IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ANTONIO GABELLONE INSISTE NEL CERCARE DI CONCILIARE I SINDACI, E DIVIDERLI SUL FRONTE DELL’ OPPOSIZIONE AL GASDOTTO TAP – SNAM
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. L’ufficio – stampa della Provincia di Lecce ci manda il seguente comunicato______
GASDOTTO TAP: LUNEDI’ 6 NOVEMBRE IN PROVINCIA. L’ASSEMBLEA DEI SINDACI CONVOCATA DA GABELLONE
L’Assemblea dei Sindaci si riunirà lunedì 6 novembre, alle ore 9.30, nell’aula consiliare di Palazzo dei Celestini, a Lecce.
A chiamare a raccolta i primi cittadini del Salento è il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone per discutere su uno dei temi più delicati e strategici per il territorio, quello del progetto Tap.
In particolare, ecco l’argomento all’ordine del giorno: “Progetto di realizzazione del tratto italiano del gasdotto denominato Tap (Trans Adriatic Pipeline)”.______
L’ APPROFONDIMENTO nel nostro articolo del 24 ottobre
Category: Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo
L’associazione Terramia Amici-Notap ed il Comitato Notap Salento alle ore 09,30 di lunedì 06/11/2017 hanno organizzato un flash mob sotto la Provincia di Lecce(Palazzo dei Celestini) onde manifestere il loro dissenso contro quei Sindaci ed il Presidente della Provincia di Lecce, che irrispettosi della volontà dei cittadini salentini, per trenta sporchi denari, che puzzano di antidemocrazia, tradiscono un intero territorio.
A questi primi cittadini(sic) ricordiamo quanto in passato scelte di questo tenore hanno arrecato danni irreparabili al territorio e alla salute dei cittadini.
Questa è la chiara dimostrazione che le vostre battaglie contro l’inquinamento di Ilva e Cerano oppure le trivellazioni, sono di facciata e la vostra unica intenzione è quella di demolire il fronte monolitico che il territorio ha frapposto a Tap, così svendendolo alla multinazionale svizzera.
Ricordandovi che la vita non ha prezzo e che i valori morali distinguono gli uomini dagli ignavi e traditori vi sproneremo a tornare sui vostri passi nel rispetto anche di quanto è stato deliberato dai vostri rispettivi consigli.
Decine di attivisti No Tap,sotto la vigilanza degli agenti di Polizia, hanno protestato con cori e striscioni alle entrate di palazzo dei Celestini, dove si sta svolgendo la prevista riunione convocata in Provincia dal presidente Antonio Gabellone con i sindaci salentini. Ne sono presenti meno della metà.
Non mi lego alla schiera dei politici e degli amministratori che aprono la porta a Tap. Chi è con il Salento è contro Tap. Viceversa chi è con Tap è contro il Salento.
Tant’è che non mi meraviglia vedere tra quest’ultimi le truppe salentine di Renzi, l’uomo che ha definito il gasdotto strategico, autorizzando di fatto le manganellate, o politici come Fritz Massa, che ricordo da sempre al fianco dei miei avversari politici, ovvero contro i legittimi interessi della Regione Salento e del territorio di Nardò. E penso alla discarica di Castellino o alla nota vicenda dello scarico a mare.
Ma, tornando a Tap, io ho un solo consiglio: cambino approdo perché da lì non passeranno. I Salentini hanno già respinto i saraceni… faranno la stessa cosa anche con loro. Penso, peraltro, che oggi non ci siano le condizioni per avviare un dialogo con questa organizzazione. Per questo sbagliano quei fittiani che hanno aperto canali di dialogo.
Sia come sindaco sia come presidente di Andare Oltre, movimento che annovera tra i propri principi la sovranità della comunità sul proprio territorio, ribadisco che l’approccio da colonizzatore adottato da TAP è perfino offensivo. Forse adatto alla sinistra degli affari.
Probabilmente adatto alla destra delle multinazionali. Sicuramente inadatto al dialogo con i liberi cittadini del Salento, i quali chiedono alle istituzioni la massima chiarezza su temi assolutamente di rilievo e sui quali già Vendola, quando dette il via libera all’approvo, fu inconcludente e dannoso, minando le basi per ogni passo successivo.
