NUOVI DEPUTATI E SENATORI PUGLIESI, LEADER POLITICI NAZIONALI IMPEGNATI NELLA FORMAZIONE DEL NUOVO ESECUTIVO, C’E’ QUALCUNO DI VOI CHE HA QUALCOSA DA DIRE, O DA FARE, CONTRO LE TRIVELLE NEI NOSTRI MARI?

| 13 Marzo 2018 | 6 Comments

 

di Emanuele Lezzi______

Dopo il Tar del Lazio, nel settembre 2016, anche il Consiglio di Stato si pronuncia a favore delle trivelle nei nostri mari, e pure con il famigerato air gun. Respinti ieri i ricorsi delle Regioni Abruzzo e Puglia contro il ministero dell’Ambiente e la società Spectrum Geo Lfd, perché “i motivi sono in parte infondati e in parte inammissibili“; invece “l’istruttoria svolta dai Ministeri appellati appare nel complesso completa, articolata e rispettosa dell’iter normativo nella sua interezza“.

Via libera dunque ora alle ricerche, alla logica del profitto di pochi, a danno dell’ intero ambiente di tutti, in una zona che va dal medio e basso adriatico, allo Jonio.

E si tratta solamente di una delle società autorizzate dal ministero, perché ce ne sono state tante altre.

Non sono serviti a niente l’ impegno, vero o presunto, sostanziale, o formale, che sia stato, bisognerebbe valutare di caso in caso, degli Enti Locali; né il referendum della volontà popolare, vanificato, mistificato e tradito fin ab origine; né  i ricorsi amministrativi.

La magistratura del resto non deve prendere decisioni politiche, bensì nel merito burocratico, e se a questi qualcuno le autorizzazioni gliele ha date, sono a posto.

Non si hanno poi più notizie di interventi della magistratura ordinaria sui pericoli per l’ ambiente, che pure erano stati ipotizzati in passato.

Il problema è politico. Fintanto che che abbiamo avuto presidenti del consiglio come Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, ministri come Carlo Calenda allo sviluppo economico e come Gian Luca Galletti all’ ambiente, i risultati sono questi. Speriamo nei prossimi, quando ci saranno, se ci saranno.

Intanto, come amaramente ha sottolineato in una nota diffusa sempre ieri il comitato nazionale No Triv: “TUTTI i neoeletti nei territori interessati tacciono”. ______

L’ APPROFONDIMENTO in alcuni dei nostri ultimi articoli dedicati nei mesi scorsi alla questione

“Non c’è stato mai pericolo per l’ ambiente…Il governo valorizza le bellezze naturali…Chi sostiene il sì semina terrore”, COSI’ PARLO’ BELLANOVA. IN UNA INCREDIBILE INTERVISTA LA SOTTOSEGRETARIA ARRIVA A CITARE…ROMANO PRODI, E DIMOSTRA IN CHE MODO IL PD, SPECIE QUELLO SALENTINO, SIA CONTRO LE TRIVELLE. ASTENENDOSI

MONTENEGRO AMARO. L’ ENI OTTIENE ALTRE CONCESSIONI PER TRIVELLARE I MARI DAVANTI ALLE NOSTRE COSTE

TRIVELLA CONTINUA. IL GOVERNO GENTILONI PEGGIO DI QUELLO DI RENZI. IL MINISTRO CARLO CALENDA, SEMPRE LUI, AUTORIZZA UN’ ALTRA MULTINAZIONALE A SCONVOLGERE I NOSTRI MARI, IN NOME DEL PROFITTO DI POCHI, E IN SPREGIO DELLA VOLONTA’ POPOLARE, DEI PARTITI E MOVIMENTI E DELLE ISTITUZIONI SALENTINE

