SCRITTE CONTRO IL GASDOTTO SULLE PARETI ESTERNE DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI SANTA LUCIA A LECCE. E L’ ARCIVESCOVO MICHELE SECCIA AVVERTE I RESPONSABILI: “Ne dovrete dar conto pure alla giustizia divina”. POI ARGOMENTA LE RAGIONI DELLA LOTTA NO TAP, QUELLA VERA, E LANCIA UN APPELLO AL DIALOGO
(g.p.)______Nuovo episodio di vandalismo, questa volta ai danni di una chiesa, quella parrocchiale di Santa Lucia, in via Asti, col pretesto della lotta No Tap.
Nonostante le condanne unanimi, e le indagini della Digos, c’è ancora qualche idiota che insiste, nel prendersela con gli edifici pubblici, anche quelli artistici, ora anche con i luoghi di culto.
Un accanimento che appare ora anche sospetto. Ma il giornalista, il commentatore, non deve basarsi sulle dietrologie, sulle ipotesi: deve stare ai fatti.
I fatti dicono che le scritte continuano a spuntare, e che si tratta di un errore gravissimo, come leccecronaca.it ha documentato e argomentato più volte nelle scorse settimane.
Ora, vai a spiegare che si tratta di gesti isolati, compiuti da chissà chi e da chissà dove giunto, da chissà quali intenzoni animato.
Rimane il fatto, di cui indistintamente viene deturpato ora l’ intero Movimento No Tap, e chi ideologicamente, politicamente e anche giornalisticamente lo sostiene, o lo guarda con simpatia, o interesse.
Un errore gravissimo, chiunque lo abbia compiuto.
Già, siamo nel Tremila, e fare le scritte sui muri, tanto più queste di ieri sera che paiono di frustrazione, più che di informazione, di vandalismo, più che di ideologia, è una roba da idioti, che non ha senso alcuno, e anzi risulta controproducente.
Infatti.
Nella fattispecie, poi, imputare di “complicità” con la Tap la Chiesa di Lecce, guidata da un Arcivescovo, non da oggi, contrario alla realizzazione dell’ opera, e che annovera fra le sue fila i sacerdoti di Melendugno che hanno sostenuto in tutti i modi la protesta dei cittadini, non è più nemmeno un errore, è un orrore.
Si parla oggi, si parlerà domani, della questione in sè, della sostanza dei fatti, delle strategie, dei danni e delle devastazioni al territorio del gasdotto?
No, si parla e si parlerà dei muri dei palazzi imbrattati.
Oggi, della chiesa di Santa Lucia.
Lo fa, in un comunicato appena giunto in redazione, l’ Arcivescovo Michele Seccia, che giustamente protesta e condanna, ma poi pure argomenta dal suo punto di vista e ribadisce la propria contrarietà al gasdotto Tap.
Sentiamo cosa dice, nella sua lunga e argomentata dichiarazione, del tutto condivisibile, dai toni, alla sostanza.______
Opporsi e protestare contro chi vorrebbe deturpare per i propri interessi economici l’ambiente e la natura, patrimonio di tutti, e poi scagliarsi contro un edificio di culto che è un bene collettivo, un punto di riferimento per l’intero quartiere, un luogo di aggregazione che appartiene alla comunità, non solo è un controsenso e una vera e propria ipocrisia ma è il modo peggiore per far valere le proprie ragioni.
Il vandalismo e la violenza non sono certo la più opportuna cornice a un dibattito sia pur vivace e particolarmente sentito dalla nostra popolazione.
Le vere lotte per la difesa di un diritto qual è il rispetto dell’ambiente e della salute, sono battaglie di civiltà per questo non possono e non devono sconfinare in episodi contro il bene comune: rappresentano una contraddizione e creano ulteriori divisioni e grande disagio sociale; come se non bastassero già i drammi esistenti.
L’ho ripetuto in altre occasioni: abbassiamo i toni e rifiutiamo con forza ogni forma di violenza.
Scavalcare il limite della legalità pur nella consapevolezza di ribellarsi a scelte nocive per il benessere di tutti, rimane comunque un atto del quale dar conto non solo alla giustizia terrena ma anche a quella divina.
Sulla vicenda del gasdotto – ribadisco quanto già espresso fin dal mio arrivo nel Salento: ci saranno davvero benefici per questa terra e per la sua gente?
Qualcuno dovrà pure spiegarlo alle popolazioni coinvolte da questa scelta.
Papa Francesco nella Laudato sì ricorda a tutti noi che il Creatore ha affidato la terra all’uomo per proteggerla e tutelarla, per ‘coltivare e custodire’ il giardino del mondo. Mentre «coltivare» – scrive il Papa – significa arare o lavorare un terreno, «custodire» vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura.
Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future.
Mentre auspico un immediato ritorno al dialogo e al sereno confronto tra le parti coinvolte perché si cerchino soluzioni, le più opportune, per il rispetto delle popolazioni e delle future generazioni ma anche per la salvaguardia di un ambiente, il nostro, troppo spesso ‘turbato’ dalle esigenze dello sviluppo e del mercato, sono vicino e solidale con il parroco e con l’intera comunità di Santa Lucia in Lecce dopo i fatti della scorsa notte e spero tanto che l’episodio ai danni dell’edificio sacro possa essere l’ultimo di una serie tra quelli che stanno sfigurando la bellezza e il decoro della nostra città.
La Questura di Lecce ha reso noto di aver identificato e denunciato a piede libero i presunti autori delle scritte. Si tratta di due giovani leccesi enntrambi di 40 anni, definiti dalla Polizia “di matrice anarco-insurrezionalista”.