UN’ IDEA DEL TUBO / UNA MULTINAZIONALE ITALO-ALBANESE, CON LA CONSULENZA DELL’ ALTA FINANZA INTERNAZIONALE, PER ‘GESTIRE’ L’ ACQUA BENE PRIMARIO E COMUNE DEI CITTADINI PUGLIESI
(g.p.)______“Vogliamo vederci chiaro! Emiliano venga a riferire in aula di questi incontri con il presidente albanese Edi Rama e con l’ex premier britannico Tony Blair, oggi consulente di BP (azionista di Tap al 20 per cento) e chiarisca di questa sua assurda idea di portare acqua dall’ Albania. Non riusciamo infatti a comprendere come questa opera possa essere sostenibile economicamente e a livello ambientale a fronte, tra l’altro, di ben 120 milioni stanziati per lavori di manutenzioni delle condotte di Acquedotto Pugliese.”
La recente dichiarazione pubblica del presidente della Regione Puglia che ha ‘lanciato’ l’ idea di portare acqua in Puglia dall’ Albania attraverso un tubo parallelo a quello del gasdotto TAP, ha provocato una interrogazione del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, che chiedere chiarimenti urgenti.
“Ci lascia sgomenti questa idea del Governatore. Rilanciare sulle compensazioni con TAP è da irresponsabili, farlo tirando in ballo la crisi idrica come merce di scambio è vergognoso – aveva già commentato tre giorni fa il consigliere Cristian Casili – “Emiliano avrebbe potuto risparmiare questo ulteriore schiaffo a un’intera comunità che non vuole quest’opera inutile e dannosa per il territorio. E’ chiaro a tutti, oggi più che mai, come la sua morbida opposizione al TAP sia stata solo una opposizione di facciata. Il problema più serio è che questa faccenda continua a dimostrare come Emiliano continui a sottovalutare la crisi idrica che sta scontando la nostra Regione e che nei prossimi anni metterà a dura prova la gestione delle nostre acque; oltre al disinteresse del governo regionale verso i consorzi di bonifica e l’Arif, che fino ad oggi hanno gestito la distribuzione di acqua per usi irrigui; il riutilizzo delle acque di depurazione è un patrimonio di quasi 300 milioni di mc che oggi gettiamo in trincea, a mare e nei torrenti“
L’ idea del tubo è di sabato 25 novembre scorso, in un intervento tenuto a Caserta al convegno intitolato ‘Dal carbone a Parigi’. Secondo quanto ha riferito l’ agenzia Ansa, Michele Emiliano ha detto: “Qualche giorno fa sono stato in Albania dove ho incontrato il presidente Edi Rama. In quei giorni in Albania c’era anche Tony Blair e io l’ho incontrato. Lui era preoccupato per la situazione di ordine pubblico in Salento, così gli ho fatto una proposta concordata con il presidente albanese: anziché prevedere le compensazioni ambientali del ministro De Vincenti, perché non realizzare un tubo che corra a fianco a quello del gas e portare l’acqua dall’Albania, che ne ha tanta e ha bisogno di venderla, al Salento, dove ancora prendono l’acqua dai pozzi? Non è anche questa una compensazione ambientale?”
Da un ricerca effettuata dalla nostra redazione, risulta che l’ idea non è nuova: è solamente l’ articolazione finale di un confuso partenariato, più volte ripreso e abbozzato, che si vorrebbe avviare fra Puglia e Albania, e che fu descritto comunque ab origine con chiarezza teorica dal presidente Edi Rama, il quale, secondo quanto riportato dal quotidiano ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’, in visita a Bari alla Fiera del Levante il 15 settembre del 2015 (nella foto), dichiarò. “Io credo che grazie a questo grande presidente della Regione possiamo fare un grande progetto di compartecipazione fra l’Acquedotto pugliese e il nostro sistema di amministrazione delle acque. Mettendo insieme le risorse e la volontà di farcela, possiamo avviare un processo che può portare a una multinazionale che sarebbe un po’ la prima di questo tipo e potrebbe poi svilupparsi in diverse maniere, ma con molti benefici”.
L’ultima del Presidente Emiliano:
Mega acquedotto Puglia-Albania a compensazione del TAP!!!
Delirio o fake news?
Il presidente Emiliano in una recente dichiarazione in Campania ha detto che in Albania ha incontrato il primo ministro albanese Edi Rama e Tony Blair (ex premier inglese attualmente consulente della multinazionale TAP) e, in risposta ai “timori” di Blair sui dissensi dei salentini sul TAP, ha sostenuto che sarebbe “un’ottima compensazione ambientale se accanto ai tubi TAP partissero tubi di acqua potabile dall’Albania, che ne ha tanta e ha bisogno di venderla [SIC!], per sopperire alla mancanza d’acqua pugliese”.
