LA NOSTRA TERRA DEI FUOCHI. COSI’ CI HANNO AVVELENATO IL TERRITORIO. LA DENUNCIA DELLA LILT
di Vincenzo Corrado_________
Il Salento è stato avvelenato. La Lilt, la Lega per lotta contro i tumori, conferma che la più grande preoccupazione che attanaglia il Salento in quest’ultimo periodo sono i veleni nel suolo, e quindi gli effetti che questi veleni provocano sulla salute delle persone e della vegetazione. E anche il luogo da dove questi veleni si sono infiltrati è fonte di preoccupazione. Possono provenire dalle fabbriche, dalle centrali, dai pesticidi, o tutt’altro. Si verrà a sapere anche se forse è già troppo tardi. E forse adesso è arrivato il momento di spazzare via i promotori di modelli di sviluppo, in campo industriale e in campo agricolo, che ci hanno invasi con questi veleni. I più pericolosi sono quelli che si sono impossessati di alcune cattedre universitarie, di alcuni istituti di ricerca e monitoraggio, di poltrone mirate nella politica e nei partiti.
Intanto lo studio Geneo (sistemi tra di valutazione delle correlazioni tra Genotossicità dei suoli e neoplasie in aree a rischio per la salute umana) – promosso dalla Lilt, condotto in cooperazione con Università del Salento, Provincia di Lecce e Asl di Lecce – ha riscontrato tre inquinanti del territorio: arsenico, berillio e vanadio, analizzando campioni di terra prelevati dai suoli di trentadue Comuni del Salento. Ancorché soprattutto il berillio ed il vanadio sono metalli pesanti enormemente pericolosi e cancerogeni per l’uomo.
“L’inquinamento dei suoli del Salento non può continuare ad essere trascurato e richiede una forte risposta politica anche alla luce della situazione epidemiologica del territorio. È necessario individuare i responsabili, per questo già due anni fa avevamo presentato una mozione per potenziare i sistemi di monitoraggio ambientale sul territorio. Da allora però niente è stato fatto” dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi in merito alla questione. Difatti secondo l’ISTAT i dati di mortalità oncologica hanno purtroppo riscontrato un incremento soprattutto nella provincia di Lecce già da un po’ di tempo; da qui la volontà della Lilt di dar vita al progetto.
Ciò che è emerso dalla ricerca non promette nulla di buono, in quanto, in particolare in alcune zone c’è la possibile correlazione tra l’inquinamento del territorio e la situazione epidemiologica della popolazione. “Lo studio Geneo ha rivelato un preoccupante stato di contaminazione del suolo in molte parti del Salento: ciò fa temere un peggioramento della situazione epidemiologica nel prossimo futuro” chiosa Giuseppe Serravezza responsabile del comitato scientifico di Lilt. Dello stesso avviso Antonio Trevisi, dichiarando che “Nel Salento il tasso di decessi per tumori è elevatissimo e la contaminazione dei terreni potrebbe portare in futuro anche ad un rapido aumento dell’incidenza di tali patologie. Vanno pertanto trovati i responsabili e soluzioni immediate, considerando che si tratta probabilmente di inquinamento atmosferico che viene fissato nei suoli dalle piogge”. La situazione sembra ben delineata seppur molti dati sono ancora parziali e la preoccupazione del Salento, ma non solo, sale sempre di più, specie se poi gli interventi concreti tardano ad arrivare. Come è possibile che zone definite “verdi” facciano emergere valori, seppur nei limiti della legge, di contaminazione quasi impensabile? Bisogna sperare che questi effetti non si rendano visibili da qui a dieci anni e intanto il Salento invoca e necessita di una risposta.______
LA RICERCA in solo tre, scelti a caso, dei tanti articoli che abbiamo in passato dedicato alla questione