CONTRO-SANREMO 68: HAI VINTO TU LUCIO, TE VOGLIO BENE ASSAJE!
di Annibale Gagliani______
Chi ha vinto il Festival di Sanremo baglioniano? Lucio Dalla. L’epoca culturale in cui divampiamo oggi è scarna di buoni esempi poetici. Bisogna arrabattarsi a cercare nei posti meno indicati l’arte più indicata. Accade che un bagliore di cantautorato arrivi nella kermesse tanto attesa esclusivamente dal nostro passato. L’artista che non c’è più, Dalla Lucio, ha dominato l’Ariston.
La sua Almeno pensami, interpretata con garbo setoso da Ron, e vincitrice del premio più bello della gara, quello della critica dedicato a Mia Martini, si è distinta per disarmante passione. Cosa latitante nelle grandi interpretazioni degli urlatori sussurranti del Duemila. Eppure lui ha vinto, senza esserci. Lucio è stato spirito acceso, ideale rombante e semplicità d’arte anarchica.
Siamo ridotti a questo in Italia, ad aggrapparci acerbamente ai grandi cantautori del passato. Vuoi perché oggigiorno non esiste un degno ricambio generazionale. Vuoi perché essi sono le nostre madri culturali ed è sempre saggio affondare nel complesso di Edipo.
Sanremo è metafora di vita, lo crediate o no. Sanremo è lo specchio del nostro Paese: potete trarne giudiziosamente le somme. Abbiamo ancora bisogno di Lucio: lo vediamo ancora scherzare con un passante a Piazza Grande, lo immaginiamo scrivere abbaiando alla luna, lo sentiamo bestemmiare sentimenti d’amore.
Te voglio bene assaje Lucio! Questa sera abbraccia forte Mia e dalle un bacio sulla fronte. L’essenzialità del tuo canto leggiadro ha spodestato la monotona commercialità di quel palco sul quale brucia ancora il sangue di Luigi Tenco.
E tu Lucio lo amavi tanto. Ma adesso pensaci, senza pensare pensaci. In futuro Lucio scrivici, anche senza mani scrivici. Noi e la notte, la tua notte, siamo sempre qua…
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