A QUALCUNO PIACE CALDO, L’ ARANCINO SICILIANO, MA A QUALCUNO LUNEDI’ RIMARRA’ SULLO STOMACO. GIA’, MA A CHI? C’E’ TANTA ATTESA IN TUTTA ITALIA PER LE ELEZIONI REGIONALI DI DOMENICA. ECCO INTANTO LA POSTA IN GIOCO FRA BERLUSCONI, RENZI E DI MAIO
di Giuseppe Puppo______
I Siciliani sono saggi. Quando ci sono elezioni non nazionali, e nelle amministrative posso decidere da soli per le modalità, fanno una cosa sacrosanta, ai seggi: finito l’ orario, chiudono l’ ambaradan, e se ne vanno a dormire. Con tanti saluti a Bruno Vespa, Enrico Mentana, e compagnia di giro televisiva. Se ne riparla il giorno dopo, a mente fresca e riposata dalle lunghe ore di vigilia, senza stanchezza, a fare lo spoglio.
I Siciliani sono buontemponi. Molti di loro, quelli che, usciti dalla sezione, si trovano davanti gli incaricati di raccogliere gli exit poll, nella simulazione mettono a vanvera, tutto il contrario di quel che ha fatto davvero.
Negli anni passati, allo spoglio delle schede vere, il giorno dopo, sono saltate fuori sorprese clamorose, rispetto alle indicazioni divulgate dalle varie televisioni, tali da far esclamare spesso e volentieri a più di uno la celebre frase di Emilio Fede sulla figura fatta.
Poi, storicamente – e non è questa la sede per la dimostrazione, facciamo che sia un postulato – le elezioni regionali siciliane anticipano, fissano addirittura, la tendenza in atto, e che si riverserà poi sulle successive consultazioni politiche a livello nazionale.
Nelle elezioni che si terranno domani nell’isola, i cui risultati si sapranno nel pomeriggio di lunedì, e i cui toni sono stati, in questa campagna elettorale, accesi, infuocati, caldi, bollenti addirittura, come vanno mangiati gli arancini siciliani, inoltre, sono scesi in campo, tanto per usare il lessico berlusconiano, tutti i leader nazionali, altro che test amministrativo, e i tre principali si giocano molto, forse si giocano tutto.
Vediamo perché.
E scusate se è poco.
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Cominciamo proprio con il redivivo e ringalluzzito capo di Forza Italia, e della coalizione di centro destra, che presenta come candidato presidente della regione un politico di lungo corso nella ex Alleanza nazionale come Nello Musumeci.
Parliamo di lui, primo perché, nonostante le vicende giudiziarie, personali, fra condanne, prescrizioni, assoluzioni, procedimenti ancora in atto, e del suo partito, che, fra l’ altro, vede in galera, condannato a sette anni con sentenza definitiva, proprio per concorso esterno in associazione mafiosa, il co-fondatore siciliano Marcello Dell’ Utri, è di nuovo da mesi sulla cresta dell’ onda, sulla spinta delle indicazioni che avrebbero dato e continuerebbero a dare i suoi famosi sondaggi, sondaggisti e sondaggismi.
Dopo venticinque anni di potere, e cinque di quello che appariva un declino, il risultato di lunedì indicherà se è ancora lui il capo del centro destra, se, giudici non di Berlino, ma di Strasburgo, volendo, potrà legittimamente ripresentarsi fra qualche mese, se è ancora leader tale da fare e da disfare; ancora e soprattutto, esso risponderà a una domanda più ad ampio raggio: il ‘berlusconismo’ è finito?
Sopravviverà – e quanto? quale? come? – il berlusconismo a Silvio Berlusconi, che ha superato la veneranda età degli ottanta anni, ma, come diceva il suo medico tempo fa, ne ha una tutta sua, molto più giovane, ‘biologica’? Ecco, qual è l’ età del berlusconismo? E quali sono le età di Silvio?
Scusate se è poco.
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La posta è altissima anche per il Pd di governo, che presenta come candidato l’ ingegnere Fabrizio Micari, venuto fuori dal cilindro delle alchimie palermitane di Leoluca Orlando, anche e soprattutto per il redivivo e ringalluzzito Matteo Renzi, che deve provare – i voti non si pesano, si contano – di avere ancora, come qualche anno fa, il suo seguito personale, nonostante scissioni vere o presunte e ‘ abbandono di alcuni storici esponenti.
Quanto vale ancora la sua, chiamiamola così, capacità affabulatoria? Quanto dà in termini di consenso il suo apparato di potere personale, le ramificazioni nel frattempo articolate? Quanto pagano i tanti provvedimenti adottati in questi anni, che avrebbero ftto tutto più buono più bello?
Scusate se è poco.
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Si gioca moltissimo il Movimento 5 Stelle, che presenta come candidato a presidente il consigliere uscente Giancarlo Cancelleri, dunque al suo secondo e ultimo mandato politico, secondo le ferree leggi del M5S, ma che egli sogna di far diventare decisivi per la sua terra.
Soprattutto rischia il neo capo politico Luigi Di Maio, alla sua prima prova elettorale, dopo pochi mesi, da cui chiede la vera legittimità popolare, per le prossime elezioni politiche.
Beppe Grillo, infatti, con tutti i suoi meriti storici, e l’ attuale ruolo di padre nobile, o garante che dir si voglia, ha già dato.
Ora e per la prima volta il Movimento 5 Stelle deve provare di saper continuare il cammino. Le idee sono importanti, nella fattispecie, in quella proposta di radicale trasformazione, che parte dalle coscienze individuali, fondamentali. Ma le idee camminano con le gambe degli uomini. Lunedì saranno tutti là a vedere i primi passi fatti da Luigi Di Maio, se saranno stati balzi in avanti, timide distanze, o un troncamento di gambe.
E scusate se è poco.
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Infine, last but non least, come dicono quelli che parlano bene l’ italiano, tutta da verificare quale sarà la soglia dell’ astensionismo, che deve preoccupare indistintamente tutti quanti.
Cinque anni fa, nell’ isola fu del 53%: enorme, anche in questo anticipatrice della tendenza nazionale da allora in atto.
Vedremo lunedì.
Ora, anche non andare a votare è un scelta legittima. Non è vero che chi non vota non dice nulla. Chi non vota dice tantissimo.
Chiunque vinca lunedì, sia esso Musumeci, Micari o Cancelleri, sarebbe bellissimo se poi durante la propria amministrazione, riuscisse a battere in primo luogo la atavica rassegnazione, e a favorire la partecipazione, permettendo ai Siciliani di poter costruire il proprio futuro con entusiasmo. Che è poi la vera cosa bella della Politica, di cui purtroppo ci siamo un po’ tutti dimenticati, e di cui abbiamo tutti un grande bisogno.