E non sembrerebbe neanche un’idea “buttata lì” visto che il Presidente ha dichiarato alla stampa che “la Regione ci sta già lavorando con SNAM e AQP”. Inoltre, nell’ottica di un progetto così impegnativo, vorrebbe la Regione Campania nel capitale di AQP.
Ma a che gioco sta giocando, Presidente?
Troviamo che le Sue affermazioni abbiano raggiunto livelli paradossali che non avremmo mai immaginato.
Alcuni punti salienti:
1) “Compensazione ambientale”. Questo significa ammettere che il TAP genererà danni ambientali! E, dunque, per “compensare” i danni ambientali li raddoppiamo! Che idea geniale! Se non l’avessimo letto sulla stampa (ansa compresa) avremmo pensato a una fake news!
2) Carenza idrica. Il problema non si risolve andando a prendere l’acqua dall’altra parte dell’adriatico – cosa che necessiterebbe di abbondante energia con costi economici e ambientali straordinari – ma armonizzando i bisogni dei cittadini e la disponibilità della risorsa, attraverso una seria politica di gestione idrica. Quindi, fra le altre cose, bisognerebbe mettere seriamente mano alle perdite, al recupero dell’acqua depurata in agricoltura (anziché sprecarla buttandola a mare), a una gestione seria dei depuratori (diversi dei quali, occorre ricordare, sono sotto sequestro con amministratori unici e dirigenti indagati per reati ambientali!). E, soprattutto, dovrebbero essere preservate dall’inquinamento le riserve idriche già esistenti, compito che oggi viene disatteso in situazioni come il lago del Pertusillo, sottoposto alla pressione dei (troppo) vicini impianti di estrazione e lavorazione del petrolio o la falda idrica salentina a rischio da percolati di discariche (e non solo abusive).
A chi giova permettere che le nostre risorse vengano rese inutilizzabili da negligenze e speculazioni, per poi rendersi dipendenti da un aleatorio approvvigionamento dall’estero e dalla vulnerabilità di impianti faraonici e sofisticati? Certamente non giova ai cittadini pugliesi. Sicuramente giova alle lobbies rappresentate da MR Blair.
Inaccettabile, poi, la constatazione che l’Albania ha bisogno di VENDERE L’ACQUA (!): un bene primario come l’acqua viene ridotto a MERCE: questo è semplicemente ripugnante.
3) Gestione efficace ed efficiente. Un acquedotto, anche un grande acquedotto come quello pugliese, può essere gestito in modo sano se se rispetta la sua finalità di fornire un servizio ai cittadini e, quindi, assume la forma giuridica di ente di diritto pubblico, come l’Azienda Speciale che esclude lo scopo di lucro e garantisce trasparenza e controllo sociale. Lo dimostrano, in negativo, le esperienze antidemocratiche delle grandi aziende dell’acqua che speculano su una risorsa vitale dichiarata dall’ONU “diritto umano universale”.
4) Convergenze di interesse. Tutto ciò nasce da una rassicurazione a un lobbista. Non comprendiamo come mai il Presidente della nostra Regione si senta così tanto in dovere di rassicurare i grandi investitori e invece si rifiuti ostinatamente di interloquire con i cittadini e dare corso alla volontà popolare espressa attraverso il referendum del 2011 e concretizzabile nella ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese, cosa più che fattibile così come dimostrato magistralmente dal Prof. Alberto Lucarelli durante il tavolo tecnico!
Ricordiamo che, qualche mese fa, durante il Festival dell’Acqua, mentre il Presidente accoglieva i mercanti dell’acqua che organizzavano a Bari la spartizione dei nostri territori, i cittadini si riunivano per scrivere la “Carta di Bari per la difesa delle fonti idriche del Mezzogiorno” e preparare una mobilitazione interregionale per bloccare il mega-acquedotto del sud. I cittadini pugliesi NON VOGLIONO SPECULAZIONI SULL’ACQUA NE’ SUL TERRITORIO.
In nome della democrazia e dell’articolo 1 comma 2 della nostra Costituzione che sancisce la sovranità popolare, torniamo a chiedere:
– la trasformazione di AqP SpA in Azienda Speciale e, nell’immediato, una risposta da parte del Presidente e della Giunta alle proposte avanzate nel tavolo tecnico dal Prof. Alberto Lucarelli e dal Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”, un atto dovuto di cortesia istituzionale e di rispetto del lavoro compiuto all’interno del tavolo stesso;
– la rinuncia definitiva a ogni progetto speculativo e a ogni idea di espansione dell’AqP fuori dalla Puglia!
Perché si scrive Acqua, e si legge Democrazia