I salentini vogliono sapere tutto degli aspetti finanziari legati all’investimento; tutto dell’impatto sulla salute e sul benessere dei cittadini; tutto dell’impatto sul paesaggio, sulla natura e sugli ulivi.
Oggi dire “No” a Tap, secondo alcuni, spaventerebbe gli investitori.
Dire “Si” a Tap, invece, significherebbe consegnarsi a quanti pensano che ogni veleno, ogni disgrazia, ogni impresa inquinante possa essere rifilata ai salentini facendo leva sul ricatto occupazionale e donando qualche spicciolo alla sagra di paese, al corso di bon ton o a qualche altro beneficiario di poca intelligenza.
L’Amministratore Delegato di Snam, Marco Alverà, e il Managing Director di TAP, Luca Schieppati, hanno illustrato oggi al Tavolo Inter-istituzionale convocato dal Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, le proposte di investimento per il Salento e la Puglia e le ricadute economico-occupazionali connesse alla realizzazione del gasdotto TAP e della pipeline di interconnessione alla rete Snam.
Per lavori di realizzazione delle due infrastrutture le società stimano un impatto complessivo sull’indotto locale di circa 100 milioni di euro, con il coinvolgimento nelle fasi costruttive di circa 1.000 persone, di cui tra le 500 e le 650 assunte a livello locale. Quanto alla fase di gestione operativa del tratto italiano di TAP e dell’interconnessione Snam, è previsto il coinvolgimento stabile di circa 40 persone, di cui a regime il 60% di personale locale e una ricaduta economica annua di circa 5 milioni di euro, di cui circa 1,5 milioni annui di ricaduta economica locale.
Sono stati presentati oltre 25 progetti d’eccellenza nati dall’ascolto del territorio e dalle esigenze emerse nel corso del Tavolo, che TAP con i suoi azionisti, in primis Snam, ha quantificato in oltre 25 milioni di euro.
Inoltre, Snam ha proposto di aprire in Puglia un centro di eccellenza mondiale per la decarbonizzazione, con il pieno supporto della Commissione Europea e di aziende leader globali nella green economy. Il centro di eccellenza ha lo scopo di lavorare su alcuni progetti industriali individuati attraverso studi di fattibilità, in particolare sulle potenzialità del mercato del gas naturale liquefatto (LNG e Small Scale LNG), sulla produzione di biometano da differenti fonti e sullo sviluppo e sostegno di progetti di ricerca e di sviluppo tecnologico.
La realizzazione di questi progetti renderebbe la Puglia una regione all’avanguardia a livello europeo sul fronte della green economy e comporterebbe investimenti per ulteriori 30 milioni di euro, per un totale di 55 milioni di euro.
“Abbiamo trasformato le idee presentate nel primo incontro di agosto in progetti concreti per fare della Puglia un modello di riferimento in Italia e in Europa sul fronte della decarbonizzazione, della mobilità sostenibile e dell’efficientamento energetico, contribuendo alla crescita del territorio pugliese e alla valorizzazione delle sue risorse, con un’attenzione particolare ai giovani e all’educazione. Abbiamo una storia di 75 anni di rapporti proficui e costruttivi con tutte le comunità con cui operiamo in tutta Europa”, ha detto l’AD Snam Marco Alverà.
“TAP rappresenta un’opportunità unica di crescita per il Salento e la Puglia in termini di occupazione, formazione dei giovani e loro inserimento nel mondo del lavoro, sviluppo sostenibile delle eccellenze locali come il turismo e l’agricoltura. Insieme a Snam e agli altri azionisti mettiamo in campo investimenti significativi per lo sviluppo del territorio che ospiterà un’infrastruttura energetica sicura e sostenibile, strategica per la Puglia, per l’Italia e per l’Europa”, ha sottolineato il Managing Director di TAP, Luca Schieppati.
Gli impegni per il territorio
Formazione
Sul fronte della formazione, Snam e TAP hanno in programma numerose iniziative per offrire a giovani talenti del Salento percorsi di sviluppo e valorizzare, in questo modo, le competenze presenti nel territorio con esperienza di inserimento in realtà internazionali.
Per il Management Acceleration Program saranno selezionati, in collaborazione con i principali atenei pugliesi, 50 laureati per un tirocinio della durata di sei mesi al termine dei quali, a seguito di un’ulteriore selezione, 25 giovani saranno inseriti presso le società azioniste di TAP (Snam, BP, SOCAR, Enagas, Axpo e Fluxys, oltre alla stessa TAP).
