ULTIM’ORA / L’ ADRIANA POLI BORTONE ASSOLTA. PER IL LEASING DI VIA BRENTA LA SENTENZA LE DA’ PIENAMENTE RAGIONE: L’ ACCUSA DI PECULATO ‘NON SUSSISTE’
(e.l.)______
“Da persona delle istituzioni ho sempre avuto fiducia nella giustizia e non ho mai contestato, in alcun modo e in alcun tempo, il suo operato. Ora non posso che essere lieta di questo esito che mi rinfranca rispetto al tanto fango che mi è stato gettato addosso nell’arco degli ultimi anni.”
Così Adriana Poli Bortone, subito dopo la sentenza di oggi della seconda sezione del Tribunale di Lecce. L’ ex sindaco, ex ministro ed ex parlamentare, ora assessore alla Cultura a Matera, è stata assolta “perchè il fatto non sussiste” dalle accuse di peculato e tentato peculato nel processo sull’acquisto in leasing dei palazzi di via Brenta, attuale sede del polo della giustizia civile, una vicenda che tanto ha fatto discutere negli ultimi anni.
L’accusa, che per lei aveva chiesto una condanna a sei anni, contestava quanto avvenuto nel 2005, quando il Comune a trasformò l’ affitto con la società milanese Selmabipiemme dei due immobili di via Brenta, in un’operazione di leasing ad un prezzo ritenuto non congruo.
Per l’accusa di abuso d’ufficio è intervenuta la prescrizione.
Assolti anche tutti gli altri imputati esponenti dell’amministrazione dell’epoca, tra cui Massimo Buonerba, ex consigliere giuridico di Poli Bortone, e Giuseppe Naccarelli, dirigente del servizio finanziario del Comune di Lecce assolto anche dall’accusa di falso.
L’ attuale amministrazione si era costituita in giudizio come parte civile.
Voglio esprimere tutta la mia gioia per l’assoluzione della senatrice Adriana Poli Bortone nel processo sui palazzi di via Brenta. Non ho mai avuto dubbi sulla sua innocenza, la giustizia è lenta, deve fare il suo corso, tante parole e tante cattiverie sono state dette, ma l’amica Adriana è stata uno dei migliori sindaci di Lecce, una figura politica onesta e leale.
Ma sono stati assolti o il reato è andato in prescrizione?
Per l’ accusa principale, il peculato, l’ assoluzione è stata piena, perché il fatto on sussiste.
Per l’ altra accusa minore, l’ abuso d’ufficio, la Corte non si è pronunciata nel merito, essendo intervenuta la prescrizione.