NON SI UCCIDONO COSI’ I DELFINI? NUOVA MORIA DI CETACEI SULLE COSTE SALENTINE. IL SOSPETTO E’ CHE NE SIANO RESPONSABILI LE MALEDETTE TRIVELLE. ANTONIO TREVISI VUOLE ISPEZIONI URGENTI DEGLI ISTITUTI REGIONALI. GIOVANNI D’ AGATA CHIEDE L’ INTERVENTO DEI MAGISTRATI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI LECCE

MALEDETTE TRIVELLE! E CHI LE HA AUTORIZZATE! ECCO CHI STA UCCIDENDO IL MARE NOSTRUM, E, INSIEME AI DELFINI, STA UCCIDENDO TUTTI QUANTI NOI SALENTINI

 

 

 

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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  1. Gruppo Consiliare M5S Regione Puglia - tramite mail ha detto:

    Alla luce delle sentenze del Consiglio di Stato che danno il via libera alle ricerche di idrocarburi in mare con il metodo Air Gun, è necessario che nel prossimo Consiglio regionale venga approvata la nostra mozione per la reintroduzione del Piano delle Aree nell’art. 38 dello Sblocca Italia.

    Si tratta di uno strumento di pianificazione in grado di identificare quali aree del territorio e del mare debbano essere definitivamente sottratte alla disponibilità delle compagnie petrolifere, prevedendo che a decidere siano anche le Regioni insieme alle comunità interessate.
    Il Piano delle Aree è, infatti, volto a far sì che le attività di ricerca e di coltivazione di gas e petrolio siano consentite solo sulla base di una pianificazione che tenga conto dei diversi interessi economici ed ambientali esistenti e che tuteli le aree territoriali più fragili del Paese, sulla base di criteri scientifici e di dettagliate procedure, garantendo al contempo i necessari processi di coinvolgimento e partecipazione democratica.

    Il Piano delle Aree è stato soppresso dalla Legge di Stabilità 2016 e noi chiediamo che venga reintrodotto per mettere un freno alla corsa alle fonti fossili restituendo al contempo centralità alle Regioni.
    Con la nostra mozione invitiamo innanzitutto il presidente del Consiglio, Mario Loizzo, a farsi promotore presso la “Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome” di una iniziativa di legge per la reintroduzione del Piano delle Aree da presentare al Parlamento, condivisa dai Consigli regionali.

    Auspichiamo che si possa procedere con una rapida calendarizzazione e approvazione di questa mozione”.

  2. Diego De Lorenzis, M5S - tramite Facebook ha detto:

    ROMA, 13 marzo 2018 – “Questa follia va fermata. Ribadiamo che siamo contrari tout court alle trivellazioni, sia a mare sia a terra, e non solo alla tecnica dell’airgun. Si tratta di un vero assalto ai mari per qualche sporco barile di petrolio o qualche metro cubo di gas del tutto ininfluente sul consumo del nostro Paes”: lo denunciano tutti e 42 deputati e senatori pugliesi del MoVimento 5 Stelle in merito ai ricorsi delle Regioni Abruzzo e Puglia, rigettati da parte del Consiglio di Stato in tema di prospezioni di idrocarburi nell’Adriatico.

    “La nostra è una presa di posizione coerente, testimoniata da atti e voti in Parlamento e in Regione e dall’attività di informazione e sensibilizzazione che abbiamo svolto sui territori, che vogliamo tutelare da questa minaccia. A risentirne sarebbe l’intero tessuto economico delle località interessate, cominciando dal turismo per finire alla pesca. L’Adriatico è il mare che già vanta la più alta presenza di piattaforme petrolifere e, allo stesso tempo, è il mare che fornisce oltre la metà del pescato in Italia. Inoltre occorre urgentemente fermare tutte le richieste non ancora autorizzate di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi non solo per tutelare la pesca ma anche per preservare i nostri gioielli del turismo green: le cosiddette precauzioni adottate dal Ministero dell’Ambiente sanno di beffa per quanto sono ridicole”.
    “Un accanimento – scrivono i parlamentari – quello della ricerca ed estrazione di petrolio, che va nel senso contrario alle politiche europee e internazionali energetiche che prevedono una decarbonizzazione. Pensiamo vi sia la necessità di una politica energetica sostenibile che il M5S ha già proposto attraverso un Programma Energetico nazionale caratterizzato dal rispetto dell’ambiente, dal risparmio energetico e del benessere economico ad alta intensità occupazionale come è il comparto delle fonti rinnovabili diffuse sul territorio, unite a efficienza energetica e ricerca, creando per ogni miliardo di euro investito oltre 17.000 posti di lavoro, con risparmi enormi anche nella spesa sanitaria. Purtroppo, i cittadini pagano ancora una volta le scelte energetiche antistoriche e obsolete volute dai Governi tanto di centrodestra quanto di centrosinistra influenzati dalle lobby petrolifere che hanno pure potuto contare su una semplificazione estrema delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (Via). È davvero ora di cambiare!”, concludono i parlamentari M5S.

