PECUNIA NON OLET, I SOLDI NON PUZZANO DI GAS. I SINDACI SALENTINI DIVISI, FRA NO, NI E SI’ AL MAFIODOTTO DELLA TAP E A QUELLO DELLA SNAM
di Giuseppe Puppo______
Ci sono stati due ‘tavoli’, una tavola rotonda, a Lecce, e una tavola quadrata, a Roma, ieri dedicati al gasdotto della Tap, e successivo sviluppo di interconnessione della Snam fra Melendugno e Mesagne.
Cerchiamo di capire che cosa sta succedendo.
Prima di tutto occorre evidenziare, con rammarico, che il fronte NO TAP dei sindaci salentini si è sgretolato: da compatto che era, tranne il caso di Otranto che fa storia, oh madonna quante storie, a sé, come nel documento sottoscritto la scorsa primavera, di netta opposizione e di dichiarata contrarietà, che si spingeva a chiedere al governo una riconsiderazione completa sull’opportunità di realizzazione dell’ opera, ora ce ne sono alcuni che, per quanto dicano di non aver cambiato idea, sostanzialmente l’ hanno cambiata, e si sono riconvertiti, che dico riconvertiti? appiattiti, sulla posizione opportunistica e collusa di quel Pd, sponsor principale, come è noto, dell’ intera operazione, che dice, la Tap faccia pure, ma almeno compensi il territorio con investimenti a favore del territorio. La linea maggioritaria, qui nel Salento, per salvare la faccia di fronte ai propri lettori, rispetto al diktat del partito a livello nazionale. Pd, Michele Emiliano escluso, in quanto inqualificabile, perché anche su questa questione il presidente della Regione Puglia e assessore alla sanità della Regione Puglia ha detto tutto e il contrario di tutto, e ha fatto solamente, in pratica, confusione.
La linea dominate del Pd salentino è una legittima posizione politica, ci mancherebbe altro, e di cui occorre tener conto. Che sia poi nella sostanza un contentino, e moralmente squallida, è un altro discorso, come ribadito più volte e come oramai acquisito. Che ‘compensazione’ può dare chi devasta il territorio, chi aggiunge un altro serio pericolo al territorio salentino devastato già ampiamente, da Cerano a Brindisi, all’ Ilva di Taranto, e mentre sto scrivendo continuo ad avere sotto gli occhi, non se ne vanno, le immagini apocalittiche di ieri di Taranto avvelenata dai fumi esiziali? Oppure questi sindaci credono alla barzelletta delle bollette ridotte per i Salentini, alle favole dei posti di lavoro, alle menzogne sull’ assenza di rischi per l’ ambiente e la salute, alla presunta ‘strategicità’ di un’ opera invece inutile, buona solamente alle speculazioni dell’ alta finanza internazionale e ai profitti di lobbysti, politicanti corrotti, e mafiosi?
Comunque sia, ieri i dodici cavalieri si sono seduti alla tavola rotonda allestita a Lecce dal magnifico Re Artù, ora nei fatti dunque neo pro Tap, presidente di quell’ ente inutile, che deve disperatamente dimostrare di essere ancora in vita, che è la Provincia, Antonio Gabellone.
Pericolosissimo: perché la sua iniziativa in effetti ha la finalità di spezzare il fronte dei sindaci NO TAP e quindi di delegittimare chi continua ad apporsi ad essa senza se e senza ma.
Con imprenditori interessati, e con i sindacati che, spiace rilevarlo, sono qui a mediare gli interessi dei padroni, alla tavola rotonda Antonio Gabellone ha imbandito gli ‘investimenti aggiuntivi’, favoleggiando di chissà quali meraviglie, fatte diventare tali, in luogo di quello che erano, sono e saranno: qualche piatto di lenticchie.
Che col magnifico Re Artù si siano detti d’ accordo in undici, in tredici, o in quindici, è difficile tenere aggiornata la contabilità, ma sono comunque esigua minoranza, primi cittadini del territorio, è una cosa molto, ma molto brutta.
Che fra essi ci sia il sindaco di Trepuzzi Giuseppe Taurino nelle vesti del Prode Lancillotto è emblematico, e diventa umoristico solamente se si considerano le motivazioni che egli ha addotto per sostenere la novità.
E’ invece tragico che ci sia il sindaco di Maglie Ernesto Toma, fittiano come Gabellone, e quest’ asse saldatasi fra Direzione Italia e Pd, sulla Tap, così come si era saldata sull’ affaire Xylella, è un’ altra meraviglia: meravigliose sono infatti le motivazioni addotte dal sindaco di Maglie Erenesto Toma, perché emblematiche di come egli si sia rapidamente acculturato negli ultimi mesi sull’ ultima, massiccia serie di spot televisivi di Telerama e cartacei del Quotidiano, per tacere degli altri minori, che comunque, su certe menti, hanno avuto effetti devastanti.
Ora, se ne riparlerà più avanti, nei prossimi mesi, le Feste si avvicinano, non mancheranno scatolette di caviale azero, ricchi premi e cotillons, quando a Capodanno sarà il momento giusto per assaggiare le lenticchie.
Sempre ieri, in serata, c’è stata a Roma la riunione dei sindaci dei comuni interessati dal gasdotto di interconnessione Melendugno – Mesagne a opera della Snam, la così detta ‘conferenza dei servizi’, anche qui non ancora decisiva.
Tutti contrari. Tranne Brindisi, che però è retta da un commissario di Governo, e quindi questo spiega tutto. E tranne la Regione, che ha di nuovo cavillato, e fatto solamente confusione.
