. Presenti e votanti: 17. Voti a favore: 17. Contrari: 0. Astenuti: 0. Tutti con il sindaco, compresi i perplessi Molendini e Fragola, comprese le opposizioni: il centro – destra e il Movimento 5 Stelle.
E che dice l’ ordine del giorno plebiscitario pro Salveinini approvato all’ unanimità?
A parte amenità varie e ovvietà assortite, dice che:
“Il decreto Martina, che è l’ applicazione nazionale delle norme stabilite dall’ Unione Europea, prevede una serie di comportamenti da assicurare nelle aree adeguate“, quelle “infette, dove finalmente il decreto offre la possibilità di reimpainto con varietà di ulivo resistenti”.______
LA RICERCA in uno dei nostri ultimi articoli sull’ ‘affaire Xylella’ del 1. giugno scorso
Salve, la lettura di questo articolo e’ interessante dettaglita desidero ricevere gli aggiornamenti grazie.
Una vergogna! I commissari europei hanno legittimato i cittadini, le associazioni e tutti coloro che denunciano la devastazione in nome della xylella, e molti politici locali continuano invece con la litania dei santoni e complottisti. Una vergogna doppia poi non considerare l’effetto cumulativo dei pesticidi/insetticidi imposti obbligatoriamente a tutti: mentre prima l’uso della chimica era facoltativo e molti preferivano non usarla, col decreto ministeriale in questione invece viene imposto un obbligo di legge. Non considerare questi due fattori vuol dire che si sta facendo un’operazione intellettualmente poco trasparente.
Un’altra vergogna ignorare completamente l’azione della magistratura e le cure che hanno avuto (queste si, a proposito di scienza!) una validazione scientifica, per salvare i nostri olivi autoctoni.
Le offese gratuite vengono respinte ai mittenti: questa storia rappresenterà una macchia indelebile per più di qualcuno.
Salvemini risponde solo al partito, questo è il suo intento, legittimare il partito.
Negazionismo. La classe politica si abbevera alle verità delle multinazionali. Ecco perché il “pensiero unico”. Succede così anche in America Latina, anch’essa – stranamente – invasa dalla Xylella (cavallo di Troia). Naturalmente il nemico è la cittadinanza attiva, il pensiero critico, ecco perché deve essere esclusa!
Delusione indescrivibile e sconfinata.
Aggrappati disperatamente ad atti e progetti illegittimi. Accecati da logiche nefaste ed escludenti. Sordi alle ragioni motivate e ben documentate di associazioni e cittadini.
O siamo sudditi? Di un regale potere che già non appartiene agli Stati? Ai governi, quali che siano?
Il Salento a morte quindi. Ma io mi chiedo: dove saranno i loro figli quando respireranno tonnellate di veleni, una buona dose in più di quanti non ne respirino già ora? Con quale coscienza e con quale responsabilità si arrogano il diritto di stabilire le sorti della vita di migliaia di persone?
Non sono stupita di niente. È tutto molto chiaro, il loro comportamento è perfettamente in linea con il “Sistema Italia”. Un sistema viscido e tentacolare, pronto a avvinghiarsi ovunque.
Sono schifata, e non dei politici e dei politicanti dell’ultima ora, quanto dei medici. Preferisco evitare di etichettarli, ma è evidente che hanno dimenticato da un pezzo i contenuti e i principi del giuramento di Ippocrate. È a loro che va tutto il mio disprezzo.