  3. Paolo Pagliaro, Forza Italia - tramite mail ha detto:

    Non possiamo accettarlo e dobbiamo lavorare per evitare che il nostro mare sia violentato dalle multinazionali con la tecnica air-gun per la ricerca di idrocarburi.
    Questo è un problema serio che deve interessare tutti; vogliamo ricordare al Presidente Emiliano, che oggi ha lanciato l’appello per aprire un fronte anti trivelle, che Forza Italia ha combattuto energicamente la battaglia referendaria contro le Trivelle, scendendo nelle piazze, sulle spiagge, tra la gente, e siamo stati sempre coscienti che gli effetti per i nostri mari potrebbero essere devastanti.
    Siamo ben lieti se questa battaglia, che noi continueremo a combattere in tutte le sedi senza abbassare la guardia, sarà combattuta anche dalle altre forze politiche.
    Continueremo a difendere, in modo deciso e vigoroso, la prima fonte di ricchezza della Puglia. La posizione ufficiale di Forza Italia sulla questione trivelle è chiara e netta, siamo contrari.

  4. Antonio Trevisi, M5S - tramite mail ha detto:

    Puntare sul petrolio nel 2018 è una scelta di politica energetica assolutamente sbagliata, che non tiene conto dei progressi nel campo dell’efficienza energetica e ci espone a grossissimi rischi ambientali.

    Nonostante anni di manifestazioni e osservazioni da parte dei cittadini si continuano ad autorizzare prospezioni petrolifere con la tecnica dell’air gun, in cui si utilizzano spari fortissimi e continui ad aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo.
    Spesso, però, questi spari causano lesioni ai pesci e, soprattutto, la perdita dell’udito e non sono pochi gli spiaggiamenti di cetacei e testuggini avvenuti negli ultimi anni.

    Secondo le serie storiche realizzate dal Ministero dello Sviluppo Economico il consumo nazionale di petrolio è diminuito negli anni, tornando ai livelli degli anni ‘60.

    Nei prossimi anni ci si aspetta una ulteriore diminuzione della domanda globale di petrolio, dovuta anche ad una rivoluzione nel mondo dei trasporti.
    È prevista una sempre maggiore diffusione delle auto elettriche, tanto che diverse case automobilistiche hanno già annunciato nei prossimi anni lo stop alla produzione di vetture alimentate a diesel, una condizione che contribuirà a rendere poco conveniente qualunque tipo di estrazione petrolifera in mare.
    A questo va aggiunto che il petrolio presente in Italia è scadente in qualità e quantità, difficile da estrarre perché posto in profondità e saturo di impurità sulfuree che vanno eliminate il più vicino possibile ai punti estrattivi.
    Molte delle ditte che intendono trivellare sono straniere e con piccoli capitali sociali, e vengono in Italia perché è facile avere i permessi.

