I MEDICI PER L’ ABBATTIMENTO DELLE LISTE DI ATTESA
Mav______Sintesi dell’ audizione dell’ altro giorno del presidente Donato De Giorgi in sede di III Commissione Consiglio Regionale, a nome degli Ordini dei Medici Chirughi e Odontoiatri Puglia______
La nostra voce non solo è stata univoca, ma non è e non sarà mai afona nel respingere decisamente la proposta di legge, volta a limitare – a suo dire – le liste di attesa per prestazioni sanitarie istituzionali.
L’impianto legislativo capovolge infatti – in maniera maldestra – ruoli e responsabilità della politica, che spesso si è dimostrata incapace di svolgere il compito specifico di governare le liste d’attesa, tentando con tale proposta di ribaltare sui medici – oggetto di un vero fumus punitivo – un problema che viene vissuto con grande disagio dai cittadini e dagli stessi Medici.
L’attività ALPI (Attività Libero Professionale Intramuraria) rappresenta un volume inferiore al 4% dell’attività istituzionale, per cui da un punto di vista pratico appare ovvio che anche nell’ipotesi inattuabile che tutta questa attività diventasse istituzionale, la proposta di legge si condannerebbe all’irrilevanza nel dare una soluzione ad un problema reale.
L’irrealtà delle ipotesi formulate da questa legge sono ancora più evidenti se si considera che le liste d’attesa con la più grave ricaduta per l’utenza sono rappresentate dalle attività chirurgiche in regime di ricovero, lì dove il volume ALPI è pari allo 0.15% rispetto all’attività istituzionale. La eventuale sospensione dell’attività ALPI inoltre provocherebbe un pregiudizio economico per l’Ente istituzionale per cui verrebbe meno la clausola dell’invarianza economica, che deve essere premessa dell’azione legislativa ed in particolare verrebbe eliminato il “fondo di
accantonamento” (un “salvadanaio” costituito con una parte dell’onorario che il paziente versa alle casse per accedere all’ALPI e che è destinato proprio alla riduzione delle liste d’attesa): tale proposta quindi va nella direzione opposta di allungare le liste d’attesa stesse.
La normativa nazionale e regionale è molto stringente, anche se spesso disattesa (ad esempio il Comitato regionale paritetico di promozione e verifica ALPI si insediò a suo tempo, ma non è stato mai convocato, l’atto aziendale previsto dall’art 5 della L.R. 11.02.16 non è mai stato redatto da molte Aziende): tali normative sono assolutamente conflittuali con la proposta di legge Nella proposta legislativa con l’introduzione – peraltro interessante – del RULA (Responsabile Unico delle Lista d’Attesa) non si esplicita se e quali impegni contrattuali a proposito di liste
d’attesa, che oggi sono in capo al Direttore Generale e ad altre figure, vengono aboliti o modificati.
Non si ritiene che l’ALPI sia un’attività criminale (al netto ovviamente di tutte quelle situazioni in cui si dovessero evidenziare e provare comportamenti scorretti o illeciti, che saranno sanzionati anche delle commissioni disciplinari ordinistiche), ma invece siamo convinti che tali attività liberoprofessionali siano una opportunità: nell’ipotesi che questa fosse sospesa, come prevede la proposta di legge si avrebbe: immediatamente una riduzione totale delle prestazioni (che comunque andrebbe ad aumentare le liste d’attesa), cui si aggiungerebbe una riduzione dei volumi istituzionali erogati da quei professionisti che non sarebbero motivati e obbligati ad eseguire (per l’attuale dovuta
“parità dei volumi di prestazioni eseguite” tra libero-professionali ed istituzionali): non solo quindi il dispositivo proposto andrebbe ad allungare le liste d’attesa, ma soprattutto si ridurre la qualità stessa delle prestazioni, demotivando i professionisti che vengono liberamente scelti dall’utenza.
I Medici pugliesi sono comunque pronti e disponibili ad offrire tutto il loro costruttivo contributo, finalizzato a ricercare un reale abbattimento delle liste d’attesa basato su razionalizzazione e governo della domanda, con appropriatezza prescrittiva, valutazione e controllo delle prime visite, razionalizzazione delle prenotazioni ex ante ed ex post (vale a dire teoriche e reali), con percorsi clinico-terapeutici di “garanzia”, con una migliore interazione e
integrazione tra territorio, specialista e Ospedale e soprattutto con una più adeguata offerta: i più recenti dispositivi giurisprudenziali (vedi sentenza della II sezione TAR di Bari) in tema di ORGANICI MEDICI, stabilendo correttamente che “il vincolo finanziario resta un mezzo e non certo il fine delle scelte politico-amministrative”, sottolinea un passaggio difficile e importante della nostra storia: sembra infatti evidente che solo la Magistratura insieme ai Medici si fa garante del patto per la salute con i Cittadini, sancito dalla Costituzione.