LA MAFIA NIGERIANA SPADRONEGGIA, MA PER LA SINISTRA IL PERICOLO E’ IL RITORNO DEL FASCISMO
mv______ A Macerata una diciottenne viene uccisa, un nigeriano viene fermato mentre trasporta due valigie che contengono i pezzi del corpo della ragazza uccisa, probabilmente dopo essere stata violentata da un gruppo di nigeriani.
L’autopsia ha poi accertato che mancavano il cuore e fegato, che, secondo la tesi dello psichiatra Meluzzi, sarebbe stato mangiato dagli assassini per un rituale diffuso tra la mafia nigeriana.
Nonostante la situazione fosse chiara sin da subito, i giornali si sono affrettati a sostenere che molto probabilmente la ragazza era morta di overdose e che lo spacciatore nigeriano si era limitato a farla a pezzi preso dal panico.
A seguito di questo crimine un venticinquenne di nazionalità italiana dall’interno della sua auto ha reagito in maniera sconsiderata, sparando colpi di pistola all’indirizzo di persone di colore ritenute evidentemente riconducibili all’etnia o al gruppo di spacciatori che si erano macchiati dell’orrendo crimine.
L’autore del folle gesto si è comunque consegnato alle forze dell’ordine subito dopo aver esploso i colpi, avvolto in una bandiera tricolore.
Ed ecco che i giornalisti all’interno di quegli studi televisivi dove oramai passano la maggior parte del loro tempo, ci hanno spiegato come si trattasse di terrorismo aggravato da motivi di razzismo.
Cosi è partita la gran cassa dell’antifascismo, che fa finta di non vedere la più feroce mafia al mondo operare indisturbata nel nostro paese, e si abbandona alla retorica del periccolo del ritorno di Mussolini e delle sue camicie nere. Oramai si confonde la fiction con la realtà.
Per cui per nascondere le responsabilità di questo governo che ha importato come se nulla fosse, i più feroci mafiosi, si inventano il ritorno del fascismo.
Naturalmente tra i manifestanti si sono fatti notare i TRADITORI della nostra gente, coloro hanno esaltato il comunista Tito che con l’avvallo dei comunisti italiani, alla fine della guerra fece gettare vivi nelle foibe, capita naturali profonde centinaia di metri, 20-30 mila italiani, e costrinsero 250-300 mila connazionali ad abbandonare tutto ciò che avevano per sfuggire alla barbarie comunista.
Ma se sulle reti televisive, i pennivendoli di regime intonano salmi all’antifascismo, sui social si è gridato allo scandalo, e frasi come quelle qui sotto riportate si leggevano su diversi profili Facebook.
“Gli antifascisti son riusciti a portare da tutt’Italia circa cinquemila persone, che hanno pensato bene di oltraggiare gli italiani morti nelle foibe ad opera dei comunisti titini e proprio nella giornata del 10 febbraio dedicata all’omaggio a quei morti. Tra le bandiere dell’Anpi e della Fiom, quelle di Rifondazione e quelle dell’Arci, sfilano anche Cecile Kyenge, Gino Strada, Adriano Sofri, Sergio Staino, Pippo Civati, Nicola Fratoianni, Diego Bianchi (Zoro). Non uno striscione per Pamela, non uno slogan. Un brutto ricordo già seppellito quello della sua morte”.
”Sconcerto e vergogna per i cori sulle foibe che si sono levati dalla piazza di Macerata – scrive in un post su Facebook Federico Mollicone, – Pensavamo che a manifestare oggi fossero gruppi di antifascisti, il che già faceva sorridere così, e invece si sono tristemente rivelati per quello che sono: degli anti-italiani che inneggiano all’odio comunista. Ci aspettiamo una veloce e netta condanna da parte di Liberi e Uguali e del suo leader Pietro Grasso, e che tutti coloro che si sono prodotti in questi squallidi e indecorosi cori vengano subito identificati e denunciati in forza della legge Mancino”.
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