ULTIM’ORA / CLAMOROSO / SEQUESTRATO IL CANTIERE TAP A MELENDUGNO, LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI LECCE BLOCCA I LAVORI, DOPO UN ESPOSTO PRESENTATO DAI PARLAMENTARI SALENTINI DEL MOVIMENTO 5 STELLE
di Emanuele Lezzi_______
Sequestrato il cantiere Tap! Il provvedimento disposto dal procuratore capo, Leonardo Leone De Castris, su richiesta del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori della Procura della Repubblica di Lecce. Già posti i sigilli sulla strada provinciale che collega Melendugno a San Foca, località Paesane.
Qui quattrocento quarantotto ulivi, che hanno la sfortuna di essere nati e vissuti sul tracciato del gasdotto, sono soggetti a espianto; proprio per questo, fino al 30 di questo mese, per agevolare i lavori ed evitare la protesta popolare, come avvenuto nella scorsa primavera per i duecento ulivi di San Basilio, il Prefetto aveva emanato un decreto di divieto di avvicinamento.
L’ area è diventata così off limits.
Sappiamo però che l’ altro giorno c’ erano andati l’ on. Diego De Lorenzis e i senatori Daniela Donno e Leonardo Donno del Movimento 5 Stelle, con il sindaco di Melendugno Marco Potì.
Sono stati contestati proprio questi lavori della Tap sugli ulivi, con inoltre una diffida a fermarli, in virtù di un vincolo paesaggistico gravante sulla zona, negato dalla multinazionale e dal Ministero per lo Sviluppo Economico; sono stati denunciati inoltre violazioni alle prescrizione contenute nella Valutazione di impatto ambientale.
I tre parlamentari hanno presentato l’ esposto in Procura.
Il sindaco, ha firmato una diffida rivolta alla Tap.
Questa mattina, il sequestro, eseguito dai Carabinieri, con i sigilli all’ area.
Tap, nella convinzione di aver operato nel pieno rispetto delle disposizioni legislative in materia e delle autorizzazioni ricevute, ribadisce l’assoluta fiducia nella magistratura e fornirà tempestivamente alla Procura tutti i chiarimenti necessari volti ad ottenere il dissequestro dell’area.
Il sequestro probatorio disposto dalla procura di Lecce riguarda IL SOLO CANTIERE predisposto tra il km 2.90 e il km 3.98 della pista di lavoro per la posa del gasdotto, nel quale nei giorni scorsi era stato concluso l’espianto e il trasferimento di 448 ulivi.
Il cantiere di San Basilio dove è in corso di ultimazione il pozzo di spinta per la costruzione del Microtunnel NON È SOTTO SEQUESTRO e in esso si lavora regolarmente.
Il Movimento 5 Stelle a tutti i livelli si conferma l’unica forza politica che da sempre lotta insieme ai cittadini per difendere il nostro territorio da TAP. Dopo le numerose denunce, manifestazioni e interventi dentro e fuori dalle istituzioni di questi anni, oggi, grazie al lavoro dei nostri parlamentari pugliesi Diego De Lorenzis, Daniela Donno e Leonardo Donno che lunedì scorso hanno effettuato un sopralluogo sul cantiere riscontrando diverse possibili criticità perentoriamente segnalate con un esposto alla magistratura, siamo riusciti a segnare una nuova battuta d’arresto per i lavori del gasdotto.
Una vicenda che la dice su quanto si sarebbe potuto fare e non si è fatto in tutti questi anni, per incapacità o per mancanza di una reale volontà di intervenire da parte del Presidente Emiliano che non perde occasione per ricordare nei salotti televisivi il suo passato da magistrato e da profondo conoscitore della giurisprudenza; tuttavia è servito ancora una volta l’intervento del Movimento 5 Stelle per ottenere un serio e importante risultato nella battaglia per la tutela della nostra terra.
Il sequestro del cantiere Tap in località Paesane ci pone davanti a delle domande alle quali qualcuno dovrà rispondere. Da anni denunciamo irregolarità e divergenze sostanziali tra le normative e l’agire di Tap, ma le risposte non sono mai arrivate.
Quale è la posizione del Prefetto di Lecce? Come giustifica oggi l’atto con il quale ha istituito una zona rossa per dei lavori che non potevano essere effettuati? Come giustifica l’ignorare la presenza di un’area soggetta a vincolo paesaggistico? Come giustifica le centinaia di multe verso quei cittadini che protestavano, nel luglio scorso, per lo spostamento degli alberi in un periodo inadeguato, quando invece oggi uno dei capi di imputazione per il sequestro dell’area è proprio l’aver effettuato delle operazioni fuori dai tempi previsti per legge? Come giustifica il dispiegamento di centinaia di forze dell’ordine, in difesa di lavori che potrebbero essere irregolari?
E, di riflesso, le stesse domande le rigiriamo al Questore di Lecce, braccio pesante di direttive contro la popolazione, e a quella fetta di magistratura che ratifica questo pugno duro: come si giustificano le misure cautelari nei confronti di chi denunciava illeciti che oggi sono sotto la lente di ingrandimento? Il sequestro di un cantiere e un’indagine aperta sul rispetto della normativa Seveso, non sono quantomeno sintomatiche di una lotta legittima? Un arresto e decine di fogli di via, rivolti ad attivisti che lottano coscientemente per denunciare queste irregolarità, non sono una cantonata enorme e lesiva nei confronti della popolazione?
Quello che vediamo da un anno tra Melendugno e San Foca è un continuo sopruso. Prefetto e Questore dovranno dare delle risposte a un’intera popolazione, non a quella politica garantista che scavalca i cittadini! Tap è un prodotto figlio di quella politica, che pian piano sta implodendo.
VOGLIAMO RISPOSTE, perché oggi, più che mai, sappiamo di essere dalla parte del giusto! E continueremo la nostra lotta, passo dopo passo. Fino a distruggere questo mostro!