CINQUANTA ANNI FA ‘IL SESSANTOTTO’ A LECCE. PURE PICCOLI SCRITTORI CRESCEVANO. RAFFAELE POLO, TRA ‘PERSONALE’ E ‘POLITICO’, (RI)EDUCATO DA UN SINGOLARE, ‘DEMOCRATICO’ DOCENTE DI LETTERATURA ITALIANA

| 8 Maggio 2018 | 1 Comment

(g.p.)______Raffaele Polo (nella foto), all’ epoca studente anch’ egli al ‘Palmieri’ prima e all’ Università poi, e che già studiava da…scrittore, quale è poi brillantemente diventato, mi manda il suo contributo, breve e prezioso, alla rievocazione che stiamo facendo in questi giorni qui su leccecronaca.it

Sorrido e gongolo. Me l’ ha mandato sua sponte, senza sapere che in quella stessa sezione del ‘Palmieri’ approdai anche io appena qualche anno dopo, giusto in tempo, in Terzo Liceo Classico, nel 1976, per l’ ultimo anno, generosissimo, di insegnamento dell’ Istituzione Latino e Greco Pellegrino; per avere ancora la con me fin troppo comprensiva Carlino di matematica; don Sandro Rotino, che definire ‘di religione’ è riduttivo assai, con i suoi cineforum spettacolari, e proprio a lui ho ripensato in questi ultimi giorni, perchè da lui ‘costretto’ a vedere film massacranti tipo quelli dei Fratelli Taviani; e giusto in tempo per avere all’ ultimo anno, là tornato dopo breve parentesi al ‘Virgilio’, il mitico Nicola Carducci, buonanima.

Furono nove mesi di…passione. Perché Nicola Carducci Redux, evidentemente peggiorato, dopo cinque anni, e in pieni anni Settanta esasperati ed esasperanti, aveva anche acuito certe caratteristiche delle origini, che qui di seguito Raffaele Polo, da par suo, con la leggerezza naive e il bonario umorismo involontario della sua prosa, rievoca in maniera impareggiabile.

Mi basterà dire – e gli esiti del Sessantotto, negli anni Settanta, saranno oggetto di una successiva rievocazione, sempre qui su leccecronaca.it – che pure a me Nicola Carucci prese di punta, per motivi ideologici, e le pareti di quell’ aula tremano ancora per le sfuriate che faceva di tanto in tanto a…democratico commento di qualche mia affermazione.

La cosa che mi è rimasta impressa sono i temi. Non i miei, il tema che faceva lui, a commento di quello mio, ogni volta. Una cosa incredibile. Cioè, mi metteva sempre 6, non so come definirlo, il che per me era un voto basso, perchè nei temi avevo preso sempre 8 e 9 in tutta la mia carriera scolastica, un 6 di generosità diceva, solo per la forma,  per non mettermi 2 o 3, sulla base invece dei contenuti da me esposti. E dopo il voto e la fima, cominciava a scrivere lui, sui fogli protocollo, che vergava a lungo, ribattendo punto per punto alle mie tesi, con ciò assolvendo alla sua missione di ‘rieducarmi’. Un giorno, esasperato da tutto ciò, pur sapendo che era dal suo stesso partito, andai dal preside a lamentarmi, con i fogli di un tema in mano, chiedendogli provocatoriamente se la prossima volta Carducci mi avrebbe mandato a rieducarmi in Siberia…E il giorno dopo, appena entrò in classe, l’ ira funesta di Nicola Carducci si abbattè su quelle mura con urla reboanti…La Siberiaaa…

Ma basta, lasciamo l’ incursione negli anni Settanta, e torniamo al Sessantotto. E leggiamo quel che, per capirlo meglio di un saggio accademico, dal piccolo canto di una scuola di provincia, e di memorie personali, ci racconta in proposito Raffaele Polo______

 

Negli anni dal ’68 al ’70 frequentavo il Liceo Classico Palmieri, sezione B.

Lì c’era il professore Nicola Carducci, italiano. La professoressa Pellegrino, Latino e greco. La professoressa Carlino, Matematica. Il professore Signore, Scienze. Il professore Serra, Filosofia. Don Sandro Rotino, religione, e il professore Barilaro per l’educazione fisica.

Con Carducci, l’impatto fu devastante. Ricordo che un giorno entrammo in tre, c’era uno sciopero, eravamo approdati da poco al Liceo (dopo il Ginnasio) e ci aspettavamo di essere lodati o, per lo meno, guardati di buon occhio. Macchè.

Carducci ci apostrofò in malo modo, disse tra l’altro che ‘dovevamo avere senso storico’ e che lo sciopero di quel giorno era sacrosanto. Aggiunse che, evidentemente, eravamo fascisti, sennò avremmo scioperato con gli altri bravi ragazzi.

Io mi alzai e dissi apertamente che non mi interessavo di politica e che avevo già abbastanza problemi con le materie difficili da imparare… Non l’avessi mai detto: al termine ‘fascista’ si sostituì il disprezzativo ‘qualunquista’ e fui messo a tacere tra i rimbrotti….

Passano due giorni e c’è un altro sciopero. Memore della lavata di capo della volta precedente, stavolta non entro e mi aspetto, l’indomani, un buon accoglimento dal professor Carducci.

Macchè: Lui mi additò davanti a tutti come ‘fascista’ perché avevo partecipato ad uno sciopero voluto dai fascisti…. E avevo confermato, col mio comportamento, l’idea già ventilata in precedenza circa le mie ideologie politiche….

Così, per me, il ’68 fu, giocoforza, un tira-e-molla con la buonanima di Carducci che tante cose ci insegnò, ma ci predispose negativamente all’obiettività , additandoci il misterioso ‘senso storico’ che ancora stiamo cercando….

