CORSI E RICORSI / DA UN MOVIMENTO ALL’ ALTRO (PER RESTARE TRISTE E SOLO)

| 5 Aprile 2018 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

La teoria  dei corsi e ricorsi storici è affascinante e con essa Vico ha messo molti filosofi nell’imbarazzo: pensare che gli accadimenti si ripetano con le medesime modalità, anche a distanza di tanto tempo; e ciò avvenga non per puro caso, ma in base ad un preciso disegno stilato della divina Provvidenza, è un mito di lucida follia.

E però…

 

Per i lunghi anni giovanili in cui esercitai la mia educazione sentimentale, ebbi un grande amore, politico, che si snodò attraverso due decenni e passa, e che finì, certo non all’ improvviso, bensì dopo alcune atroci disillusioni, proprio quando era arrivato al Potere, quantum mutatus ab illo, ma quello fu il motivo contingente: per una mail.

Sempre all’ opposizione, e all’ opposizione nell’ opposizione, da sinistra, a sinistra, per usare questa categoria politica oramai superata, avevo seguito Pino Rauti, affascinato, ero andato dall’ ordine nuovo, allo spazio nuovo, dalla linea futura, a…oltre! Oltre la destra e la sinistra! E in questi passaggi attraverso un’ unica direzione, avevo scoperto la musica, la grafica, l’ ecologia, il rispetto per l’ ambiente, il senso dello Stato, la democrazia partecipativa, la cultura della pace contro la guerra, l’ avversione alle banche, alle multinazionali, al consumismo, alla globalizzazione e tante altre cose ancora interessanti quanto fondamentali, in un ambinte umano bellissimo, militante, di cui conservo ancora non i ricordi, ma le pratiche frequentazioni ideali, con chi con me le condivise, qualunque siano stati i diversi lidi cui essi sono nel frattempo approdati.

Che ne sai tu di un campo di grano, dei Campi Hobbit, delle notti insonni, delle fumose assemblee, dei documenti e delle analisi, dei volantini, delle mozioni, del congresso di Sorrento, della città del sole, delle opere e i giorni, della Comunità?

 

Poi quel Movimento Sociale Italiano finì, lo sciolsero, e gli cambiarono nome, ma questo era il male minore: gli cambiarono praticamente tutto, o, per meglio dire, tutto di quello che era stata la passione, l’ Idea.

Arrivarono, non si sa come, si sa perché, i nuovi e io non riuscivo nemmeno a parlarci, con questi.

Voglio dire. ecco, prendiamo Pinuccio Tatarella, buon’ anima, il più moderato, il più ‘socialdemocratico’, il più di destra dei missini storici, opposti a me, ai miei, che erano la sinistra radicale e sociale: beh, pur nel disaccordo fragoroso, almeno ci si parlava, ci si capiva, anche se solo per dissentire.

Con i tanti nuovi arrivati invece non ci si poteva neppure parlare, non ci si capiva proprio.

E che ci sto a fare più in Alleanza Nazionale? che pure era arrivata al governo, al consenso di massa, mi ero già chiesto più volte…

Poi un giorno aprii una mail.

Uno dei nuovi arrivati, un imprenditore, mi chiedeva di intercedere a suo favore presso qualcuno di mia conoscenza  affinchè egli potesse usare il logo del partito sulle etichette dei suoi prodotti.

Il logo, capite? Così aveva scritto: la fiamma tricolore, il simbolo del vecchio Movimento Sociale, la passione, l’ Idea, che ancora stava in quello di Alleanza Nazionale, era diventato un logo, come quello delle multinazionali.

Così, chiusi la mail, non risposi e finii la mia lunga esperienza d’ amore politico giovanile.

***

Passò il tempo, un po’, tanto.

Di recente, negli anni oramai senili in cui ho esercitato la mia educazione razionale, too old to rock ‘n’ roll, too young to die, ho avuto un grande amore, politico, che si è snodato per più di un lustro, e che è finto, certo non all’ improvviso, bensì dopo alcune atroci disillusioni, proprio quando era arrivato al Potere, quantum mutatus ab illo, ma quello fu il motivo contingente: per una mail.

Sono stato folgorato sulla via di Genova. Ho fatto in tempo a fremere e sperare ancora.

