I NO TAP DI NUOVO A LECCE CITTA’, INSIEME AGLI STUDENTI, CHE “si riappropriano del loro diritto a un’ istruzione non manipolata dalle multinazionali, e degli spazi destinati alla cultura e non a speculatori ed affaristi”
(e.l.)______La protesta NO TAP ritorna Lecce città. Questa mattina attivisti del Comitato hanno preso parte al corteo degli studenti dell’ ateneo leccese (nella foto), “solidali ad una lotta per la libertà“, c’è scritto in una nota diffusa sui social, che ne dettaglia poi le motivazioni: “Oggi, dopo gli accadimenti dei giorni scorsi, che hanno portato l’università sotto le luci accecanti dei riflettori e non certo per una bella figura ma per aver accettato, all’interno del rettorato, società private che stanno devastando, per fini speculativi, il nostro territorio, per aver accettato in quelle aule del sapere chi quel sapere lo vuole annullare e comprare, uomini che hanno la violenza degli ultimi governi dalla loro parte.
Oggi quel triste giorno si trasforma in un giorno importante e illuminato per la democrazia, quel giorno si trasforma in una presa di coscienza e di orgoglio da parte di tutti gli studenti salentini, oggi quei ragazzi si riappropriano del loro diritto a un’ istruzione non manipolata dalle multinazionali, si riappropriano degli spazi destinati al sapere e alla cultura e non a speculatori ed affaristi, sono questi i templi da cui cacciare i mercanti, sono le menti i templi da proteggere senza se e senza ma. Oggi si sono ripresi il diritto alla critica, contro gli uomini che governano il mondo e la finanza vorrebbero succubi, chini al loro volere, al loro modo ideologico di sfruttare il mondo. E nello sfruttamento dei territori non va dimenticato lo sfruttamento delle persone e delle menti.
Il loro sistema entra nelle scuole nelle università: il loro sistema di imposizione del loro progetto di sviluppo comprende l’alternanza scuola lavoro, la nuova frontiera della schiavitù; il loro sviluppo comprende il ricatto occupazionale, come visto a Brindisi e Taranto; la creazione di zone franche in cui le multinazionale possono depredare senza lasciare nulla ai territori; il loro sistema di sviluppo prevede l’azzeramento dello stato sociale”.