“IL SEGRETO DI UN CLOWN”, STORIA DI CHI NON RINUNCIA AI PROPRI SOGNI. L’ESEMPIO DI UN GIOVANE SALENTINO
di Annibale Gagliani______
Il Salento è ancora oggi periferia dell’Italia, ghetto dell’Europa. Non sono di certo i risultati nel campo del turismo a invertirne il trend e l’indice reale del proprio andamento è la storia dei suoi giovani. Prendi Francesco Soleti – conosciuto in gran parte dello Stivale come “Ciccio” –, venticinque anni, un amore sconfinato per la sua San Donaci e una valigia piena di allegria da impugnare ogni giorno.
Il suo è stato un cammino tortuoso, fin da bambino ha sofferto di gravi problemi di salute che hanno rischiato di interdirgli la vista. Ma lui, da buon esponente di questa terra, tanto arida quanto combattiva, è riuscito a superarli, rifugiandosi nell’arte sconfinata della musica.
A vent’anni, terminati gli studi, ha cercato la sua strada con uno zainetto pieno di parole taglienti e beat rap. Poche opportunità gli ha riservato quello scenario, una vita da operaio sottopagato e una serie di sbarre a rinchiudere la sua arte. Alle porte dell’estate del 2013 la svolta: una stagione da animatore in Sicilia e la possibilità di imparare un mestiere fuori dagli schemi.
Francesco è affascinato dai giocolieri, dai maghi e soprattutto dai clown, protagonisti assoluti di risate incontrollabili tra il pubblico del villaggio. Ha tutto per poterlo diventare in grande stile: passione incontenibile, voglia di rischiare e una tecnica consolidata. Ma la vita lo sottopone di nuovo davanti a una prova estremamente ardua: la perdita dell’amato padre.
Ritorna a San Donaci per leccarsi le ferite e, abbracciando gli amici di sempre, decide di dedicare al suo valoroso genitore uno spettacolo ai piedi della Chiesa Madre che il paesino non dimenticherà mai.
Dopo la fatidica notte di lacrime e coraggio, nasce a tutti gli effetti “Ciccio”, pronto con la sua grande valigia a fare evadere dal mondo per almeno un’ora i bambini di tutta la nazione.
Le sensazioni che attraversano ogni viaggio del clown sandonacese sono sempre contrastanti: «Poche opportunità ho avuto nel mio paese, e se ci sono state non mi hanno portato a nulla. In questo momento sto facendo quello che ho sempre sognato, sono in tour con il mio spettacolo “Il segreto di un clown”. La gente apprezza, sorride. Sono contento di ciò che sta accadendo».
Che figure particolari gli animatori. Regalano gioie originali con freschezza e leggerezza. I destinatari di tali emozioni sono coloro che vivono a denti stretti il loro cammino, nascondendosi negli angoli bui del proprio inconscio. Naturalmente, anche un donatore di felicità ha i suoi giorni di cielo scuro e Francesco lo sa bene: «L’essere un clown mi fa stare bene, ma si sa, un buon clown è sempre un po’ malinconico. Maschero bene la mia malinconia, faccio un respiro e cerco di contagiare gli altri con il mio sorriso. L’ho fatto anche nel periodo peggiore della mia vita, quando mio padre ha smesso di essere qui con me. In quel momento ho mollato tutto, non volevo fare più questo lavoro, che in molti non ritengono un lavoro. Ma poi ho pensato, mio padre vorrebbe vedermi così? Quindi mi armo di un sorriso e lo faccio per lui, per renderlo orgoglioso di me. Spero che da lassù anche lui mi regali qualche risata».
Ma qual è il vero segreto di un clown? Ciccio cerca di farlo scoprire a tutti con il suo spettacolo nato da “Solo sole animazione”. Show che si trasforma magicamente in una metafora di vita in grado di disegnare il percorso di ogni giovane salentino che nutre fervidi desideri. Parafrasando i gesti del clown, possiamo comprendere quanto sia strabiliante il sentimento nascosto dentro il nostro valigione: l’approccio positivo al corso degli eventi, nonostante tutto.
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