SARPAREA / L’ APPROFONDIMENTO / IL TAR DI LECCE DA’ RAGIONE A NOSTRA SIGNORA DEL RESORT (NELL’ OASI DEGLI ULIVI) ALISON DEIGHTON. LA SCANDALOSA LOTTIZZAZIONE VA AVANTI, ANZI, ORMAI E’ IL TEMPO DI ANDARE OLTRE
(Rdl)______
Il Tar di Lecce hanno respinto i ricorsi di ambientalisti e consumatori, proposti dal comitato Salviamo la Sarparea e dall’associazione Codici di Roma.
Respinte le osservazioni anche a proposito del mancato censimento preliminare degli ulivi monumentali.i giudici hanno infatti scritto che: “quanto ad eventuali alberature che pur non essendo ancora censite avessero i caratteri della monumentalità, la società s’impegna a produrre, comunque prima di qualsivoglia intervento, un rilievo georeferenziato dell’uliveto monumentale”.______
Ripubblichiamo il nostro articolo del 28 gennaio 2017 (a seguire, gli altri approfondimenti)
SARPAREA: LA FORESTA DEGLI ULIVI MONUMENTALI, IL PROGETTO DI UN RESORT DI LUSSO PER MILIONARI E L’ARTICOLO 9 DELLA COSTITUZIONE
di Eleonora Ciminiello______
Vedere un luogo, come la foresta di ulivi monumentali, affiancato dalla parola lottizzazione, sui documenti presentati dalla società Oasi Sarparea s.r.l., palesa come in Italia il paradosso è sempre in agguato, pronto a manifestarsi in tutta la sua mostruosità. Una mostruosità che ha madre inglese e padre italiano, e che assume da un lato le sembianze del benestante di turno, pronto a spendere parte dei suoi averi pur di monetizzare, dall’altro del compiacente politicante, appollaiato dietro le grandi scrivanie dei palazzi comunali, provinciali o regionali, secondo le necessità.
In realtà a questa madre non si possono attribuire più di tanto le colpe, gli errori maggiori ricadono proprio sul padre di questo parto incestuoso: dovrebbe essere lui a negare alla madre il progetto, chiedendole di realizzarlo altrove, facendo prevalere le leggi italiane e il buonsenso.
Il progetto presentato nel 2009 dalla società Oasi Sarparea s.r.l. evidenzia come gli stranieri percepiscono l’Italia: una nazione ricca di leggi, di precetti e di norme che in realtà non costituiscono un ostacolo, perché si sa, in Italia “Fatta la Legge, trovato l’inganno”. Proprio per questa ragione gli “investitori” esteri guardano alla penisola come ad una terra da colonizzare.
Ma torniamo a Sarparea. Sarparea è un luogo unico, ultimo sopravvissuto di un passato millenario nel quale il Salento, e la stessa Puglia può specchiarsi per identificare il suo volto originario, la sua essenza. Sarparea è la foresta di ulivi monumentali di Puglia, Sarparea è la resistenza del Salento, Sarparea sono le lotte per la sopravvivenza, è il lavoro dei salentini nei campi, è la capacità di evolversi mantenendo le antiche sembianze, Sarparea è la storia di questa terra. Sarparea è paesaggio, storia, arte, architettura scolpite dalla Natura nei secoli: è per questo che si può affermare che Sarparea non è uno, 50 o 100 ulivi dalle caratteristiche distintive e quindi inviolabili, Sarparea è un ecosistema che costituisce nel suo insieme un bene appartenente al patrimonio locale, regionale e nazionale.
La Commissione Ulivi della Regione Puglia, nel verbale del 14 febbraio 2013, sostiene, in una nota presente all’interno della delibera regionale del 22 agosto 2016 a firma dell’assessore Curcuruto, che il sopralluogo effettuato presso Sarparea “ha visto emergere chiaramente la presenza di ulivi monumentali in percentuale maggiore del 60% nell’area presa in esame, pertanto l’uliveto possiede le caratteristiche di monumentalità così come riportate nella LR 14/07”.
La sezione Ecologia inoltre, sostiene che è necessario provvedere ad “un censimento dettagliato, conforme alla vigente regolamentazione subordinato al verbale di accertamento Bollettino Ufficiale della Regione Puglia – n. 97 del 22-8-2016 43321 dagli Uffici Provinciali Agricoltura, che dovrà essere sottoposto al parere preventivo della Commissione tecnica per la tutela degli alberi monumentali”
Se Sarparea, come afferma la Commissione Ulivi Monumentali possiede caratteri di monumentalità può essere sottoposta a manomissioni?
Si potrebbero edificare delle stanze per i benestanti del pianeta all’interno del Colosseo, un ristorante d’élite sulla sommità della torre di Pisa o un albergo di lusso all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso? No, e nessuno lo farebbe per il semplice fatto che questi monumenti artistici e paesaggistici devono esser tutelati e salvaguardati perché costituiscono l’essenza della nazione da tramandare alle generazioni future.
