LECCECRONACHE / QUANDO DAVANO ‘LE CASALINGUE’

| 16 Aprile 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

Andavamo al Cinema, a Lecce….

C’erano l’Ariston e il Fiamma. L’Apollo. E poi il Politeama e l’Antoniano. E anche il Santalucia e l’Odeon.

Insomma, per tutti i gusti e per tutte le borse.

La domenica, al Santalucia e all’Antoniano c’erano le ‘matinee’ prevalentemente frequentate da ragazzi. E, proprio al Santalucia, mi appassionai ai film giapponesi di Godzilla, tutti simili, alcuni addirittura ridicoli con quelle casette di cartone schiacciate dalle enorme zampe del mostro che, alla fine, finiva per essere buono, intelligente e chiamato a difendere i terrestri da altri, peggiori nemici….

A teatro si andava al Politeama (stagione Eti) e all’Ariston.

L’Odeon finì per essere dedicato esclusivamente ai film porno.

Allora, in verità, venivano definiti con tre X, in bella mostra. E i manifesti, assieme ai titoli, esplicitavano le richiestissime pellicole infarcite di primi piani di accoppiamenti e sempre più espliciti nei particolari anatomici delle protagoniste. Il momento cruciale, durante questi film, era l’intervallo.

Accese le luci, si notavano gli spettatori, solo maschi naturalmente, seduti a scacchiera, lontani gli uni dagli altri. E quasi tutti, esperti frequentatori della sala, tiravano fuori un giornale che fingevano di leggere, con interesse, in attesa dello spegnersi della luce e della ripresa di sospiri e amplessi…

Ora, anche se è improbabile che si vada al cinema per leggere il giornale, quella condivisa trovata serviva sicuramente a giustificare l’imbarazzo di trovarsi in un luogo ‘proibito’ senza essere protetti, per qualche minuto, dalla complice oscurità…

Poi, c’erano i cinema nei paesi vicini al capoluogo: tra i migliori il Cinema Elio di Calimera, quello di Castrì e a Novoli una sala decisamente sottotono il cui proprietario pensò bene, una sera, di proporre una compagnia di spogliarello…. Tanti spettatori, naturalmente, nonostante la incredibile bruttezza delle protagoniste, tutte molto lontane dalle ‘vetustà’ dei locali famosi di quei tempi, ovvero l’Ambra Iovinelli e il Volturno di Roma (tappe obbligate per studenti e militari che si recassero nella Capitale, al prezzo di un unico biglietto univano il solito film erotico con l’intervallo tra il primo e secondo tempo vivacizzato da due-tre numeri di spogliarelliste in carne ed ossa…)

Nei paesi si andava perché, a distanza di una settimana o anche meno, venivano proposte le ‘prime visioni’ appena proiettate nei migliori cinema leccesi, ad un prezzo decisamente inferiore…

E poi, l’estate, le due arene, dislocate a Santa Rosa (Aurora) e nei pressi di Porta Rudiae (Excelsior), non mancavano di rinverdire i fasti degli anni Cinquanta per questo particolare modo di gustarsi i film, sublimati dalla più conosciuta Arena Rivellino di Gallipoli i cui miseri resti possono ancora scorgersi dalle mura del Castello….

Al cinema si pagava il biglietto e si poteva rimanere a rivedere il film due, tre volte. E si poteva accedere allo spettacolo in qualsiasi momento e senza preoccupazione per l’assegnazione dei posti….

Altra vita, altri tempi…

 

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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