Un progetto di alternanza scuola/lavoro coinvolgerà 4 istituti pugliesi e circa 250 studenti, futuri protagonisti di un percorso di studio connesso alle esigenze del territorio, volto a integrare le conoscenze con l’esperienza sul campo.
Sempre in ambito formativo, con il supporto di uno dei principali contrattisti coinvolti nella realizzazione di TAP, l’iniziativa “Formazione ad alta energia” offrirà a 15 neolaureati pugliesi l’opportunità di acquisire competenze nel settore oil&gas seguendo un percorso di 15 mesi, suddiviso tra corsi in aula e attività direttamente in cantiere.
TAP Academy è un progetto di formazione dedicato alla comunità locale, con l’obiettivo di migliorare le competenze informatiche e linguistiche dei partecipanti, attraverso dei corsi gratuiti con cadenza semestrale, riservati a 50 residenti a Melendugno e in Provincia di Lecce. Nello scorso ottobre ha preso il via la seconda edizione e in futuro si punta ad allargare gli ambiti di formazione nonché la platea dei beneficiari.
Il progetto MENA è un corso gratuito di formazione professionale dedicato ai ristoratori locali, nato con lo scopo di rafforzare l’offerta turistica migliorandone qualità e competitività, anche grazie alle docenze dei migliori chef e di esperti del settore. La seconda edizione dei corsi sarà avviata a gennaio 2018.
Una partnership d’eccellenza con una scuola di alta formazione turistica, che valorizzi la principale vocazione del territorio, metterà infine a disposizione borse di studio triennali per 100 laureati pugliesi, a totale copertura finanziaria di master e corsi nell’ambito del turismo e della sostenibilità.
Ambiente e decarbonizzazione
Snam intende contribuire, anche con il supporto degli azionisti di TAP, al processo di decarbonizzazione intrapreso dalla Regione Puglia attraverso la realizzazione di un Centro di Ricerca e Sviluppo su decarbonizzazione e sostenibilità ambientale della rete del gas, da sviluppare in sinergia con i Poli Universitari d’eccellenza pugliese e in partnership con altre realtà all’avanguardia globale nel settore energetico. Sono inoltre previste call for ideas volte a rendere partecipe anche il territorio nella definizione dell’agenda di ricerca, che prevede la realizzazione di progetti di ricerca nei seguenti ambiti: biometano, power-to-gas, idrogeno, heating & cooling, CCS (Carbon Capture and Storage).
Il gas per la mobilità sostenibile è un nodo cruciale per la decarbonizzazione, in quanto serve a potenziare e rilanciare il sistema di trasporto locale in una prospettiva di maggiore sostenibilità. In particolare, gli investimenti di Snam consentiranno di realizzare in Puglia almeno 20 nuovi distributori di gas naturale compresso (CNG).
E’ inoltre previsto uno studio di fattibilità sulle potenzialità del mercato del gas naturale liquefatto (LNG e Small Scale LNG) e la promozione di collaborazioni con le Autorità Locali per incentivare la metanizzazione dei mezzi di trasporto pubblico e di nettezza urbana.
Lo stesso sarà fatto sul biometano, attraverso uno studio che aiuterà a comprenderne il potenziale di sviluppo sul tessuto regionale, con particolare attenzione al riutilizzo delle biomasse, dei rifiuti e delle acque di depurazione, anche in un’ottica di filiera integrata e in collaborazione con le principali associazioni di settore.
La fase di studio dei diversi progetti è propedeutica a una successiva fase realizzativa a seguito delle autorizzazioni concesse.
Un ruolo importante è infine rappresentato dall’efficientamento energetico delle scuole pugliesi che hanno aderito all’alternanza scuola-lavoro, attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie sul mercato per contenere i consumi di energia tenendo in considerazione le specifiche necessità di ogni scuola.
Progetti socio-ambientali
Per la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio salentino è allo studio un progetto di ricerca dedicato agli ulivi e al contenimento della xylella. Durerà 5 anni, da implementare con il CNR e con la collaborazione di consorzi produttivi locali; il suo obiettivo mira alla salvaguardia degli oliveti e dell’economia salentina tramite l’individuazione di cultivar resistenti all’attacco del batterio.