Sempre all’ opposizione, e all’ opposizione nell’ opposizione, da sinistra, a sinistra, per usare questa categoria politica oramai superata, ho seguito Beppe Grillo, affascinato, oltre la destra e la sinistra! E in questi passaggi attraverso un’ unica direzione, ho scoperto internet, i video, l’ ecologia, il rispetto per l’ ambiente, il senso dello Stato, la democrazia partecipativa, e anzi diretta, la cultura della pace contro la guerra, l’ avversione alle banche, alle multinazionali, al consumismo, alla globalizzazione, all’ euro, all’ Europa dei mercanti e dei banchieri, alla Nato, e tante altre cose ancora interessanti quanto fondamentali, in un ambiente umano bellissimo, militante, di cui spero almeno di conservare non i ricordi, ma pratiche frequentazioni ideali, con chi con me le ha condivise, qualunque siano i diversi lidi cui essi sono nel frattempo approdati.

Con persone con le quali molto tempo prima ci saremmo detestati, e tempo prima azzannati, mi sono ritrovato e mi ci sono abbracciato.

Che ne sai tu di un campo di grano, dei meet up, delle agorà, delle graticole, dei documenti e delle analisi, dei volantini, dei gruppi e delle chat, dei ‘non c’è nessuno’, dei ‘portavoce’, dell’ uno vale uno e della Carta di Firenze, Acqua, Ambiente, Trasporti, Connettività , Sviluppo, la trasparenza, l’informazione, la partecipazione, il confronto e l’attivismo, della Comunità?

 

Poi quel Movimento 5 Stelle è finito, lo hanno sciolto, gli hanno cambiato blog, ma questo è il male minore: gli hanno cambiato praticamente tutto, o, per meglio dire, tutto di quello che era stata la passione, l’ Idea.

Senza dibattiti, senza analisi, senza partecipazione. In cinque giorni, a cavallo fra Santo Stefano, e Capodanno. E con votazioni farsa, on line, per cui pure gli osservatori dell’ Osce, abituati alle nefandezze dei regimi dittatoriali, se fossero stati chiamati a vigilare, si sarebbero messi le mani nei capelli, sia per il programma, sia per la scelta dei Portavoce (dei cittadini)  in Parlamento, così almeno si chiamavano, giustamente, fino a qualche settimana fa.

Il Movimento 5 Stelle della trasparenza, della partecipazione, della democrazia diretta, ha scelto e deciso tutto senza un minimo di trasparenza, di partecipazione, di vera democrazia diretta.

Tutto deciso dall’ alto, da qualcuno che nemmeno si sa chi sia.

Nel partito ‘fascista’, come veniva definito all’ epoca, del Movimento Sociale Italiano si decideva tutto dal basso, democraticamente, si votava davvero, si facevano ogni due anni i congressi, e mica uno solo, tre: di sezione, di provincia e quello nazionale.

Nel nuovo Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio è tutto deciso dall’ alto di chissà più quali stelle.

Poi, in tempo brevissimi, sono arrivati, non si sa come, si sa perché, i nuovi e io non riesco nemmeno a parlarci, con questi.

E che ci sto a fare più nel Movimento 5 Stelle? che pure è arrivato al governo, al grande consenso di massa, mi ero già chiesto più volte…

Poi l’ altro giorno ho aperto una mail. Era di una dei nuovi, eletti, nominati, designati, illustri sconosciuti miracolati dall’ alto di un dio maggiore sconosciuto ai più come loro, che mandava dalla Camera dei Deputati un comunicato stampa, fra l’ altro della serie non ce ne può fregare di meno.

Portavoce in Parlamento? Ma no…Mentre i vecchi quasi si offendevano se li chiamvi onorevole o deputato, e ti correggevano, questi del titolo acquisito per l’ intervento di una misteriosa Provvidenza si fregiano e si esaltano.

Già l’ intestazione esterna del mittente della mail recava la dicitura ON.  in grassetto davanti il nome e cognome.

ON. ribadito poi in grassetto in bella evidenza, in chiusura del testo davanti il nome e cognome della firma.

Così, ho chiuso la mail, non ho risposto e ho finito la mia breve esperienza d’ amore politico senile.______

LA RICERCA

LA VIGNETTA DI leccecronaca.it

 

 

 

 

 

 

 

Category: Cultura, Politica

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