    Il petrolio d’Italia non porterà lavoro, e tanto meno risolverà i problemi del bilancio energetico nazionale, ma creerà rischi per l’ambiente. Un incidente avrebbe infatti conseguenze catastrofiche considerando che il Mediterraneo ha un ricambio di acqua minimo.
    Bisogna pertanto fermare questo scempio perché si tratta di una speculazione figlia di una politica vecchia che non tiene conto della transizione energetica in atto.

  5. Gruppo Consiliare M5S Regione Puglia - tramite mail ha detto:

    “L’approvazione in Consiglio regionale della mozione per la reintroduzione del Piano delle Aree è un passo importante per la tutela del nostro mare. Abbiamo accolto l’appello del coordinamento nazionale No Triv per mettere un freno alla ricerca degli idrocarburi e per restituire centralità al ruolo delle Regioni che devono poter decidere in quali aree del territorio possano essere consentite le attività petrolifere”.
    Lo dichiarano gli otto consiglieri del M5S in seguito all’approvazione della mozione per la reintroduzione del Piano delle Aree nell’art. 38 dello Sblocca Italia. Si tratta di uno strumento di pianificazione in grado di identificare in quali aree del territorio e del mare possano essere consentite le attività di prospezione, ricerca e coltivazione d’idrocarburi, prevedendo che a decidere siano anche le Regioni insieme alle comunità interessate.

    “La tutela del mare – proseguono i cinquestelle – deve essere un principio cardine per la politica regionale e auspichiamo che il prossimo Governo si confronti con le Regioni per definire il piano delle aree. Abbiamo passato la mozione ai consiglieri del M5S di tutte le regioni italiane e speriamo che tutte le Assemblee seguano l’esempio della Puglia. Adesso il presidente del Consiglio, Mario Loizzo, deve farsi promotore presso la “Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome” di una iniziativa di legge, condivisa con i Consigli regionali, da presentare al Parlamento per la reintroduzione del Piano delle Aree”.

  6. Piernicola Pedicini, M5S - tramite mail ha detto:

    Gli eurodeputati del M5S Piernicola Pedicini, Laura Ferrara e Rosa D’Amato hanno presentato un’interrogazione per chiedere alla Commissione europea che verifichi il rispetto delle direttive europee in relazione ai danni che vengono provocati all’ecosistema marino dalla ricerca di petrolio in mare con la tecnica dell’airgun.
    Nell’interrogazione, i tre eurodeputati hanno evidenziato che il Ministero dello sviluppo economico italiano ha autorizzato la società americana Global Med a intraprendere due progetti di ricerca geofisica utilizzando la tecnica dell´airgun al largo delle coste calabresi e al largo delle coste pugliesi e che altri 17 progetti analoghi sono in fase di valutazione per altri tratti di mare italiani.
    In particolare, Pedicini, Ferrara e D’Amato hanno chiesto al massimo organismo esecutivo della Ue di spiegare se ritiene che permettere l’utilizzo dell’airgun sia compatibile con il raggiungimento degli obiettivi europei previsti da tre direttive europee: la direttiva 92/43/Cee sulla conservazione degli habitat naturali della flora e della fauna; la direttiva 2008/56/Ce sulla strategia per il conseguimento entro il 2020 di un buono stato ecologico delle acque marine e la direttiva 2014/52/Ue sulla strategia per l’ambiente marino.
    Nell’interrogazione è stato anche evidenziato che nel dicembre 2017, il Ministero dell’ambiente italiano ha redatto il “Secondo rapporto sugli effetti per l’ecosistema marino della tecnica dell’airgun”, mettendo in allarme sulle potenziali conseguenze del suo utilizzo (alterazioni comportamentali di mammiferi marini, mortalità per popolamenti planctonici ecc.).
    Inoltre, nel rapporto del Ministero viene anche sottolineato che studi mirati evidenziano come l’incremento dell’acidità dei mari comporti la riduzione dell’assorbimento del suono e l’aumento dell’inquinamento acustico sottomarino e che intorno ad una sorgente sonora dove viene utilizzata la tecnica dell’airgun si osserva una diminuzione del pescato fino al cinquanta per cento.

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