PUGLIA: LE MANI DELLA MALAVITA SULLE SCOMMESSE

| 28 Febbraio 2018 | 0 Comments

Secondo quanto riferisce un recente rapporto della Direzione Investigativa Antimafia, la malavita organizzata pugliese controllerebbe sia il turismo sia le scommesse online. Mentre un numero sempre maggiore di utenti si sposta verso i migliori casino online italiani legali, c’è un problema, e grosso, sulle sale da gioco all’interno delle quali si possono effettuare anche scommesse sui più importanti eventi sportivi. Stando a quanto riferisce la DIA in merito alla Puglia, infatti, la criminalità avrebbe sostanzialmente allungato i suoi tentacoli praticamente ovunque: dal settore edile al traffico di droga, passando per le rapine ai bancomat e ai tir.

 

La criminalità barese, riferiscono gli agenti che hanno effettuato le indagini, mantiene inalterati i propri interessi, senza però trascurare anche il settore dei giochi, su tutti slot machine e scommesse online. Questo, nonostante nel 2017 il clan Strisciuglio abbia subito un duro colpo con gli arresti di alcuni elementi di spicco: ad oggi, infatti, rimarrebbe il gruppo criminale che contende il controllo della città ai Capriati.

Nel rapporto della Direzione investigativa antimafia relativamente al primo semestre 2017, nell’orbita dei rapporti di forza si muovono anche la famiglie dei Campanale, Lorusso, Telegrafo, Mercante-Diomede, Parisi-Palermiti, senza dimenticare le famiglie della provincia, che lavorano per tenere stretti i legami con il capoluogo. In questo contesto, il centro di Altamura si conferma come uno dei punti nevralgici per il trasferimento di stupefacenti in Basilicata, mentre da Modugno partono i cosiddetti “commandi” che poi si rendono protagonisti di rapine a commercianti e tir. La conclusione è che a Bari i clan continuano ad esercitare un forte controllo sulla città e che addirittura la carriera criminale continui ad essere molto appetita dalle nuove generazioni, che partecipano attivamente alle attività criminali per comincare a fare carriera dimostrando affidabilità.

Una situazione per certi versi instabile quella della Puglia, anche se il rapporto della Dia tocca marginalmente Lecce e il suo circondario. Dalla fotografia scattata dagli investigatori emerge che in provincia di Foggia si evidenzia “l’assenza di un organo verticistico condiviso che possa dettare una strategia unitaria”. Una situazione analoga, anzi acuita sul Gargano, dove le giovani leve stanno cercando di colmare i vuoti lasciati da elementi di vertice non più presenti per un motivo o per un altro. Il risultato di questa sorta di “anarchia” malavitosa, ha fatto aumentare gli omicidi e le lotte tra bande, costringendo lo Stato ad aumentare i presidi delle forze di polizia.

Lecce: occhio alla camorra

A Taranto, invece, vi sarebbe sostanzialmente una pace transitoria tra i clan storici, che vogliono assolutamente acquisire ancora potere e bloccare l’ascesa delle nuove generazioni nelle zone divise della città. Nel Brindisino, addirittura, si registrano infiltrazioni della ndrangheta calabrese, interessata alle strutture turistiche del posto, mentre in provincia di Lecce è la camorra a fare gli stessi tentativi. Nel capoluogo barocco vi sarebbe una pace apparente, per via della “mancanza di una figura carismatica, capace di rinsaldare le fila delle diverse consorterie criminali”. In ogni caso, spaccio, usura ed estorsioni, così come l’interesse per i giochi, rimangono le attività più lucrative per la malavita.

Category: Costume e società, Cronaca

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