‘RIQUALIFICARE LE MARINE’…TORRE CHIANCA ABBANDONATA A SE’ STESSA, I RESIDENTI SONO STANCHI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Giuseppe Albanese, presidente dell’ associazione ATA-PC – Tutela Ambiente Animali e Protezione Civile – ci scrive______
Torre Chianca. Vigilanza assente? Grazie, facciamo da soli!
I residenti di Torre Chianca sono stanchi; da anni ormai accettano a mala voglia violenze a danno del territorio in cui abitano e su cui costantemente vengono depositati rifiuti di ogni genere, abbandonati da chiunque e, spesso, provenienti da paesi limitrofi.
A nulla è servito il grido di allarme lanciato dall’Associazione ATA-PC Lecce che, dopo aver avvisato e sollecitato, con una nota e tramite i quotidiani on line, l’Ente di gestione del Parco di Rauccio e l’Assessore Regionale all’Ecologia, circa l’urgente necessità di un presidio fisso di Carabinieri Forestali al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente.
A nulla è servito far presente che esistono le GEV (Guardie Ecologiche Volontarie), opportunamente formate dalla Provincia e istituite nel 2003 con apposita legge regionale e mai messe sul campo per lungaggini burocratiche.
A nulla è servito l’appello dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, Carlo Mignone, che ribadiva sui quotidiani locali l’urgente necessità di presidiare il territorio.
Giunti a questo punto e a rischio della propria incolumità, diversi cittadini cercano di farsi “giustizia da sé” con grande spirito di coraggio e abnegazione, così come è successo questa notte a Torre Chianca e da quanto si evince dal video dallo stesso postato sul suo profilo facebook, il sig. Daniele Biasco, presidente dell’Associazione “Marina di Torre Chianca”, coraggiosamente ha fermato un furgone guidato da un extracomunitario intento a trovare un posto per abbandonare alcuni divani vetusti.
Giuseppe Albanese, presidente di ATA-PC Lecce si chiede: “Dobbiamo attendere che qualche cittadino rischi la pelle per amore del proprio territorio, perché qualcosa si muova? Devono essere i cittadini a rischiare la propria incolumità per cercare di far andare le cose in modo giusto? Dobbiamo davvero farci giustizia da soli? E allora, perché istituire delle aree protette quando poi non sono protette da nessuno?”.
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