Per favorire lo sviluppo di un turismo sostenibile, è prevista la realizzazione della Salento Greenway, una pista ciclabile che sarà sviluppata principalmente in prossimità del percorso del gasdotto e toccherà alcuni dei principali siti di pregio architettonico e naturalistico del territorio.
Sempre nell’ambito della mobilità sostenibile è previsto il cofinanziamento della start up di un servizio di bike-sharing a flusso libero (basato cioè assenza di rastrelliere e nella presenza diffusa di biciclette, geolocalizzabili tramite app) nell’area urbana di Lecce, da estendere durante l’estate all’area che unisce le marine di Lecce a quelle di Melendugno.
Anche il mare riveste un ruolo centrale nei progetti socio-ambientali delle società. E’ già stato avviato il progetto Libera il mare per la pulizia dei fondali e delle spiagge. Concluso lo studio, la mappatura e la caratterizzazione dei rifiuti marini, ben 30 chilometri di litorale saranno oggetto di rimozione dei rifiuti, in collaborazione con CONISMA (Consorzio Nazionale Scienze Marine-Unisalento).
Da più di un anno con le due edizioni del bando di finanziamento TAP Start vengono favoriti progetti a beneficio della comunità. Si rivolge alle associazioni no profit della provincia di Lecce, che si propongono con progetti nell’ambito della cultura, del territorio e dello sport. L’assegnazione dei contributi della seconda edizione avverrà entro la fine del 2017.
Infine sarà condotto un progetto a sostegno del comparto della pesca nell’area di San Foca, che rappresenta una delle principali risorse economiche del territorio, da realizzarsi tramite la consultazione delle comunità dei pescatori locali.
Domenica 5 novembre a Melendugno si è svolta una giornata all’insegna del NO al TAP.
Abbiamo fortemente voluto come slogan “Tanto Non la Fanno” per dare un segnale importante, NOI crediamo che l’impegno e la passione della cittadinanza attiva possa condizionare e riscrivere una storia di imposizione e soprusi che alcuni pensano sia già scritta.
Abbiamo lasciato libero spazio alle testimonianze di chi in queste settimane ha opposto il suo corpo, o ha semplicemente garantito la sua presenza, contro il mostro TAP. Abbiamo informato e abbiamo parlato di arte e bellezza, abbiamo ancora una volta messo la faccia senza nasconderci con forza e unione.
La multinazionale svizzera, con dentro la dittatura azera, e i governi che finora si sono alternati in questa vicenda, hanno ripreso i lavori. Possono sembrare lavori innocui, futili e ininfluenti, trattandosi di potature, ma quelle più che potature, sono capitozzature, operazioni propedeutiche all’espianto di quegli Ulivi, anche millenari, che per noi sono simbolo e memoria di un intero territorio e rappresentano il sistema di sviluppo che questa terra si è prefissata da tempo.
Per noi anche se minimi sono pur sempre lavori effettuati per la realizzazione di un opera che puzza di mafia e che si porta dietro dittatura, corruzione e minacce.
I lavori servono per l’ennesima truffa: far vedere all’Europa che tutto procede e che possono essere finanziati ma, intanto i lavori di TAP sono ancora a zero, nessun cantiere è stato aperto, ma si sta solo devastando un territorio, con la complicità di ditte locali.
Insieme al governo italiano, LORO, stanno scrivendo una delle pagine più scure della democrazia italiana.
Come è già accaduto in altre parti del nostro territorio nazionale, si permette la realizzazione di un grande opera inutile, dannosa e che ingloba il malaffare, calpestando la democrazia, la costituzione ed il popolo. La presenza massiccia di forze dell’ordine, non solo durante lo svolgimento dei lavori, ma soprattutto per le vie cittadine e delle campagne circostanti, sono un chiaro segno di intimidazione, verso la popolazione, da parte di un governo asservito alla multinazionale.
Non avendo avuto la capacità di imporre con la ragione, e non avendo avuto il coraggio di affrontare una consultazione popolare, si impone un progetto fallimentare con la forza.