All’Università (occupata) andavamo anche noi, alunni del Liceo (occupato) e tra le volute di fumo e di aria consumata, imparai a conoscere Cricelli e Bisanti, i due leader di quel tempo, credo di parte sinistra. Poi…. contrassi l’epatite e il ’68 finì, per me, con una materia da dare a settembre, ovvero matematica .

Le mie compagne, tutte innamorate di Carducci e della sinistra, di Gianni Morandi (C’era un ragazzo…) e degli eskimo, furono promosse e si fidanzarono con gli universitari più esagitati…

A quel tempo, cominciai a scrivere su ‘Voce del Sud’ e questo confermò, per Carducci e per tutti, la mia adesione alla Destra di Almirante e Sponziello.

Ma, mi chiedo, se fossi capitato in un’altra sezione, con un altro professore, quale sarebbe stato il mio destino?

Perché io non sono stato mai ‘di destra’ o ‘di sinistra’, notando sempre, per retaggio caratteriale, difetti e nefandezze presenti in tutti gli schieramenti. E anche con la Chiesa, ad essere sinceri….

Ma il mio ’68 è stato questo: Carducci, la matematica e un grande amore mancato perché fui giudicato (‘stavolta) di sinistra, dall’unica ragazza di destra del circondario….______

4 – Continua______

LA RICERCA nei nostri articoli dei giorni precedenti

LA TESTIMONIANZA / CINQUANT’ ANNI FA IL MAGGIO FRANCESE. ED ECCO COSA SUCCESSE QUANDO QUALCHE MESE DOPO ‘IL SESSANTOTTO’ DA PARIGI ARRIVO’ A LECCE, “dove Nietzsche e Marx si davano la mano”

CINQUANTA ANNI FA ‘IL SESSANTOTTO’ A LECCE SU DUE SPONDE. SULLA ‘RIVA ROSSA’ FRA GLI ALTRI C’ ERA ANTONIO CAPRARICA, CHE UNA NOTTE ANDO’ ALL’ ASSALTO DEL ‘PALMIERI’ ARMATO DI UNO STURALAVANDINI

CINQUANTA ANNI FA ‘IL SESSANTOTTO’ A LECCE SU DUE SPONDE. PIERO MANNI, I CAMBIAMENTI DI SCUOLA E UNIVERSITA’, E QUEL GIORNO CHE AI BORDI DELLE STRADE DI PORTA NAPOLI DIO E’ MORTO (PER UN’ORA)

Category: Cronaca, Cultura, Politica

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Comments (1)

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  1. Giuseppe Quarta ha detto:

    Rivivere i ricordi della sezione ‘B’ del liceo Palmieri Lecce, è una emozione: una emozione rileggere i nomi componenti il corpo insegnanti, una emozione arrendersi alla esondazione dei ricordi.
    La prof. Maria Pellegrino: soprannominata ‘la sceriffa’, poichè quando perdeva la pazienza sistemava il girovita come se fosse il cinturone dei pistoleri. Una donna molto riservata, in apparenza burbera, ma grande testimone del latino e greco che trattava in maniera addirittura appassionante. Raramente, smentiva le apparenze e rivelava una grande sensibilità. La andai a trovare dopo il primo anno di università, fui accolto da ‘un’altra persona’ quasi con commozione, rivelandosi dolce e sensibile ed addirittura timida.
    Il prof. Nicola Carducci: mai visto sorridere! Per lui l’italiano era la vita. Ruvido, irascibile, apparentemente trasognato, che quando parlava di letteratura azzittiva la nostra ‘vivace’ classe e faceva sognare tutti noi: la passione vinceva, la faceva stravincere ogni futile voglia ‘di fare casino’ fisiologica in quella situazione. Grazie professore!
    Remo ‘vero’ Serra: storia e filosofia. Il ‘vero’ era il suo intercalare abituale. Un professore, l’unico, che stonava fra gli altri. Le sue spiegazioni ‘a memoria’, senz’anima. Un linguaggio steppante, grossolano, che tradiva la routine a danno di ogni passione.
    Mario Surico: matematica e fisica: ‘il gattone’. Surico era un uomo difficile da interpretare. Bravo ed accorto nelle lezioni delle sue aride materie, era disposto a ‘rinfrescarle’ ogni tanto con qualche battuta ma sempre con la leva del freno in mano per frenare gli eccessi. Ricorderò per sempre l’ulimo giorno di ccuola alla vigilia della maturità: registro alla mano lesse il profilo scolastico di ciascuno di noi, e pareggiò con la sufficienza tutti, anche coloro che non l’avrebbero mai meritata. ‘A giudicarvi saranno gli esami e poi la vita’, ‘inutile che sia io a farle da suggeritore!’ Ne fui commosso!
    Antonio Signore: ‘ica man’, serio, freddo, dalla voce sottile e tagliente come un bisturi. Le scienze erano per lui un optional inadatto, per quanto fosse bravo. La sua freddezza non scaldava i cuori, non suscitava passione, ma a parte ciò ne ho un ricordo positivo.
    Don Rotino: povero don Rotino, uomo intelligente e colto cui era toccato occuparsi dell’ora di religione. Arguto, paziente, anche spiritoso e divertente riusciva a trasformare il caos in dibattito e riusciva a rendere interessante ogni dibattito. Non ‘puzzava’ di incenso, anzi, lui era moderno, open minded, efficace. Un ricordo affettuoso.
    Chi dimentico? Ah si, l’ora di educazione fisica: non me ne ricordo, era l’ora della sigaretta e dello scambio di avventure tra studenti.
    Bellissimi ricordi!

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