“Le energie rinnovabili, l’ eolico, vanno bene. Ma…Fino a un certo punto! No ad un nuovo mega impianto a Carpignano Salentino. Ecco perché”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Cristian Casili ci manda il seguente comunicato______
L’energia elettrica prodotta da fonti alternative e rinnovabili è una grande risorsa ma dobbiamo scongiurare il pericolo di una proliferazione indiscriminata e fortemente speculativa di mega impianti su un territorio che ha già dato in passato ospitando altre pale eoliche. Non possiamo trasformare la Grecìa salentina, area di grande pregio storico, culturale e paesaggistico, in un gigantesco parco eolico.
A Carpignano Salentino è già attivo dal 2008 un impianto eolico da 14 mw e sette pale, della società Eolica Energia srl (nella foto, ndr).
Nella stessa area è stato presentato il progetto della società Tozzi Green spa per la realizzazione di un altro parco eolico che dovrebbe insediare cinque nuove pale eoliche. Un impianto molto più grande del precedente. Si parla di aerogeneratori di 180 metri di altezza complessiva visibili da tre paesi: Martano, Borgagne e Martignano. Cambierebbe per sempre uno scenario tra i più suggestivi del Salento, con ricadute negative su più livelli.
In quel territorio sono numerosi i beni archeologici presenti, tra cui la Specchia dei Mori, il Parco Archeologico di Apigliano, l’ Eremo Bizantino di Liori, il Monastero S. Maria Della Consolazione P.P Cistercensi, la Masseria delle “Sinobbie” (Sinopie, Cenobio) che necessitano di tutela e salvaguardia, al fine di incentivare l’attuale modello di sviluppo locale. Un parco così grande e fitto avrebbe un’interazione negativa anche con l’avifauna locale ed un potenziale impatto sulle rotte migratorie degli uccelli. Non solo. Effetti negativi ci sarebbero sullo sviluppo turistico a cui è vocata l’intera area, dove sono insediati numerosi agriturismi e strutture ricettive che negli anni con sacrifici hanno investito importanti risorse per migliorare la propria offerta. Il cantiere poi modificherebbe l’attuale conformazione del territorio, con l’espianto di cento qaurantatrè alberi di olivo e lo sconvolgimento del paesaggio rurale, caratterizzato da una fitta trama di stradine e muretti a secco.
Scontiamo ancora l’inesistenza di una pianificazione territoriale della Regione in campo energetico e la presenza di numerosi insediamenti da fonti rinnovabili e fossili che ci fanno già balzare al primo posto per produttività energetica.
Mi auguro che l’interesse collettivo prevalga su quello dei privati e che i sindaci territorialmente coinvolti non si vendano per l’ennesima volta alle sfoltite royalties o misure di compensazione offerte dalle ditte proponenti.
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