O MARE NERO, O MARE NERO, O MARE NERO. DI CARBONE. A CERANO LA COSTA CONTAMINATA AD AMPIO RAGGIO. SEQUESTRATO L’ IMPIANTO DI RACCOLTA ACQUE. DENUNCIATI I RESPONSABILI DELLA CENTRALE ENEL
di Emanuele Lezzi______
O mare nero…Una volta chiaro e trasparente, adesso non più. Adesso è nero di carbone. Almeno, oggi non solo per modo di dire, per semplificare i danni ambientali causati dalla centrale Enel di Cerano a tutto il Salento, più poi quelli alla salute di tutti i Salentini, con le quarantaquattro morti in più all’ anno di cui è direttamente responsabile.
Ieri c’è stato un ‘incidente’, secondo l’ azienda per responsabilità di una ditta appaltatrice (nella foto del nostro archivio, il sistema di sversamento).
Fatto sta che il carbone è finito direttamente in mare.
Non basta quello che finisce nei campi, nelle abitazioni, nei polmoni, ad ampio raggio.
Ora anche in mare, con serie conseguenze per l’ ecosistema marino.
Fatto sta, che ci sono altri guai giudiziari in vista per i responsabili, dopo quelli legati all’ ancora non del tutto chiarita vicenda del carbone contaminato ‘ceduto’ a Ilva e a Cementir, delle scorse settimane, nonostante cui la Centrale killer continua a funzionare.
Infatti, questa mattina la capitaneria di Porto di Brindisi ha sequestrato l’impianto di raccolta acque di dilavamento e meteoriche, da cui venivano scaricate in mare acque di colore scuro, cariche di carbone.
I responsabili dell’impianto sono stati denunciati a piede libero.
Lo sversamento, scrivono gli inquirenti, “retrodatato e virulento, considerata la notevole estensione della chiazza, in uno specchio di mare per una profondità di circa ottanta metri ed un’estensione di circa duecento potrebbe aver causato grave danno all’ambiente marino: la scogliera si presentava deturpata, con conseguenze sotto il profilo biologico in particolare per il soffocamento della flora acquatica dovuta alla precipitazione del carbone nei sedimenti marini”.______
L’ APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 28 settembre scorso
e del 30 novembre 2015
Category: Cronaca
Si manifesta ancora una volta in tutta la sua gravità il conclamato disinteresse, ormai sfociato quasi in un’autentica avversione, del Presidente Emiliano e della sua Giunta nei confronti della provincia brindisina ed in particolare della città di Brindisi.
Una vicenda che fotografa perfettamente il disinteresse del Presidente sul tema più importante ed impattante per la comunità brindisina: la centrale a carbone di Cerano. Chiederò una accelerazione dell’audizione della dirigenza Enel e degli assessori competenti da me richiesta la settimana scorsa, affinché si possa tenere prima dell’inizio delle sedute di bilancio di dicembre.
Oltre a discutere di riconversione economica, dismissione, bonifica e tutela dei livelli occupazionali della centrale, sarà mia premura chiedere chiarimenti circa la mancata applicazione della Valutazione preventiva del danno sanitario agli assessori o direttamente al presidente Emiliano, se mai si degnerà di essere presente.
Emiliano continua a svolgere in maniera schizofrenica il suo ruolo da Presidente, utilizzando due pesi e due misure in base alle proprie necessità elettorali; così, se per l’Ilva di Taranto chiede di applicare la Valutazione del Danno Sanitario (Vds), cosa tra l’altro non necessaria in quanto di competenza del governo nazionale dal momento che l’Ilva è giudicata opera di interesse strategico nazionale, dimentica invece di applicare la stessa Vds per la centrale Enel Federico II di Cerano, ignorando quindi volutamente l’applicazione di una legge regionale che, tra l’altro, costituisce un unicum positivo nel panorama normativo nazionale.
Sembra che per il Presidente i cittadini della provincia di Brindisi siano di serie B: si pensi alle sue ripetute dichiarazioni sul voler portare il Tap a Brindisi perchè “ormai zona già compromessa dal punto di vista ambientale”, così come i suoi assordanti silenzi quando a Brindisi sono state tolte l’autorità portuale e la Camera di Commercio, per non parlare del tentativo di depotenziamento dell’aeroporto.
Ed è stato completamente assente anche quando si è trattato di intervenire nelle numerosissime vertenze lavorative, da quelle delle partecipate a quelle del settore aeronautico. Sono certo che la comunità brindisina se ne ricorderà quando sarà il momento di tornare al voto.
Una cosa deve essere chiara al Presidente, se con tale atteggiamento crede di poter fare carne da macello del territorio e dei cittadini brindisini si sbaglia di grosso. La mia battaglia in difesa del territorio brindisino ormai purtroppo sempre più solitaria all’interno del panorama regionale, continuerà in maniera ancora più pressante e forte.
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