LUIGI DI MAIO CHIARISSIMO: IL M5S FARA’ LA VOCE GROSSA IN EUROPA, “se non cambiano, facciamo il referendum e usciamo dall’ euro”. E SE IL M5S FOSSE IL PRIMO PARTITO, SENZA AVERE LA MAGGIORANZA IN PARLAMENTO, APRE ALL’ APPOGGIO ESTERNO: “governeremo con chi ci sta”
(g.p.)______Non sono novità in assoluto, però sono importanti precisazioni, che fanno chiarezza su due punti fondamentali, dei programmi del Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni politiche, fissati dal leader Luigi Di Maio, che ha parlato oggi a Milano in diversi incontri (nella foto, un momento di uno di essi).
Punto primo, l’ euro. In caso di una consultazione sulla moneta unica, voterebbe per l’uscita dell’Italia: “Se si dovesse arrivare al referendum, che però io considero una ‘extrema ratio’, è chiaro che io voterei per l’uscita, perché significherebbe che l’Europa non ci ha ascoltato. Il MoVimento 5 Stelle al governo porterà in Europa un pacchetto di proposte che solo a parole i governi precedenti hanno portato avanti visto che non hanno ottenuto alcun risultato. Noi non scherziamo. L’Italia ha un peso in Europa e lo faremo sentire, soprattutto ora che altri Paesi vivono momenti di forte incertezza politica. E’ solo questione di volontà politica di cambiare le cose. Noi ce l’abbiamo. Siamo fiduciosi che non sarà necessario indire un referendum per l’uscita dall’euro che sarebbe l’ultima ratio solo e soltanto nel caso assurdo che l’Europa si dimostrasse completamente sorda a qualsiasi nostra richiesta. Noi vogliamo portare più ricchezza nelle tasche degli italiani e si può farlo restando nell’Euro accogliendo le nostre proposte. Ma se l’Europa sarà rimasta sorda a tutte le nostre richieste, non sacrificheremo la ricchezza e il benessere degli italiani sull’altare dell’Euro”.
Punto secondo, le alleanze, nel caso il M5S, pur risultando il primo partito, non avesse la maggioranza necessaria in Parlamento, ed è un’ apertura significativa ad un ipotetico ‘appoggio esterno’: “Se alle elezioni dovessimo ottenere il 40%, potremmo governare da soli. Se non dovessimo farcela, la sera delle elezioni faremo un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta”.
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