TRIBUNA POLITICA / FABIO DE NARDIS
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Lecce il docente dell’ UniSalento Fabio de Nardis ci scrive______
Il 4 Marzo si vota per il rinnovo del Parlamento e ho deciso di candidarmi per sostenere la piena attuazione della nostra Costituzione.
Le mie compagne e i miei compagni di viaggio mi hanno proposto di candidarmi con La Lista POTERE AL POPOLO! nata dalla brillante intuizione di un gruppo di giovani napoletani che da anni lottano nel proprio territorio per l’affermazione dei valori di uguaglianza e libertà attraverso la pratica quotidiana di mutualismo e solidarietà attiva.
Sarò capolista per la Camera dei Deputati nel listino plurinominale PUGLIA 2 che va dal Capo di Leuca fino a una porzione consistente della provincia di Brindisi, includendo comuni importanti come Oria, Mesagne, Latiano,
Francavilla Fontana, oltre a tutto il Salento.
Ho scelto anche di candidarmi nel collegio uninominale di Lecce che include, oltre al capoluogo salentino, una ventina di comuni a Sud e soprattutto a Nord di Lecce.
Le ragioni che mi hanno portato a sciogliere la riserva in senso positivo sono molte, ma una in particolare credo valga per tutte. Non è più possibile starsene a casa. Tutte e tutti noi dobbiamo tornare ad avere il gusto di sentirci parte di un processo storico collettivo, perché il nostro futuro non è scritto, né possiamo consentire che siano altri a
farlo.
Il futuro è una conquista sociale che le classi politiche che hanno governato questo paese hanno trasformato in un destino ineluttabile fatto di precarietà, sfruttamento, riduzione degli spazi di partecipazione popolare, umiliazione dei territori a sostegno di grandi opere inutili e nocive perché fondate su una idea di sviluppo ormai incompatibile con l’esistenza umana.
Se vogliamo garantire una vita dignitosa per noi e i nostri figli è arrivato il momento di affermare che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro (art.1 Cost.) e che le leggi precarizzanti come il Jobs Act vanno nella direzione opposta, facendo di precarietà e sfruttamento l’unico campo possibile dell’esistenza.
Se vogliamo garantire una vita dignitosa per noi e i nostri figli, è arrivato il momento di affermare che la Repubblica ha il dovere di riconoscere e garantire i diritti inviolabili di tutti gli uomini e le donne e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, rimuovendo tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana (art. 3 Cost.) e che tutte e leggi che sono state approvate negli ultimi venti anni sono finalizzate alla costruzione di un modello di società opposto.
Loro vogliono una società fatta di individui in competizione tra loro, l’uno nemico dell’altro. Noi una società dove il libero sviluppo di ciascuno sia condizione del libero sviluppo di tutte e tutti.
Se vogliamo garantire una vita dignitosa per noi e i nostri figli, dobbiamo affermare che la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e la tutela del paesaggio (art.9 Cost.) e che il processo di definanziarizzazione del sistema Universitario, la riforma della “cattiva scuola” e opere inutili come TAV e TAP vanno nella direzione opposta.
In questa campagna elettorale, i responsabili di questi scempi sono sparsi in quasi tutte le liste che competono per il governo del paese, anche e soprattutto in quelle che si presenteranno come più democratiche o di sinistra. Ma i cittadini non sono degli stolti, siamo certi che sapranno riconoscere i responsabili delle loro sofferenze quotidiane.
Per questo mi candido con “Potere al Popolo!”, l’unica lista che allo stato attuale si pone con forza l’obiettivo di riavvolgere il gomitolo della storia recente di questo paese per garantire eguaglianza sostanziale e libertà a tutte e tutti, lavoro stabile, una educazione pubblica, di massa e di qualità, il rispetto dell’ambiente e dei territori e,
soprattutto, la valorizzazione delle pratiche di partecipazione e autorganizzazione popolare.
La sovranità spetta al popolo. Loro ce l’hanno tolta. Il 4 Marzo ce la riprendiamo.
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