CANTIERE TAP A MELENDUGNO, C’E’ CHI DICE NO…LA FOTO SIMBOLO DI QUESTE NUOVE, ALTRE GIORNATE DI PROTESTA E DI TENSIONE CONTRO IL GASDOTTO
(g.p.)______
Di nuovo una giornata di tensione a Melendugno, dopo quelle dei giorni scorsi, in seguito alla decisione della Tap di ‘potare’ con ‘buone pratiche agricole’ gli ulivi destinati all’ espianto per consentire la posa del gasdotto. L’ operazione prosegue a rilento, per la presenza vigile degli oppositori, che cercano pacificamente di impedirla, nonostante la massiccia presenza delle forze dell’ ordine, a scorta degli operai incaricati.
Pubblichiamo la foto di oggi, che è poi un’ immagine simbolo.
Ha scritto poco fa Gianluca Maggiore del ‘Comitato No Tap’ su Facebook: “La solidarietà si è fatta sentire, eravamo pochi all’ alba ma siamo diventati sempre di più. Li abbiamo pressati, circondati, depistati, confusi, ci siamo arrampicati sugli alberi abbiamo impedito agli operai di lavorare in ogni modo e almeno per oggi abbiamo bloccato i lavori, almeno per oggi possiamo gridare ad una piccola vittoria.
Sono andati via a testa bassa e sconcertati accompagnati all’ uscita dall’ orgoglio di una terra che non si vuole arrendere.
IL SALENTO NON SI ARRENDE! AVANTI NOTAP. NON UN PASSO INDIETRO!”.______
LA RICERCA nel nostro articolo del 25 ottobre
“Se si avevano dubbi circa l’assoluta incoerenza della linea politica e delle azioni di Emiliano, la pubblicazione delle motivazioni della Consulta su TAP spazzano via ogni incertezza. Da lui anni e anni di ipocrisie e false promesse che, purtroppo, stanno portando la Puglia verso un epilogo annunciato: quello di un disastro ambientale che sconteranno i cittadini.
Nel frattempo, imperversano le attività di capitozzatura degli ulivi nel cantiere TAP, in un’atmosfera surreale, dove vige solo la regola del più forte. Emiliano si dimetta, prima di fare altri danni”
Lo afferma la senatrice pugliese del M5s Daniela Donno che commenta il deposito, avvenuto lo scorso 27 ottobre, della sentenza della Consulta riguardante TAP e il conflitto di attribuzione sollevato dalla Regione Puglia.
“Questa pronuncia azzera la credibilità di questo sciagurato Governo regionale – insiste la senatrice -. La Corte Costituzionale, infatti, non solo bolla come inammissibile il conflitto “perché difetta dei necessari requisiti di attualità e originarietà”, ma bacchetta la Regione Puglia che “avrebbe dovuto impugnare l’atto di autorizzazione alla costruzione del gasdotto TAP” adottato il 20 maggio del 2015. Invece, come al solito, è stata a guardare, nell’assoluto immobilismo”.
“I colpevoli ritardi di Emiliano non si contano più. Stesso esito si è avuto con il tragico espianto degli ulivi, lo scorso aprile, quando il Tar ha respinto il ricorso della Regione Puglia, ancora una volta presentato a danni fatti e quando le operazioni erano già in corso. Si dimetta”.
Nel commentare su Facebook un video diffuso su You Tube, con alcune immagini di quanto continua ad avvenire al cantiere, poco fa Gianluca Maggiore, del Comitato No Tap, ha diffuso la seguente nota.______
“Abbracciati agli alberi”
Donne e uomini abbracciati agli alberi, per impedire che gli si faccia del male. Il rumore delle motoseghe è assordante e contrasta con la dolcezza e la profondità di questo gesto di amore.
Un abbraccio, come quello di un figlio alla madre anziana, di un fratello a una sorella da proteggere, a costo della propria vita.
L’amore contro la violenza verso chi abbiamo il dovere di difendere, per i frutti che ci dona, per l’importanza che ha nella nostra storia e nel nostro presente.
Quelli ulivi ci raccontano dei nostri nonni, di chi prima di noi gli ha curati e amati, ci raccontano di un Salento agreste che viveva dei prodotti della terra, delle nostre nonne che trovavano riparo all’ombra delle maestose fronde, dopo una giornata di duro lavoro sotto il sole cocente.
Ci parlano di un Salento che oggi noi abbiamo il dovere di difendere dai grotteschi interessi di un mostro che lo sta distruggendo.
Al posto di quegli ulivi sorgerà un cantiere, le viuzze segnate dai muretti a secco saranno sostituite da grandi spianate di cemento per far passare un tubo che trasporterà gas, energia fossile che ci tiene ancorati ad un passato di ignoranza ecologica, di distruzione dell’ecosistema con tutte le ripercussioni sulla salute e i cambiamenti climatici.
Sogniamo e pretendiamo un mondo diverso, in cui le energie rinnovabili ci permettano di scaldarci, di spostarci e di vivere in sintonia con quella piccola parte di natura che ancora non abbiamo distrutto.
Vogliamo un’inversione di rotta e iniziamo proprio da qui, da sopra a questi ulivi.