Il professor Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte scrive:” I “diritti delle generazioni future” non sono un’invenzione del nostro tempo. Risuona infatti fortissima, in queste nuove formule del diritto, la voce antica del bonum commune, della publica utilitas, del pubblico interesse come nettamente sovraordinato al profitto privato. E dovremmo sempre ricordarci che il bene comune è il principio ordinatore della nostra Costituzione, che lo definisce come «interesse della collettività» (art. 32), «interesse generale» (artt. 35, 42, 43 e 118), «utilità sociale» e «fini sociali» (art. 41), «funzione sociale» (artt. 42, 45), «utilità generale» (art. 43), «pubblico interesse» (art. 82). Espressioni non coincidenti, ma convergenti, che si integrano l’una nell’altra in una coerente architettura di valori.”
Affermare la priorità dell’interesse pubblico e del bene comune sui profitti privati è il principio ispiratore di tutta la carta Costituzionale, quindi la tutela del patrimonio storico-artistico e del paesaggio, contenuta nell’articolo 9, è un diritto/dovere legato ai principi di democrazia e cittadinanza.
Non si parli di ambientalismo, quindi, ma si cominci a parlare di diritti costituzionali continuamente violati. In tal senso non posso che condividere pienamente ciò che ha scritto, in materia di tutela del paesaggio e di articolo 9 della Costituzione, Gustavo Zagrebelsky, «oggi è poco probabile che nell’interesse della politica rientri anche la preoccupazione per le generazioni future. Laddove si richiederebbe la virtù della presbiopia, prevale invece l’interesse momentaneo».
L’istinto che caratterizza la maggior parte dei politici e degli amministratori locali corrisponde al fagocitare tutto e subito, anche ciò di cui non si è minimamente proprietari ma solo custodi momentanei.______
L’ APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 4 agosto con la presa di posizione del Comune di Nardò, e in due dedicati alle opposizioni al progetto del 5 agosto
IL VIA LIBERA DEL COMUNE DI NARDO’ A SARPAREA. IL RESORT DI LUSSO FRA GLI ULIVI MONUMENTALI SI FARA’
La sentenza n.767 del TAR di Lecce non mette la parola fine alla battaglia contro la gigantesca cementificazione di uno degli ultimi boschi di ulivi monumentali esistenti nel Mezzogiorno. La sentenza, difatti, mantiene del tutto aperto il tema nevralgico dell’ultimazione del censimento degli alberi ritenuti monumentali e posticipa l’accertamento conclusivo ad una fase successiva del procedimento che è, comunque, agli albori, considerato che sarà il progetto esecutivo quello degno di maggiore interesse poiché rappresentativo pienamente degli interventi concreti, al netto delle buone intenzioni, che la società proponente intende portare avanti e delle prescrizioni del PPTR, il cui rispetto si potrà verificare definitivamente in quella circostanza.
Sono convinto che il comitato salviamo la sarparea, composto da professionisti e persone che hanno speso una vita per la salvaguardia ambientale, non si lascerà scoraggiare da qualche buontempone che legge le sentenze della giustizia amministrativa in maniera del tutto singolare.
Da parte mia continuerà ad esserci, chiaramente, la piena collaborazione con chi in questa battaglia ci sta mettendo anima, cuore e fatica per il solo fine di mantenere immutata la bellezza del nostro paesaggio, tutelando le tante fragilità di un territorio sempre più antropizzato e dunque sempre più oggetto di speculazioni edilizie che lo accompagneranno verso il tramonto con la complicità di qualche politico locale che crede ancora che cemento sia un categorico sinonimo di sviluppo.
Lo scrivo anche qui, sperando che qualcuno si degni di leggere la sentenza.
E quindi, a leggere la sentenza non mi pare che il Tar abbia prodotto alcuna blindatura. A meno che il titolo non voglia dire altro.
Mi pare invece che il contenzioso sia tutta aperto.
In sede di approvazione del piano esecutivo bisognerà vedere se gli olivi saranno stati censiti e quindi individuati come monumentali. Una volta censiti e viste le misure(sic!), emergerà che il progetto è irrealizzabile.
Se il censimento non avrà luogo (il censimento per la monumentalità è fermo da anni per mancanza di fondi a disposizione della Regione), allora si procederà con il ricorso.
Di fatto il Tar ha rimandato la questione al dopo il censimento, cioè a un tempo indeterminabile, viste le lungaggini politiche e burocratiche.
Grazie. Già ieri ci era stato fatto notare, sia pur in sintesi, quanto qui sopra spiegato con il dovuto approfondimento. Il fatto è che è vero, senza leggere la sentenza, purtroppo cosa impossibile, almeno nell’ immediatezza dettata dalla cronaca, ci eravamo basati sull’ unica fonte al momento disponibile, cioè il lancio Ansa, che comunque parlava di “ricorso degli ambientalisti respinto”, e sarà pure così, se però le cose stanno in maniera più complessa e dunque ancora limitativa per l’ effettiva realizzazione del resort, va benissimo, e grazie ancora.