Per questo puntiamo il dito contro chiunque parli di opera strategica, chiunque parli di eventuali spostamenti, come se lo spostamento ripulisca gli ingranaggi di TAP dal fango della corruzione, Noi saremo sempre per il NE’ QUI NE’ ALTROVE lontani dalle idee Nimby di molti politici locali, che servono solo a legittimare un’opera devastante. Puntiamo il dito con chi si siede al tavolo delle compensazioni: sono vili personaggi che abbandonano il popolo per abbracciare gli affari loschi della multinazionale e di un sistema che sempre di più, attraverso opere mostruose, estrae dai territori e non lascia nulla, sottrae terreno, sottrae sviluppo e ne impone uno diverso, estrae dignità comprando le coscienze.
Con la giornata di domenica abbiamo voluto dimostrare che quest’opera, se non fermata, può essere per il momento rallentata. Che unendo le forze, ognuno con le proprie attitudini e capacità, si può dare un contributo importante alla lotta.
Il paesaggio del Salento, la salute e la sicurezza dei suoi cittadini sono temi sui quali non si scende a compromessi, non ci si siede a nessun tavolo di trattativa.
Anni fa, mentre su altri territori si decise di investire nella grande industria il Salento, rimasto fuori da queste logiche si trovò a puntare su università, enogastronomia e turismo. Adesso il modello di sviluppo di quelle città è in un vicolo cieco, con i grossi gruppi industriali che dopo aver sfruttato le risorse dei territori, vanno via lasciando il posto a licenziamenti e disoccupazione. In eredità anche danni ambientali e sanitari drammatici. Territori castrati nelle loro vocazioni, in nome di un progresso quanto mai presunto. Per questo Tap rischia di aprire un pericoloso precedente nel Salento e di minare i risultati degli ultimi anni, frutto del sacrificio di uomini e donne che con il loro impegno hanno rilanciato un territorio divenuto appetibile meta turistica.
Per questo è paradossale il comportamento dei sindaci che siedono al tavolo con Tap, chiedendo maggiori compensazioni e mercanteggiando salute e ambiente. È già implicito nel concetto di compensazione ambientale il danno trasversale che subiremo da quest’opera, altrimenti perché Tap dovrebbe mettere in atto una serie di misure volte a placare i sindaci “dissidenti”?
Non solo, a ciò si aggiunge l’imminente campagna elettorale per le politiche e l’esigenza di dare risposte al politico romano di turno che spinge per la realizzazione dell’opera. Sono inspiegabili l’impazienza e la fretta di taluni Sindaci che spingono per velocizzare la cantierizzazione di Tap, nonostante ci siano ancora svariate prescrizioni che la società deve ancora superare e che potrebbero bloccare l’intera opera.
Mi chiedo quale sarebbe stato il loro atteggiamento se l’infrastruttura fosse ricaduta nei loro comuni o in quelli limitrofi. La storia ci insegna che battaglie come questa, che riguardano l’intero Salento, si vincono restando uniti, creando un fronte compatto a difesa di un territorio che non dovrebbe conoscere confini. Il resto è campanilismo medievale. I sindaci che si stanno prostrando a questa assurda ed inutile opera sono degli irresponsabili e si stanno macchiando di vilipendio al territorio che appartiene ai cittadini.
“Tanto non la fanno” è quell’esortazione che ci scalda il cuore e da il titolo ad un libro di fiabe per bambini. Un libro nato tra gli ulivi sotto il cielo del presidio. Favole della buonanotte resistente, per scaldarsi la notte e sorridere insieme.
Sono raccontate da una donna, da una mamma che lotta con forza e amore, Serena Fiorentino:
– “Tanto non la fanno” nasce in una notte di presidio in compagnia dei miei due figli. Il fuoco, gli amici, una tenda e la voglia di spiegare anche ai bambini il perchè di quelle notti all’aperto lontano da casa. Ed è così che cominciai a raccontare del dispotico sovrano azero e delle avventure di un tubo, della figlia del dio Nettuno che dimora nei nostri mari e dei lunghi discorsi fra le piante nei campi. Una parola dietro l’altra, tutto cominciò a prender forma, grazie a Rosamaria che illustrava ogni favola e a Gualtiero che impaginava. E, dopo aver letto la prima bozza fino in fondo tutto d’un fiato, mia figlia un giorno ha esclamato: “Tranquilla mamma! E’ un’opera così stupida che TANTO NON LA FANNO!”
