LECCECRONACHE / “Stae subbra uotsapp”

| 17 Gennaio 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

È bello, il dialetto.

Soprattutto quando viene utilizzato in maniera fluida e discorrevole, una conversazione con interlocutori che si esprimono in dialetto comprensibile, è balsamo per la nostra (semplice) anima.

 

 

Anche se, magari, per i puristi, il dialetto risulta annacquato da termini stranieri e da una contemporaneità spesso sinonimo lampante di bisticcio con le lingue ufficiali, pure conserva intatta la sua identità di ‘linguaggio del popolino’.

Del resto, basta salire su un autobus, di quelli della Sud Est, che fa la spola tra i paesi del Salento e il capoluogo, per accorgersi che un po’ tutti privilegiano l’idioma natio.

Si comincia subito, quando si è in attesa del mezzo pubblico.

‘Dici ca stamatina ‘rria, stu cazza de autobus?’ si sente borbottare da sotto un viluppo di piumini e impermeabili, cappuccio e sciarpa che nascondono chi c’è sotto, presumibilmente una gentildonna un po’ raffreddata.

‘Nu stierzu purtava teice minuti de ritardu’ risponde senza parere un robusto operaio con tanto di tuta inzaccherata e l’occhio furbetto.

‘Pare ca osce fannu scioperu’ cinguetta una graziosa fanciulla, con i jeans strappati e il telefonino in mano.

‘E ci te l’ha ditta?’ borbotta ancora l’invisibile voce raffreddata imbacuccata con strati di tessuto pesante.

‘Stae subbra uotsapp’ informa la studentessa.

Arriva il pullman, tutti si accalcano all’entrata, il conduttore serafico appone il timbro datario sui biglietti.

‘E cce bbete, ssa scasciata la machinetta de li biglietti?’ osserva un foruncoloso studente con auricolari ben in vista e sguardo perduto nel vuoto.

‘Veramente, nù ha mmai funzionatu’ viene il borbottio dall’involto delle coperte che, adesso, hanno preso posto sul primo sedile.

‘Mena, mena, stati sempre cu bbu lamentati….’ sorride il conduttore che, finito di timbrare, chiude la porta e si immette nel rettilineo.

‘’Ncignamu la sciurnata, cu la santa rassegnazione’ dice una vecchina con una grossa sporta che occupa tutto il sedile affianco.

‘Amene’ rispondono ridendo, in coro, gli studenti; tutti con i jeans strappati e il telefonino in bella vista.

Una ha anche il piercing. Sicuramente pure i tatuaggi. Ma fa freddo, e i vestiti li coprono.

Non si può mai avere tutto, dalla vita….

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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