ROBERTO FICO DA ROMA DENUNCIA L’ INCREDIBILE VICENDA DI ARROGANZA DEI PARTITI A BARI SULLE NOMINE AL CORECOM DELLA REGIONE PUGLIA. ECCO PERCHE’ HA RAGIONE: SI TRATTA DI UN VERO E PROPRIO SCANDALO
di Giuseppe Puppo______
La vicenda in effetti ha proprio dell’ ‘incredibile’, come ha scritto ieri sera Roberto Fico, nel suo post su ‘Facebook’, che in poche ore ha suscitato reazioni e commenti in tutta Italia, e che, presumibilmente, avrà ancora più vasta eco, da Roma, fino a Bari, nei prossimi giorni. Lo pubblichiamo qui sotto.
Sono mesi che solamente il gruppo del Movimento 5 Stelle al Consiglio Regionale, estraneo ed ostile, come suo costume, al pastrocchio in atto, ne parla, ogni volta con comunicati di fuoco che nessuno pubblica, o legge negli studi televisivi, a protestare. Se i lettori di leccecronaca.it avranno la pazienza di seguire un attimo, sarà presto chiaro il perché.
Nessuno pubblica e nessuno legge, come se dovessimo rassegnarci a robe del genere, e poi, in effetti, ci sono cose ben più importanti. Per esempio, il piano sanitario regionale, affrontato dal presidente e assessore Michele Emiliano a botte di caffè con gli amici e gli amici degli amici, a botte di compagni di merende e di compagni di cene. E, di fronte alle migliaia di milioni di euro che muovono gli interessi dei partiti nella sanità pubblica, più i favori a quella privata aziendalizzata, cosa volete che siano cinque stipendiucci da qualche migliaio di euro al mese da regalare a cinque amici e compagni, debitamente cencellati?
E invece no. La squallida vicenda del Corecom di Puglia è importantissima. A parte che sono mesi che il Consiglio Regionale è bloccato su questa questione e pensa a questo, invece di occuparsi dei problemi seri dei cittadini. E’ importantissima perché è emblematica. Perché centro destra e centro sinistra, Michele Emiliano in primis, sono arrivati al punto di sfacciataggine di non ritorno di spartirsi anche le nomine di un organo di controllo e vigilanza, quello che cioè dovrebbe controllare la politica e vigilare sul sistema dell’ informazione pugliese.
Ora, se anche altri altrove l’ han fatto uguale, almeno non l’ han detto. Questi, l’ han detto pure, l’ hanno scritto nero su bianco. E la loro trasparenza sta nel fatto che han litigato da mesi in pubblico, davanti a tutti, fino ad arrivare alla soluzione concordata.
I controllati che nominano e controllano i presunti controllori, perfetto, un capolavoro. Una cosa unica al mondo, e si ringrazia la Regione Puglia per averci fornito i controllori controllati.
Ora, i Corecom, oltre ad assicurare al presidente, al vicepresidente, ai membri, tutti cencellati dalla politica partitica, lauti stipendi e vacanze romane, per i loro inutili convegni e quelli altrui, da visitarsi scambievolmente, in teoria han tante competenze, in pratica poi fan poco e niente. Anzi, implicitamente reggono un sistema di giudizio sulle controversie fra compagnie telefoniche e privati cittadini che ne sono vittime, che implicitamente, al di là delle apparenze, è un sistema creato per favorire le prime a danno dei secondi. Ma non è questa adesso la questione.
La questione è che i membri del Corecom hanno teoricamente la possibilità di sovrintendere al sistema del finanziamento alle tv private e all’informazione in genere, in pratica le regalie, di centinaia di migliaia di euro a botta, ogni anno, dei partiti ai mass media, alla faccia dell’ indipendenza dell’ informazione.
E’ tutto più chiaro, ora. Meglio per i politici che tutti i partiti siano rappresntati nel Corecom, per cencellare meglio.
Meglio per gli editori e i giornalisti che nessuno parli, o nessuno fiati, non sia mai che qualcuno si offenda, e faccia poi storia al momento di dare i solidi.______
di Roberto Fico * (presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi – sul suo profilo Facebook).
Vi racconto un episodio incredibile, ma che purtroppo è emblematico di cosa sono diventati i partiti e del loro rapporto malato con il potere. Qualche settimana fa il Consiglio regionale della Puglia si è riunito per votare i tre membri del Corecom, ovvero dell’organo locale dell’Agcom, l’Autorità di garanzia sul sistema delle comunicazioni. Il sistema di voto era stato pensato dai partiti in modo tale che due membri fossero espressione della maggioranza e uno della minoranza. Una cosa già di per sé sbagliata dal momento che un organo di garanzia, come previsto dalla legge, dovrebbe essere composto da persone indipendenti, non da rappresentanti di ciascuna forza politica.
Cosa è accaduto in Puglia? I partiti di maggioranza e minoranza, a eccezione del M5S, si erano accordati sui nomi da eleggere seguendo la solita logica delle spartizioni di cariche; ma dopo essere andati al voto, con scrutinio segreto, si sono resi conto di aver fatto male i conti con il risultato che tutti e tre i consiglieri eletti erano espressione della maggioranza. A quel punto l’opposizione (Forza Italia e alleati) è insorta, la seduta consiliare è stata sospesa e la legittima proclamazione degli eletti non ha avuto luogo. Tutto ciò alla presenza del governatore del PD Michele Emiliano, che anziché preoccuparsi di far rispettare la legge ha sollecitato in prima persona una sospensione dei lavori per trovare una “soluzione politica che impedisse la violazione di un accordo” preso tra i partiti. Incredibile.
Nei giorni successivi il consiglio non riesce più a riunirsi: sedute senza numero legale, sabotate, nell’incredulità dei nostri consiglieri regionali. All’improvviso, la svolta: “per rimediare all’inconveniente” i partiti tirano fuori dal cilindro una proposta di legge ad hoc che aumenta da 3 a 5 il numero di componenti del Corecom, così da restituire due membri all’opposizione. La follia arriva al punto che in una prima versione della proposta di legge c’è scritto esplicitamente che il Corecom va integrato con “due componenti espressione delle minoranze”.
Insomma in poche settimane è accaduto di tutto: la legalità all’interno dell’assemblea regionale è stata completamente calpestata e un’istituzione di garanzia, quale dovrebbe essere il Corecom, è stata trattata ancora una volta come una cosa privata dei partiti.
In occasioni come queste, quando si tratta di andare a scegliere membri di organi di garanzia, si deve mirare all’interesse collettivo e non di parte.