Lo hanno capito proprio tutti, anche gli ulivi protagonisti del terzo racconto: “Non vi preoccupate, figli e fratelli. Andremo via su questi mostruosi camion e, durante il lungo viaggio, ci mostreremo ad intere folle sconcertate. Tutti vedranno! Tutti sapranno! Il nostro sacrificio non sarà vano. Già a partire da domani, accorreranno in vostro soccorso da ogni parte del mondo. Grazie anche al nostro sacrificio, una volta che tutti avranno visto e compreso, uniti riuscirete a cacciar via i perfidi svizzeri dalla vostra terra. Mai più avrete a che fare con sporchi denari ed inutile gas! Lasciateci andar via, seppur fra le lacrime. Fino ad oggi vi abbiamo donato nutrimento e riparo. A partire da oggi, vi doneremo la forza necessaria a rendervi LIBERI da ogni OPPRESSORE!”-
Sostengono che il gasdotto farà esplodere le potenzialità di sviluppo del Paese. In realtà, ciò che rischia di esplodere è solo l’indignazione dei cittadini.
Fino ad oggi, la Puglia è stata ostaggio di scelte sbagliate, a partire dalla linea fallimentare adottata dal Governatore Emiliano che, nel corso di questi anni, ha simulato la difesa del territorio con azioni tardive.
In maniera del tutto analoga, anche il Vice Ministro al Mise Bellanova non ha voluto proteggere il nostro territorio da quello che rischia di essere un vero e proprio disastro ambientale. Fino ad arrivare al Sindaco di Lecce Salvemini e agli altri amministratori locali che contribuiscono ad aumentare le polemiche ed i malcontenti.
Dal tavolo che si è svolto ieri a Palazzo Chigi tra il governo e il management di Tap e Snam sono scaturiti una serie di buoni propositi che nascondono, in realtà, solo promesse e mancette elettorali, dal momento che si è prossimi alla fine della legislatura.
Siamo restii a prendere per oro colato tutto quello che viene asserito dal governo e ancor più da TAP, visti i precedenti, e ci auguriamo che non sia l’ennesima presa per i fondelli rivolta al territorio, mirata ad ammorbidire gli animi e le reazioni di opposizione dei cittadini all’ennesima opera inutile e dannosa per l’ambiente, il turismo e l’economia locale.
Stanno spingendo l’acceleratore su un’opera che, già nelle prime fasi di realizzazione, registra danni irreparabili per quelli che sono, da sempre, i tratti caratterizzanti della Puglia: gli ulivi e le coste.
L’intero ecosistema è messo in pericolo per gli interessi di un pugno di multinazionali, con il vergognoso assenso del governo italiano.
Intanto, nei giorni scorsi, 37 sindaci hanno partecipato al tavolo organizzato da Gabellone dove sono emerse spaccature interne e contraddizioni. In un momento in cui sarebbe auspicabile la massima coesione tra gli amministratori locali, ci troviamo purtroppo davanti ad una situazione frammentata, che presta il fianco alla volontà dei poteri forti.
Lettera Aperta al Governo,a Minniti-Ministro Interni,Al Capo della Polizia,a Snam,al Tap,a Eni-Enel,al Presidente Authority e Senato,ai Presidenti delle Regioni e Confindustria e CCIAA.
REPORT:EMISSIONI CANCEROGENE METANO;GASDOTTI,ACQUA, ARIA
-Nel corso della festa dei 70 anni Snam sono state fatte promesse,da autorevoli rappresentanti,che ora debbono essere mantenute e non passare nel dimenticatoio.
-Dimostrato che il Tap è uno spreco di 1200 miliardi in 30 anni e il gas importato ,puo’ essere sostituito in ogni Regione da metano rinnovabile via power to gas,si annulli un progetto inutile e cancerogeno come il TAP dato che non c’è piu’ principio di precauzione,ma esiste il principio di certezza sanitaria del cancro e di morte(leggasi mio Report).
-Al contrario di quanto sostengono Snam Tap ed Eni,i futuri 100 anni non saranno piu’ monopolio del gas importato,ma saranno libertà europea di produrre metano rinnovabile in ogni Regione e Snam deve solo trasportarlo e non imporre una decarbonizzazione “falsa” a base di gas che è un “ossimoro” tremendo(uso un gas fossile con cancro per decarbonizzare?).
