PROTESTA NO TAP, LE BETONIERE FANNO MARCIA INDIETRO
di Emanuele Lezzi______
Azione dimostrativa dei No Tap ieri sera sulla strada che da Melendugno porta a San Foca, dove hanno bloccato due grosse betoniere di una ditta che lavora al cantiere del gasdotto, là dirette.
Dal tardo pomeriggio, fino a sera, circa centocinquanta attivisti, schierandosi sul percorso, ne hanno impedito il passaggio per alcune ore, fino a quando i mezzi non hanno fatto marcia indietro, rientrando alla base di partenza.
In alcune dichiarazioni diffuse sui social, il Comitato No Tap parla di un “vento forte che ha rallentato il malaffare che imperversa sulle strade di questa Terra“; dice che “era proprio la popolazione che compatta soffiava e alimentava questa bufera”, denuncia “non solo il malaffare TAP ma anche le ditte che con essa fanno affari.
Il malaffare, la truffa e la devastazione a fini speculativi, non possono passare.
Tap è andata avanti sempre grazie a favori di governi e funzionari di ministeri. Ma il vento è più forte di una repressione al servizio di una multinazionale privata” e infine spiega: “chi pagherà i danni che tap sta perpetrando su questo territorio? Devono essere loro a dare conto di ogni singola foglia strappata a questa terra, non chi lotta perché essa non sia strappata”.
La Questura di Lecce dal canto suo ha diffuso un comunicato in cui ricostruisce l’ accaduto: “Le forze di polizia presenti sul posto hanno garantito che la situazione non degenerasse, con atti inconsulti da parte di chicchessia, frapponendosi senza alcuna azione coattiva tra i mezzi di cantiere ed i rispettivi conducenti e gli attivisti, procedendo a riprendere questi ultimi con le videoriprese effettuate costantemente in ogni fase dal personale della Polizia Scientifica presente sul posto”.______
AGGIORNAMENTO delle ore 16.30
Con un comunicato diffuso nel pomeriggio, il country manager per l’Italia di TAP Michele Elia rende noto che «Tap sporgerà denuncia per i fatti accaduti ieri, che hanno impedito il regolare svolgimento delle attività in cantiere causando gravi danni materiali, in ordine ai quali la società si riserva ulteriori iniziative legali».
Aggiunge che “I due mezzi di una ditta salentina che trasportavano calcestruzzo, prodotto anch’esso da un’azienda locale, hanno fortunosamente potuto liberarsi del carico -ormai inservibile per le attività di costruzione – prima che si producessero danni irreparabili ai macchinari” e così conclude: «Abbiamo piena fiducia nella capacità della magistratura e delle forze dell’ordine nell’individuare gli ideatori e i responsabili di questi gravi fatti»
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Confindustria Lecce condanna le attività di alcuni soggetti che nella serata di ieri hanno ostacolato illegittimamente il normale svolgimento della consegna di materiali da parte di imprese locali al cantiere del gasdotto TAP, causando probabilmente il danneggiamento degli stessi con aggravi di costi e di tempi per le imprese coinvolte.
Esprime inoltre solidarietà e vicinanza agli imprenditori e ai lavoratori che hanno subito il blocco della propria attività.
“In un periodo davvero complesso e cruciale per la nostra economia – afferma il presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro – nel quale le imprese con grandi difficoltà cercano di mantenere i livelli occupazionali e garantire benessere sociale alle famiglie, portando altresì crescita e sviluppo al territorio salentino, sembra davvero inconcepibile che si possa agire, in violazione di qualunque norma, per interrompere l’attività lavorativa delle aziende. Le betoniere, oggetto del blocco da parte dei manifestanti, rischiano infatti seri danni insieme ai materiali in esse trasportati, con possibili conseguenze anche su una futura eventuale interruzione delle prestazioni d’opera”.
Confindustria Lecce fa appello al buon senso e al rispetto delle regole, che devono valere per tutti. Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee in modo pacifico, ma senza adottare comportamenti prevaricatori che vanno a ledere la libertà di intraprendere e il diritto al lavoro altrui, anch’essi sanciti costituzionalmente.