PIETRANGELO BUTTAFUOCO A SAN CESARIO DOMENICA 15
(g.p.)______”Io ho una concezione sessuale del giornalismo“, disse una volta ad un’ amica a Torino, anni fa. Che cosa intendesse, ognuno può immaginarlo di suo, ma nessuno potrebbe capirlo davvero. Solo lui. “Numina nomina” – scrissi io di lui una volta – “Un’ eruzione, pardon, un’ erezione continua“, e credo gli sia piaciuta, anche perchè per le battute ci va matto, e come tutti gli eredi più o meno legittimi di Leo Longanesi, per una buona battuta non saprebbe che cosa dare di più caro.
A Torino veniva spesso, qui fece lo scoop della sua vita, nei primi anni Novanta, facendo un’ intervista a Norberto Bobbio, in cui il filosofo vera e propria icona della cultura massima della sinistra accademica e tutte quante le altre, gli confessò “serenamente” i suoi trascorsi fascisti militanti, su cui la cultura del nuovo regime aveva steso non quel famoso velo, ma una termocoperta, e di cui invece il Nume Tutelare per la prima volta parlò, “serenamente”, non prima però di avergli chiesto a sua volta “Scusi, Buttafuoco, ma lei perchè è fascista?”.
Memorabile.
Come tanti altri episodi del giornalismo, della cultura, della politica italiana, che un giorno, magari, quando sarà tempo di scrivere le memorie, ché adesso è “Too Old To Rock’n’Roll Too Young To Die”, magari racconterà egli stesso. C’è tempo.
E io tornerò, come facevo negli anni Ottanta, quando lui era un giovane cronista a Roma, a ritagliarmi e a incollarmi sui miei quaderni, perchè avrò di nuovo più tempo di adesso, le sue prose sparse.
Ve ne racconto io solo un’ altra.
Sempre negli anni Novanta, noi nipotini sparsi e più o meno illegittimi di Leo Longanesi, eravamo tutti contenti, ad un certo punto, perché “L’ Italia settimanale”, giornale all’ epoca abbastanza quotato, il primo “nè di destra, nè di sinistra”, anche se animato da tutta una serie di intellettuali ritenuti ‘di destra’, aveva trovato un editore vero e potente, che voleva ancora potenziarlo, ed affermarlo, rinverdendo i fasti storici de ‘Il Borghese’, e per questo aveva chiamato a dirigerlo appunto l’ emergente Pietrangelo Buttafuoco.
Mesi di contatti e di studi fra tutti noi in tutta Italia.
Poi, finalmente, partì la nuova serie.
Mal di pancia dell’ editore istantanei. Durò tre o quattro numeri, adesso non ricordo bene, ma durò pochissimo, cioè fino a quando Pietrangelo mise in copertina del nuovo numero una bicicletta con una procace ragazza sopra e il titolo “W la figa”, e l’ editore lo caccia via in maniera istantanea a calci in culo, chissà se solo metaforici.
Sei anni fa, a pochi giorni di distanza dalla sua visita, nella mia, di visita, a Santa Cesarea Terme, mi parlò di lui Maria Luisa Bene, la sorella del Maesro:
“Si onora della mia amicizia, ci tiene tanto a me. Abbiamo in comune anche un altro amico: Franco Battiato. E’ venuto a portarmi il suo ultimo romanzo edito da Mondadori. E lo sa che mi ha detto?…Mi ha detto: altro che i soliti nomi! Il poeta più importante del Novecento è Carmelo Bene! E poi mi ha detto: altro che Celentano! Per Carmelo Bene la provocazione era una ragione di vita, ma era sempre intelligente, sempre propositiva. Ed ha aggiunto: se avesse visto che adesso la provocazione la fa Adriano Celentano, oggi Carmelo Bene non farebbe più il provocatore”.
Povera Maria Luisa! Morì un anno dopo: non possiamo più andare a trovarla!
Pur romanziere raffinato, Buttafuoco è intellettuale disorganico e lungimirante analista, di una forza polemica sempre dirompente quanto affascinante, che nell’ interpretazione dell’ attualità e nell’ elaborazione culturale dà il meglio di sè.
Una di quelle rare persone con le quali parlargli, leggerlo, starlo a sentire, comunque ti migliora. E come i baci perugina, come i baci di questo suo ultimo libro, vorresti non smettere mai.
______
IL COMUNICATO DEGLI ORGANIZZATORI
Pietrangelo Buttafuoco, pensatore, come preferisce essere definito, tra i più raffinati e lucidi, sarà domenica 15 aprile a San Cesario dove, nella sala Consiliare in piazza Garibaldi, alle ore 18.30, presenterà il libro “I baci sono definitivi” (La Nave di Teseo). L’incontro, organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di San Cesario di Lecce sarà moderato da Ada Manfreda e vedrà la partecipazione del Sindaco Fernando Coppola dell’Assessore alla Cultura Elisa Rizzello e del promotore del tour di presentazioni dell’autore siciliano Pasquale De Santis.
Quella di Pietrangelo Buttafuoco è senza dubbio un’idea originale; raccogliere in un solo libro tutte quelle vite che ad ognuno di noi può capitare di incontrare per sbaglio e sul quale anche solo per un attimo concentriamo la nostra attenzione. A chi di noi non è mai capitato di incrociare lo sguardo di qualcuno e chiederci chi sia, quale sia il suo nome, come sia la sua vita?
Per un anno intero, Buttafuoco ha viaggiato ogni giorno come pendolare e nel silenzio del viaggio ha rubato le storie dei viaggiatori come lui; in metropolitana, in autobus, in autostrada, a Roma o all’estero vengono ambientate queste piccole storie vissute ad ogni ora del giorno da persone che per qualche ragione hanno colpito il suo interesse e che, non sapendo il loro nome, lui rinomina come gli viene in mente con i nome dei grandi personaggi storici, dei protagonisti delle più belle storie d’amore, delle più immense canzoni, persino, dei grandi simboli dalla mitologia mondiale, tingendo qualcosa di profondamente comune con una grande sfumatura di magia.
I viaggiatori di Pietrangelo Buttafuoco sono quegli uomini e quelle donne che si osservano e si desiderano in un treno; però non si scambiano un indirizzo, un numero telefonico; quindi non s’incontreranno più.
“Nella nostra condizione – afferma l’autore – di singoli atomi, proiettati nella vita quotidiana, nel camminare nell’andare ognuno al proprio posto di lavoro e nel farsi carico di tutta una giornata, quello che ti porti dietro, e che magari hai lasciato nel cuscino coi sogni, è ciò che poi ti porta a smuovere da dentro il sentimento del cercare. Per trovare gli altri. Quindi il passaggio fondamentale, che poi è quello che mi ha acceso l’idea del libro è il seguente: a) È molto più importante guardare che essere guardati. b) È molto più importante amare che essere amati.”