Dato che queste mie affermazioni saranno oggetto di dure contestazioni dai fossili,confronto Snam a Solcalgas che è una Snam molto piu’ grande negli USA e che in California dopo la scoppola di Aliso Canyon con tanti morti come da noi a Viareggio e altri cantieri Snam in Abruzzo e Nord)ha capito di cambiare,come capisce di cambiare l’Associazione Europea del gas che potenzia il P2G(forse Snam non legge il tedesco originale,ma io ho riportato la traduzione nel Report).
-Il Capo della Polizia ha detto finalmente basta “manganellare” i no Tap che protestano giustamente su 3 art.Costituzione che sono art 1 Lavoro.art.9 Sanità ho tutto il diritto di non prendermi il cancro se esiste una alternativa valida art.21 ho il diritto costituzionale di protestare.Allora si smantelli veramente ogni presidio di polizia,CC,GF e Costiera,si liberino i cimiteri presidiati,si vieti di entrare in proprieta’ di altri dato che Tap non è opera prioritaria e viola leggi come le appendici non lette della Seveso sul pericolo gas anche in profondità, dato che perdite e reiniezioni sono mortali e le reiniezioni provocano anche terremoti indotti dall’uomo (vedi pianura Padana-Cavriaga).
Escludere la Seveso in gasdotti è una cattiva lettura delle Direttive eupee Seveso perchè la Seveso in allegati denuncia sempre la pericolosità del gas(Basta leggere il sito Minambiente che certi dirigenti Mise non hanno letto negli allegati).
-la Snam insiste a dire su Twitter che il passaggio a gas naturale leva gli 800.000 morti del carbone ogni anno nel mondo.Il rapporto carbone -gas e’ di circa 100% morti carbone e 60-70% morti da gas.
Recenti ricerche americane e tedesche hanno dimostrato che le emissioni in centrali elettriche a gas sono molto vicine a quelle a carbone,per cui il gas provoca sempre morti dato che il gas serra metano è anche cancerogeno e poi ossidandosi nel tempo diventa CO2.
Ma quello che lascia sbigottiti è la pretesa di Eni di imporre il limite 550 gr CO2 x KWh per sbattere via il carbone con legge e intascare incentivi,mentre tutti gli studi mondiali dicono che il limite deve essere piu’ basso,100 gr CO2 x KWh onde eliminare il rischio cancro da emissioni gas e VOCs.Caffese afferma che oltre 100 gr si hanno in Italia 20.000 morti a scaglioni di 100 gr per cui con il limite di 550 gr abbiamo 120.000 morti annui in piu’.
Negli USA di TRUMP se SolCalgas proponesse 550 gr il Presidente SOLCALGAS sarebbe licenziato dalla California dato che persino il Senato ha detto a TRUMP che i limiti emissioni metano di Obama non si possono piu’ cambiare.
Forse Snam non legge le cose americane,ma negli USA le emissioni metano a differenza dell’Italia,sono controllate e una legge che Trump voleva diluire ,le fa diminuire drasticamente con passaggio in 20 Stati a metano rinnovabile via power to gas che poi è la strategia vincente del Governo tedesco che ha costruito un progetto enorme di power to X:
-steel o acciaio pulito
-chemical o chimica verde pulita
-waste and water traitnement
-heat o teleriscaldamento senza gas fossile importato
-solar plasma fuel e plasma clean fuel
-to liquid clean fuels che sfocia nel mio diesel B100,mentre oggi Eni arriva al B15.
Ora i Ministri devono spiegare perché Arpa e Regione Puglia sono state estromesse dal controllo di ben 11 prescrizioni riguardanti l’iter di TAP. Non ci stiamo a questo gioco delle tre carte che va avanti da quando questa scellerata opera è stata messa nero su bianco
Chissà perché, poi, le verifiche sottratte riguardano proprio i settori più ad alto rischio, e cioè, tanto per dirne qualcuno, quelli riguardanti l’impatto paesaggistico, le interferenze del metanodotto con gli habitat naturali, il progetto di monitoraggio ambientale, la sismicità e i rischi di incidenti. Che sia questo un modo per aggirare degli ostacoli che, altrimenti, sarebbero stati insormontabili?
A questo punto, la maschera va calata, per questo vogliamo andare a fondo anche sulle modalità istruttorie, le relative tempistiche e l’attuale stato di esecuzione delle verifiche. Chiediamo una ricostruzione univoca, anche per il tramite delle competenti autorità giudiziarie. Le regole non si cambiano solo perché vanno a sfavore, i Ministri rispondano.