Sull’ interconnessione Snam si gioca ora la partita, ancor di più ora che è stato ribadito che essa è parte integrante del progetto Tap, e NON fa storia a sè. Ben detto. E poi bisogna registrare il NO netto opposto a Tap e soci, e ben ci sta.
Sotto la lente degli osservatori c’ era l’ atteggiamento del Comune di Lecce, alla luce delle svariate prese di posizione del sindaco Carlo Salvemini, al quale è stato imputato prima di cincischiare, poi di non aver preso una decisa posizione contraria, se non ostile, e alla luce della considerazione del fatto che è quello più coinvolto, finanche nei siti archeologici, nel verde pubblico e negli alberi di uivo, addirittura più di tremila.
Ieri a Roma Lecce era rappresentata dall’assessore all’Urbanistica Rita Miglietta, la quale ha mandato ai mass media una nota, in cui ha detto che “Abbiamo fatto il nostro dovere, segnalando in questa sede il parere sfavorevole e la problematicità dell’opera, in sintonia con le altre amministrazioni. Abbiamo recuperato in parte il ritardo clamoroso nel quale abbiamo trovato il Comune di Lecce al momento del nostro insediamento. La nostra bussola in questa vicenda è e continuerà ad essere l’interesse della città, la tutela ambientale e se le istituzioni sovraordinate, nonostante i parere negativi dei Comuni, sceglieranno in ogni caso di andare avanti, il diritto della comunità ai dovuti ristori per il sacrificio che le viene imposto”.
Ora, le parole contano, sempre, specie in politica le parole sono importanti, a volte pesano come macigni.
Quello di Lecce, dell’ amministrazione Salvemini, è un NO, ma NON è un NO senza se e senza ma. I se e i ma ci sono, eccome. E’ un atto di contrarietà, ma non di ostilità.
All’ assessore, al sindaco, bisogna ricordare che, puntando i piedi, potrebbero bloccare l’ opera, altro che, altro che ‘scelta irreversibile’, e allora sai che farne del famoso ‘tanto è solo un tubo’ di Matteo Renzi?
Allo stesso modo in cui bisogna ricordare ai vari paologentiloniclauiodevincenticarlocalendateresabellanova che di veramente irreversibile nelle vicende umane e dunque politiche c’è solo la morte.
In serata il sito istituzionale della Regione Puglia ha diffuso la seguente nota_______
La Giunta regionale ha approvato oggi una delibera – su proposta dell’assessore all’Ambiente Filippo Caracciolo e sulla base dell’istruttoria a firma del Direttore del dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio, Barbara Valenzano – con la quale si ritiene che non sussistano elementi conoscitivi, tecnico ambientali e progettuali sufficienti alla definizione dell’intesa per la realizzazione del “Metanodotto di interconnessione TAP – collegamento di approdo del gasdotto denominato Trans Adriatic Pipeline alla Rete Nazionale dei Gasdotti”, proposto dalla Snam Rete Gas, quale opera di congiunzione del Gasdotto TAP alla rete nazionale dei gasdotti”.
A fronte della circostanza che il territorio regionale è destinato a divenire area di transito dei corridoi internazionali che veicolano ingenti quantitativi di gas a beneficio del sistema Paese e degli altri stati mitteleuropei, si rileva una generale carenza di adeguate misure di compensazione.
Le motivazioni sottese alla mancata definizione dell’intesa sono quindi di natura ambientale, paesaggistica nonché connesse alla diffusione della Xylella su tutto il territorio regionale, e, dunque, legate alla impossibilità di movimentare materiale vegetale di specie ospiti all’interno della medesima area.
Nella fase di contrattazione che il Ministero dello Sviluppo Economico aprirà a seguito della mancata intesa con la Regione Puglia, al fine di addivenire ad un accordo necessario per l’autorizzazione dell’intervento, l’amministrazione regionale potrà far valere le proprie richieste a garanzia del miglior inserimento possibile dell’opera nel territorio e per “definire, insieme alle autorità competenti, i criteri di definizione e analisi del prezzo ai fini della determinazione della tariffa energetica a carico dei propri cittadini, proponendo altresì condizioni vantaggiose di fornitura per le imprese sul proprio territorio”, agevolando conseguentemente i necessari percorsi di decarbonizzazione dei processi industriali e produttivi e del generale assetto emissivo ed immissivo insistente sul territorio pugliese.
Laddove la Regione Puglia avesse, diversamente, opposto già in forma chiusa ed in questa fase il proprio diniego, il procedimento sarebbe stato rimesso sin da subito alle competenze superiori della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con conseguente significativa compressione del margine di contrattazione in proprio favore, come avvenuto in passato per l’opera principale TAP.
“La Regione Puglia – dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – ritiene che l’opera sulla quale si richiede l’intesa sia del tutto inutile e per certi versi viziata dall’intento di connettere con ben 55km di gasdotto che saranno realizzati in tariffa a spese del consumatore italiano, un’opera privata – sia pure di interesse pubblico – come Tap a causa della pervicace intenzione di realizzarla sulle spiagge di San Foca anziché come richiesto dalla Regione Puglia in aree più a nord e di minor pregio ambientale.
Ove la richiesta della Regione Puglia fosse stata accolta di questo lungo gasdotto che dovrà estendersi nel territorio di diversi comuni costringendo al movimento di migliaia di ulivi non ci sarebbe stato alcun bisogno, o comunque tale opera di collegamento sarebbe stata di dimensione e costi fino a cinque volte inferiori”.
Vogliono convertire una mignotta fossile da cancro detta gas del Tap in una vergine pulita che non apporta cancro smog.Ma i gr di CO2 al KWH alti li inchiodato per cancro.Allora vogliono falsare i dati dicendo che il metano rinnovabile che leva 90% inquinanti non si può fare.Sono bugiardi di Stato.